Grazie a Quota 103, alcuni pensionati potranno ricevere fino a 700 Euro ogni mese. Vediamo di cosa si tratta.
Ci sono delle importanti novità in vista per alcune categorie di pensionati.
Quota 103 permette agevolazioni a coloro che, pur rispettando i requisiti per il pensionamento anticipato decidono di non ritirarsi dal mondo del lavoro. Vediamo nel dettaglio quali saranno le agevolazioni e a chi saranno rivolte
Quota 103, quali sono le agevolazioni
Con la nuova misura che prende il nome di Quota 103 e andrà a sostituire Quota 103, alcune categorie di lavoratori potranno usufruire di un pensionamento anticipato.
Eppure la buona notizia è per chi nonostante soddisfi i requisiti decida comunque di continuare a lavorare.
In questo caso appena scattano i requisiti, la pensione si “congela” e i versamenti dei contributi verranno erogati direttamente in busta paga. Non è affatto cosa da poco, se si considera che a differenza del 10% annunciato dal governo, l’erogazione comprende sia i contributi a carico del lavoratore, pari al 9,19%, che quelli sull’impresa, ovvero il 23,38%. Il totale quindi è di un 33% in più direttamente in busta paga.
Tutti colori che decideranno di non andare in pensione quindi riceveranno uno stipendio mensile più alto di ⅓.
La manovra è stata inserita nella Legge di Bilancio 2023, seppur ancora in versione provvisoria. Il testo, che ad oggi è ancora una bozza, sottolinea che i lavoratori che rispettino requisiti per Quota 103, vale a dire 62 anni di età e 41 anni di contributi per il 2023, possono scegliere se ritirarsi o continuare a lavorare. Nel secondo caso, rinunceranno all’accredito dei contributi presso l’INPS per ottenerli in busta paga . Ciò significa che i parametri e le cifre per il pensionamento saranno “congelati” fino al raggiungimento della pensione di vecchiaia.
In poche parole se si sceglie di continuare a lavorare non saranno più versati contributi da parte del datore di lavoro ai fini pensionistici. Il corrispettivo verrà infatti erogato direttamente in busta paga.
La somma dunque sale al 33% perché comprende non solo i contributi a carico del lavoratore, poco meno del 10%, ma anche quelli che spettano all’impresa.
In tutto ciò la notizia originariamente diffusa parlava di un 10% in più per chi avesse scelto di non andare in pensione, ma il modo in cui è stata scritta fa intendere in realtà la totalità dei contributi. È da vedere se ci saranno correzioni in corso d’opera e se una parte di questi contributi sarà erogata come bonus.
Quanto conviene questa scelta?
Indubbiamente sono moltissimi lavoratori che non vedono l’ora di andare in pensione. Eppure c’è chi pur avendo i requisiti per un pensionamento anticipato preferisce restare e continuare a lavorare, sia per ragioni personali che, molto spesso, economiche.
D’altro canto chi sceglie di aderire a Quota 103 vede un vero e proprio congelamento della pensione. Infatti si continuerà a lavorare ma non si maturerà più contributi utili a innalzare il cedolino pensionistico mensile. Pertanto il cassetto contributivo si chiuderà a 41 anni.
Ovviamente ogni singolo individuo dovrà valutare al meglio la propria situazione per decidere quale sia l’opzione migliore da scegliere.
Da un lato c’è la possibilità di prendere uno stipendio più alto per un periodo limitato, dall’altra c’è la pensione che sarà percepita in futuro che non sarà incrementata.
È da sottolineare poi che il 33% dei contributi è una cifra lorda, che vedrà ovviamente una riduzione per via delle tasse.
Il provvedimento è senza dubbio vantaggioso per lo Stato, che in questo modo eviterebbe di pagare pensioni per un anno e dieci mesi per poi pagare una pensione più bassa.
Ma la domanda principale da porsi è se l’azienda è disposta a tenere con se il lavoratore fino alla fine della sua carriera. Sarà un lavoratore con uno stipendio aumentato, nonostante egli possa andare in pensione anticipatamente usufruendo di quota 103. Proprio perchè (almeno per ora) le aziende non sono obbligate ad accettare il prolungamento del periodo lavorativo, c’è da mettere in conto anche l’ipotesi di un rifiuto.