Donne in pensione a 66 anni, novità INPS: chi può smettere prima di lavorare

Arriva una novità per le donne che vogliono andare in pensione a 66 anni, l’Inps fornisce nuovi aggiornamenti per uscire prima dal mondo del lavoro. Scopriamo di cosa si tratta!

Donne in pensione
Donne in pensione – imilanesei.nanopress.it

Andare prima in pensione è il sogno di tante persone e grazie alle varie misure proposte dal governo e dall’Inps è possibile farlo. Anche per le donne ci sono delle novità al riguardo, in particolare per coloro che vogliono andare in pensione a 66 anni. Scopriamo quali sono le novità comunicate dall’Inps!

Proposta di sconto per le lavoratrici madri fino a 1 anno

Sulla riforma delle pensioni spunta una proposta che riguarda le donne lavoratrici madri. La proposta prevede il riconoscimento di 1 anno di sconto a tutte le donne per accedere alla pensione di vecchiaia.

Dunque, invece che andare in pensione a 67 anni, come prevede la legge, le donne andrebbero in pensione a 66 anni. Per far valere la proposta, però, è necessario possedere un requisito, ovvero avere almeno 3 figli. Se venisse approvata, la proposta prevede un costo di 700 milioni di euro all’anno, ma attualmente è in fase di valutazione.

Pensione
Pensione – imilanesi.nanopress.it

Tuttavia, anche se questa proposta appare come una novità, in realtà già oggi alcune donne possono accedere con 1 anno di anticipo alla pensione, sfruttando lo sconto riservato per i figli.

Come funziona lo sconto di 4 mesi per figlio

La misura dello sconto di 4 mesi per figlio, che le lavoratrici madri ad oggi possono già sfruttare, è stata introdotta dalla legge Dini n. 335 del 1995. Bisogna però specificare che questa misura attualmente è valida solo per le donne lavoratrici i cui contributi sono stati versati dopo il 1° gennaio 1996. Inoltre, può essere applicata alle donne che hanno scelto il conteggio in Gestione Separata.

La valutazione della misura permetterà di capire se la si può estendere anche alle donne che hanno contributi versati prima del 31 dicembre 1995, e che quindi rientrano nel regime misto per calcolare la pensione. Scopriamo di seguito come funziona questa misura e cosa cambierebbe nel 2024 se tutte le lavoratrici madri dovessero avere diritto allo sconto.

Il governo Meloni ha promesso lo sconto

Continua il dibattito sull’Opzione donna, che il governo si è impegnato a rivedere. Rimane aperta la questione sulle coperture e quindi i contatti tra ministero del Lavoro e Mef vanno avanti.

Il range di possibilità su Opzione donna va dall’ipotesi di fare ritorno alla precedente versione a quella di intervenire su alcuni paletti fissati dalla misura.

I sindacati insistono per tornare alla versione prima della Manovra, ovvero all’età di 58 anni come uscita per le donne se dipendenti e a 59 anni se autonome, con 35 anni di contributi. Non ci sono però ancora risposte certe in merito, ma c’è una propensione a valutare la possibilità di estendere a tutte le donne l’anticipo di 4 mesi per figlio per accedere alla pensione di vecchiaia.

Sconto dell’età per le donne: come funziona

Come detto prima, oltre all’Opzione Donna, a cui hanno diritto le donne lavoratrici che entro il 31 gennaio 2022 hanno maturato i requisiti, le lavoratrici possono usufruire dell’Opzione Dini. La misura riguarda le madri lavoratrici che rientrano nel calcolo della pensione con il sistema contributivo.

Donne in pensione
Donne in pensione – imilanesi.nanopress.it

Appartengono quindi a questa categoria solo le donne che sono entrate nel mondo del lavoro dopo il 1° gennaio 1996, o le donne che hanno scelto il ricalcolo dei contributi con la Gestione separata. Le donne lavoratrici che rientrano in questa fascia possono andare prima in pensione usufruendo di 4 mesi di sconto per figlio avuto.

Il massimo sconto che si può ottenere è di 12 mesi e permette alle donne che hanno avuto 3 figli di andare a 66 anni in pensione, con lo sconto di 1 anno rispetto a quelli richiesti per la pensione di vecchiaia, che sono 67.

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