Caso Yana Malayko, la versione delirante del killer: “L’ho uccisa come lei ha ucciso me”

Spunta, dalle carte d’inchiesta, la confessione del killer (ex fidanzato della vittima) alla sorella riguardo la scomparsa di Yana Malayko.

Carabinieri
Carabinieri – imilanesi.nanopress.it

In seguito alle parole di suo fratello, la giovane donna ha avvisato immediatamente i carabinieri. In casa sono state trovate tracce di sangue appartenente alla vittima.

Caso Yana Malayko, la versione delirante del killer

Quello di Yana Malayko è l’ennesimo caso di femminicidio. Venerdì scorso, alle 9:18 all’interno di un appartamento sito al quarto piano di un grattacielo presso piazzale della Resistenza, precisamente a Castiglione delle Stiviere, un uomo moldavo 33enne di nome Dumitru Stratan confessa a Cristina, sua sorella, di aver ucciso l’ex compagna Yana, ragazza ucraina di 23 anni. La confessione delirante dell’uomo è la seguente:

“Ho ammazzato Yana come lei ha ammazzato me.”

Da quel giorno si continua a cercare il corpo della giovane vittima in interrottamente, ma purtroppo nessuna traccia. A casa di Cristina, luogo in cui la giovane Yana era ospite, c’è solo il suo sangue, non il corpo. Il killer ora è detenuto nel carcere di Mantova accusato di occultamento di cadavere e ovviamente di delitto meditato, preparato e compiuto. A delineare l’accusa è Antonio Serra Cassano, all’interno delle pagine di ordinanza di custodia. A far maturare il delitto è un contesto che ricalca gli schemi di ogni caso di femminicidio: killer ossessionato da Yana e dal fatto che lei non accettasse di continuare la loro relazione e quindi che si stesse giustamente rifacendo una nuova vita. Dumitru aveva aspettato Yana, qualche giorno prima del delitto, all’Event coffee, ovvero il bar della sorella Cristina. Il nuovo fidanzato di Yana ha commentato la tragedia e ha dichiarato:

“Yana mi riferiva che Dumitru aveva confessato di essere deluso, l’aveva chiamata traditrice e aveva aggiunto che qualora avesse intrattenuto una relazione con un uomo conosciuto da entrambi, lui l’avrebbe uccisa. Era la prima volta che la minacciava. Ma durante la relazione aveva alzato le mani su di lei un paio di volte.”

L’agguato è stato premeditato, poco dopo la mezzanotte di giovedì Yana si trovava a casa del nuovo compagno quando inizia a ricevere svariati messaggi e sei chiamate consecutive da parte di Dumitru. É così che l’inganno è avvenuto: l’uomo aveva con sé il cane della ragazza che pare non stesse tanto bene, così decide di telefonare a Yana per chiederle di incontrarsi e riconsegnarglielo all’interno dell’appartamento della sorella Cristina. Nel frattempo Dumitru non perde l’occasione per informarsi sulla vita sentimentale dell’ex fidanzata e le chiede se si trova in quel momento insieme a qualcuno.

Ovviamente la giovane si trova in difficoltà, è esasperata e perciò a quella domanda resta diffidente. Accetta però di incontrarlo seppur trova strano quell’appuntamento. Dopo le ore 1:30 la ragazza nota che la situazione diventa sempre più inquietante, a casa di Cristina le telecamere di videosorveglianza davanti l’accesso del bilocale sono spente e attribuisce immediatamente la manomissione di quest’ultime all’ex fidanzato, che possiede una copia delle chiavi dell’abitazione. Durante l’attesa Yana resta in contatto con il nuovo fidanzato informandolo anche dell’arrivo di Dumitru. Racconta di vederlo arrivare in lontananza insieme al cane che sembra in buona salute, una volta arrivato a destinazione Dumitru cerca colui che ritiene essere il suo rivale, convinto ovviamente di trovarlo, Yana a quel punto confessa di essere stata con lui per tutta la sera. Alle 2:30 circa i due si salutano un’ultima volta ma per la ragazza sono gli ultimi momenti di vita.

Carcere di Mantova
Carcere di Mantova – imilanesi.nanopress.it

L’assassino commette diversi errori anche grossolani, ripresi dalle telecamere di sorveglianza del palazzo e da quelle della zona. Le riprese ritraggono l’uomo affacciarsi dall’ascensore guardingo alle ore 5:13, dopo poco meno di un minuto circa lo si vede uscire dall’ascensore trascinando via un involucro azzurro particolarmente voluminoso e all’apparenza pesante. Le immagini fissano la sua uscita dalla porta nel parcheggio riservato ai condomini con quel peso e il suo ritorno stavolta però attraversando la porta principale. Anche la scomparsa della sua auto, Mercedes coupé di colore nero, dall’ingresso carraio: l’uomo che sistema nel bagagliaio qualcosa e l’autovettura che gradualmente si allontana. Pare che la meta fosse località Valle, una zona di prati, boschi, un laghetto, torbiera e un pozzo artificiale. A quanto pare la tomba della giovane Yana Malayko si trova ancora lì, purtroppo nascosta.

Poi, in seguito ad una conversazione normalissima, arriva l‘agghiacciante confessione alla sorella. Cristina avvisa immediatamente i carabinieri che riescono a fermare il killer a casa di quest’ultima. L’uomo aveva ancora i graffi freschi sulle mani probabilmente lasciati da rami o arbusti nel mentre che cercava di occultare il cadavere. Nel bilocale della sorella c’era ancora il giaccone pieno di fango e tracce di sangue della vittima, per adesso tutto ciò che rimane della povera Yana.

Impostazioni privacy