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Economia e Lavoro

Addio alla pensione INPS per queste donne italiane: chi rischia di perdere l’assegno

È un addio definitivo alla pensione INPS per queste donne italiane? Una categoria in particolare rischia di perdere l’assegno di fine mese.

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Pensione INPS a rischio per una categoria in particolare di donne italiane? Il Governo Meloni si sta muovendo al fine di poter gestire al meglio il tema caldo in oggetto. Con il tavolo pronto a discutere la riforma delle pensioni, ci sono delle variabili che potrebbero non piacere alla platea femminile. Si parla infatti di una possibile revoca dell’assegno di fine mese, ma solo per alcune donne. Di che cosa si tratta nel concreto? Facciamo chiarezza.

Addio pensione INPS per queste donne

L’età avanza e l’idea della pensione INPS è sicuramente fissa. Si iniziano a fare programmi e in molti si chiedono quale sia la scelta migliore per tutti. La possibilità di poter lasciare il lavoro in anticipo è una condizione concreta a disposizione, ma non sempre raggiungibile. La Legge di Bilancio 2023 ha rivisto lo schema e ha proposto una via di uscita dal nome Quota 103.

Lo strumento a disposizione consente alle donne di andare in pensione a 62 anni con 41 anni di contributi versati e maturati. Non solo, insieme a questo il Governo ha confermato l’Opzione Donna e l’APE sociale. Ovviamente, ci sono anche delle variabili da osservare perché l’INPS potrebbe chiudere la porta ad alcune lavoratrici che non rispettano un requisito fondamentale.

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Lo si legge nella circolare n° 25 del 2023, dove sono riportate tutte le istruzioni per l’applicazione dell’Opzione Donna. Questo strumento è applicabile per tutte le donne che hanno maturato 35 anni di contributi versati entro il 31 dicembre 2022, con una età anagrafica di 60 anni.  L’età si riduce in base ai figli con un limite da non superare di due anni.

Revoca della pensione: chi è a rischio?

Per richiedere la pensione si deve avere un handicap oppure essere persone che assistono chi ne ha uno grave. A tal proposito i requisiti in oggetto sono i seguenti:

  • Convivenza con il soggetto con grave handicap;
  • Assistenza continuativa in corso da minimo 6 mesi.

La persona interessata avrà il compito di compilare una autodichiarazione dove conferma di convivere e assistere un soggetto con grave handicap da minimo sei mesi.

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Inoltre, si dovranno riportare i dati anagrafici della persona assistita con tutti gli estremi del verbale che viene rilasciato dalla Commissione Medica. Che riconosce l’handicap grave con un certificato.

Chi assiste deve essere un parente o comunque affine – di secondo grado – dichiarando il grado di parentela e che le altre persone non possono essere a disposizione per l’assistenza. In caso di gravi patologie sarà doveroso allegare tutta la documentazione medica richiesta. Se tutti questi elementi non vengono presentati come richiesto, l’INPS potrà chiedere la revoca della pensione. È importante che ogni punto venga letto e osservato, al fine di poter procedere nel migliore dei modi.

Published by
Marilyn Aghemo