Il pluviografo presente nella Facoltà di Ingegneria ha registrato la pioggia caduta a Brescia e provincia il 24 maggio
I temporali che hanno investito Brescia e alcuni paesi della provincia, mercoledì 24 maggio, hanno trovato i comuni completamente impreparati ad affrontare una situazione di questo genere. E’ stata la pioggia più intensa da 74 anni a questa parte. A dirlo è il pluviografo di via Branze, zona in cui si trova la sede della facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Brescia.
Nel pomeriggio aveva registrato, infatti 94.8 millimetri di pioggia caduta nell’arco di sole 3 ore dall’inizio del temporale. Questo numero supera i valori massimi dello strumento più antico della città utilizzato per rilevare i valori della pioggia e che si trova all’Istituto tecnico agrario Pastori dal 1949.
Una volta ogni 100 anni
In seguito all’acqua che si è riversata nelle strade della città, le facoltà di Ingegneria e di Medicina avevano interrotto le lezioni chiudendo completamente gli stabili. Roberto Ranzi, docente di Monitoraggio e sistemazione dei bacini idrografici all’UniBs, ha spiegato che, in genere, questi episodi possono accadere, ma che, di solito, capitano una volta ogni 100 anni.
I dati raccolti dai ricercatori hanno, però, confermato che dal 1980 sul territorio bresciano le piogge intense hanno superato del 15% i valori medi ed è un aumento che fa pensare. La Regione Lombardia e l’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del Consiglio nazionale delle ricerche hanno commissionato uno studio.
Secondo lo studio Analisi del rischio. I cambiamenti climatici in Italia, uscito nel 2020 condotto dal Centro Euro-Mediterraneo che si occupa di monitorare i cambiamenti del clima in Italia, sembrerebbe che piogge così intense e in uno stesso luogo sarebbero proprio indictori del cambiamento del clima.
Studiare il fenomeno come quello che ha investito Brescia e alcuni paesi della provincia mercoledì scorso servirebbe a comprendere come si possano prevenire. L’Italia, e si sa già da molto tempo, è una nazione soggetta ad alluvioni che possono sfociare, come in Emilia Romagna, a veri e propri disastri non solo ambientali.
Una delle cause: consumo del suolo eccessivo
Le zone maggiormente colpite sono anche quelle in cui è stato fatto un consumo del suolo senza, probabilmente, pensare ai possibili rischi. La cementificazione del territorio può portare un benessere economico che risulta, con il tempo, soltanto fittizio. Non solo, al contrario costa di più in termini di recupero per i danni subìti a livello ambientale e di perdita di vite umane.
Comunque, continuare le analisi statistiche di questi fenomeni è fondamentale per poterli prevedere. Sono indagini molto complesse che i climatologi devono condurre confrontandomolti dati. Per esempio quelli dei temporali, delle alluvioni, delle ondate di calore, dei periodi di siccità.
Dovranno, poi, metterli a confronto con quelli della comunità scientifica internazionale. Il punto di partenza è riferirsi al IPCC, Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite.