Alberto Genovese è stato condannato a 6 anni, 11 mesi e 10 giorni, per i due casi di violenza sessuale, avvenuti a seguito dell’uso di droghe di vario genere sulle modelle. I due casi risalgono al 2020, avvenuti tra Milano e Ibiza.
A stabilirlo, nella giornata di ieri, è stato il CUP Chiara Valori, che ha deciso di respingere l’opposizione da parte della della difesa di Alberto Genovese e la richiesta del ricalcolo della pena.
A settembre il Gupm aveva già ricalcolato, a seguito della sentenza di condanna, la pena per Genovese andando da otto anni e 4 mesi a meno di 7 anni.
I legali successivamente hanno contestato il ricalcolo. Nonostante il tentativo, la condanna è stata confermata, per cui per Alberto Genovese adesso non c’è più niente altro da fare. Dovrà scontare la pena gli spetta. A seguito dell’ordine del PM Blasco, dell’ufficio esecuzione appartenente alla Procura Milanese, è stato eseguito il provvedimento di esecuzione della pena con la carcerazione.
Ricordiamo che inizialmente l’ex fondatore delle start up era ai domiciliari in una clinica per la disintossicazione. Poi è stato trasferito in carcere per scontare la pena a lui assegnata, a seguito dei vari reati contestati. Così è passato dal carcere di Lecco, al carcere di Bollate dove dovrà rimanere fino alla fine degli anni assegnati.
L’unica cosa che la difesa può provare a fare, è chiedere la scarcerazione di Alberto Genovese per esigenze di riabilitazione e cura. Per ottenere, in quanto tossicodipendente, l’affidamento terapeutico, è necessario che la pena scenda sotto i 4 anni.
Il Tribunale di Sorveglianza di Milano potrebbe decidere di non concedergli la misura alternativa sia perché è stato accusato di diverse violenze, sia per aver provato a comprare il silenzio della prima vittima di abusi. Nelle prossime settimane l’imprenditore ad ogni modo dovrà essere interrogato dal PM Rosaria Stagnano e dalla squadra mobile, chiarendo in questo modo la dinamica dei fatti.
Per adesso è stato accusato di due violenze, di detenzione di materiale pedopornografico e di intralcio alla giustizia.
A seguito delle indagini condotte dalla Polizia, ad essere indagati sono anche la ex di Genovese, Sarah Borruso e il braccio destro Daniele Leali, che è stato accusato in particolare di intralcio alla giustizia. La Borruso sarebbe stata accusata di aver partecipato a due episodi di violenza sessuale avvenuti tra febbraio e maggio del 2020.
In particolare Leali è stato indagato per spaccio di droga. Andando oltre gli episodi di stupro, a Genovese viene anche contestata l’accusa di violenza sessuale di gruppo che sarebbe avvenuta giorno 25 febbraio 2020. Insieme a lui era presente anche la sua ex fidanzata. L’episodio sarebbe avvenuto nel corso di una festa nell’attico in centro dove l’imprenditore avrebbe peraltro offerto della droga alla ragazza poi stuprata. A seguito dell’assunzione delle sostanze stupefacenti la ragazza avrebbe perso le facoltà.