La classe energetica di tutte le case green dovrà essere migliorata entro e non oltre una determinata data stabilita dall’Europa. Un problema per molte persone, soprattutto se si ha necessità di vendere o affittare l’immobile. Ecco il perché.
L’inquinamento ambientale è un tema centrale in questi anni di cambiamento in ogni settore. Ovunque, infatti, si stanno mettendo in atto vere e proprie strategie per ridurre il numero delle emissioni nocive e per essere sempre meno impattanti dal punto di vista ambientale.
Anche le case, quindi, dovranno assicurare il massimo risparmio energetico in futuro. Per questo motivo, l’Europa ha imposto a tutti gli immobili di adeguarsi a questa situazione, in modo tale da ridurre l’impatto negativo sull’ambiente del nostro pianeta.
La direttiva europea impone a tutti gli edifici di avere la classe energetica E entro e non oltre il primo gennaio del 2030. Dal 2033, poi, tale classe dovrà scendere a quella D. L’obiettivo è di arrivare a una sorta di neutralità climatica a zero emissioni, entro e non oltre il 2050.
Per generare in positivo un vero e proprio “salto” verso la classe energetica, è indispensabile effettuare dei lavori di ristrutturazione sul proprio immobile. Essi possono essere molto cari e arrivare a costare una somma compresa fra i 20 mila e i 50 mila euro di media.
In un periodo di inflazione e di carovita come questo, potrebbe essere una spesa non sostenibile per moltissime persone. In questo articolo, faremo luce su questa situazione e sulle problematiche che potrebbero esserci nel caso in cui si decidesse di vendere o di affittare un immobile di proprietà. Ecco i dettagli.
La direttiva europea sulle case green: ecco le difficoltà per moltissimi italiani
I lavori per adeguare il proprio immobile dal punto di vista del risparmio energetico possono essere tanti e, come detto, anche molto costosi. Sono in molti a optare per l’installazione di pannelli solari sul tetto. Altri, invece, per mettersi in regola con il passaggio verso le classi energetiche “migliori”, optano per una sostituzione di tutti gli infissi, per l’installazione di pompe di calore, ma non solo.
Anche la coibentazione consente di eliminare quanto più possibile la dispersione di calore, isolando l’ambiente interno dall’esterno. In questo modo, il risparmio energetico sarà notevolmente migliore. Sono questi solo alcuni dei lavori che è possibile scegliere di fare per adeguare la propria abitazione alla direttiva europea.
Indicativamente, la classe energetica E ha un consumo compreso fra i 91 e i 120 KWh/mq all’anno. La classe D, invece, abbassa questo consumo energetico in una soglia compresa fra i 71 e i 90 KWh/mq all’anno.
Per quale motivo c’è il rischio che molti italiani possano avere difficoltà nella vendita e nell’affitto della propria abitazione? Ecco tutto quello che c’è da sapere su questa situazione non propriamente piacevole.
Il rischio per moltissime persone
Come abbiamo anticipato, i lavori di ristrutturazione per adeguarsi alla direttiva europea possono essere molto costosi. Non tutti gli italiani, quindi, possono permettersi una cifra così dispendiosa, specie in questo periodo storico di rincari in ogni settore della vita quotidiana.
Le persone che sono maggiormente “colpite” da questa decisione sono quelle con un reddito inferiore a una determinata soglia. Anche per i benestanti rappresenta una mazzata, ma essa potrà essere maggiormente sostenibile, sotto un certo punto di vista.
Chi non può permettersi di adeguare il proprio immobile, potrebbe pensare di venderlo. Il punto è che un immobile non adeguatamente ristrutturato rischia di perdere tantissimo valore sul mercato immobiliare. Oltre alle difficoltà di vendita, quindi, si potrebbe arrivare a una svalutazione clamorosa della propria abitazione.
Non è finita qui. Alcune norme, infatti, potrebbero obbligare l’utente a non poter vendere l’immobile, senza aver eseguito su di esso prima i lavori di passaggio verso una classe energetica migliore.
La direttiva europea sulle case green sarà molto presto approvata. Un’ulteriore brutta notizia dal punto di vista economico per milioni di italiani in possesso di una o più abitazioni. Chi possiede un immobile storico o, comunque, maggiormente datato, sarà obbligato a mettersi in regola per quanto concerne i vari passaggi verso le classi energetiche meno impattanti sull’ambiente.
In pratica, dal primo gennaio del 2030, per vendere o affittare la casa sarà necessario aver già effettuato i lavori di ristrutturazione e di adeguamento energetico.