All’ospedale Niguarda di Milano ha avuto inizio la sperimentazione del robot BUDD-e che guiderà i non vedenti all’interno della struttura.
All’interno dell’ospedale Niguarda di Milano, in questi giorni, ha avuto inizio la sperimentazione del robot BUDD-e che aiuterà i non vedenti a spostarsi all’interno della struttura. Un progetto portato avanti e finanziato dal Politecnico di Milano nell’ambito del programma Polisocial Award 2021.
E che vede coinvolto anche il Consiglio regionale lombardo dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti ETS, Uici. Con Blind-assistive autonomous droid device, abbreviato BUDD-e, il reparto ricerca dell’università ha voluto andare incontro alle difficoltà di chi non ha più l’uso della vista.
La popolazione non vedente coinvolge il 4% della popolazione a livello mondiale. E, sembra, purtroppo, che questi numeri andranno a crescere nel prossimo futuro. Se i non vedenti sono riusciti, fino ad ora, a cavarsela con bastone e cane guida, la difficoltà si presenta quando si trovano all’interno di strutture che non conoscono.
Un aiuto per abbattere le barriere
Ospedali, centri commerciali e sportivi, alberghi, aeroporti e mezzi pubblici potrebbero diventare abbastanza fruibili grazie all’uso di BUDD-e. Questo potrebbe rivelarsi un buon modo per abbattere le barriere che, ogni giorno, le persone con tale disabilità, si ritrovano ad incontrare.
Il progetto ha come obiettivi quelli di
“realizzare, progettare e personalizzare una nuova guida robotica autonoma, BUDD-e, per persone cieche e ipovedenti, utilizzando un sistema innovativo di interazione uomo-robot”.
E quello di
“rendere spazi pubblici e servizi pienamente accessibili, funzionali e fruibili da soggetti ciechi e ipovedenti identificando i percorsi più adatti per l’utente guidato dal robot a guida autonoma BUDD-e”.
Per i test i ricercatori hanno scelto il Centro sportivo Giurati e nell’ospedale metropolitano Niguarda di Milano. Il suo funzionamento è abbastanza semplice. Al robot vengono caricate delle mappe relative ai percorsi dell’utente prima che venga attivato.
Poi, la persona che lo utilizzerà, si lascerà guidare dal dispositivo tenendo un cavo flessibile, il quale sfrutta la tecnologia “smart tether system“, un sistema di collegamento intelligente, che permette al cavo di rimanere, mentre si utilizza il robot, in tensione.
Questo permette alla persona coinvolta di mantenere sempre la stessa distanza per tutta la durata dell’utilizzo. Il robot seguirà la strada prefissata e sarà in grado di evitare gli ostacoli che potrebbero incontrare sul loro cammino e, soprattutto, si adeguerà all’andatura di chi lo utilizza.
C’è ancora del lavoro da fare
Per il momento BUDD-e è ancora in fase sperimentale. I diversi test a cui viene sottoposto grazie alla partecipazione di alcuni volontari dell’Uici, sia sulla mobilità che sull’autonomia, sono abbastanza positivi. Chi lo ha usato ha confermato che BUDD-e garantisce autonomia e sicurezza nei luoghi non conosciuti.
Ci sono ancora alcuni punti su cui i ricercatori del Politecnico dovranno concentrarsi. Il fatto che, per esempio. BUDD-e possa muoversi solo su percorsi caricati in precedenza, potrebbe essere una limitazione. Al momento si sta anche pensando allo sviluppo di un’app per prenotarlo all’occorrenza.