Ancora problemi con le pensioni. Per alcuni pensionati è in arrivo una brutta sorpresa da parte dell’INPS. Ecco di cosa si tratta.
È aria di cattive notizie per alcune categorie di pensionati, o meglio per chi sta per ritirarsi dal mondo del lavoro, che potrebbero trovarsi a fare i conti con una brutta sorpresa da parte dell’Inps. Vediamo di approfondire dunque quali categorie sono coinvolte e cosa potrebbe succedere.
La riforma delle pensioni
Nonostante fosse attesa per il mese di gennaio, la riforma pensionistica tanto desiderata non è ancora stata portata completamente a termine. Sono molti infatti i pensionati che sono in attesa di un adeguamento del loro cedolino pensionistico ma che non hanno ancora una data certa sulla quale fare affidamento. D’altro canto la situazione economica incerta, quella che la rivalutazione dovrebbe alleggerire, non permette una revisione adeguata del sistema previdenziale.
Attualmente per ottenere la pensione di vecchiaia sono necessari due requisiti fondamentali. Il primo prevede un’età anagrafica superiore ai 67 anni, mentre il secondo che fa riferimento ai contributi, prevede almeno 20 anni di versamenti. In alternativa, è possibile ritirarsi anticipatamente dal mondo del lavoro qualora si abbiano 64 anni di età, 20 anni di contributi versati e un assegno pensionistico che superi almeno 2,8 la pensione minima, nota anche come assegno sociale. Ma la situazione spesso è più articolata di quanto possa sembrare, motivo per cui alcuni pensionati potrebbero ritrovarsi una spiacevole sorpresa ad attenderli.
Una brutta sorpresa per alcuni pensionati
Come anticipato, per poter usufruire della pensione è necessario basarsi sul calcolo di età anagrafica sommata ai contributi. Attualmente però, il sistema pensionistico che vige in italia è di tipo misto e con regole particolari e alcune eccezioni. Ad esempio, se si dispone di 18 anni o più di contributi maturati e versati entro la data del 31 dicembre 1995, i calcoli per la retribuzione si sommano fino alla fine di dicembre 2011.
Ma cosa succede a chi si ritrova con meno di 18 anni di contributi?
Se alla data del 31 dicembre 1995 ci si dovesse ritrovare con meno di 18 anni complessivi di contributi versati, si vedrà la propria pensione calcolata utilizzando il sistema di retribuzione fino al 31 dicembre 1995 e con il sistema di contribuzione per gli anni successivi a tale data. Questo comporta indubbiamente uno svantaggio per i pensionati che rientrano in questa categoria, in quanto questo tipo di calcolo potrebbe far slittare il pensionamento o vedere degli importi inferiori.
A risentirne saranno tutti coloro che si ritireranno dal mondo del lavoro tra il 2023 e il 2024. Come precedentemente anticipato, ad oggi si può andare in pensione a 67 anni di età con 20 anni di contributi e un assegno che sia di almeno 1,5 volte superiore a quello minimo. In mancanza di questi requisiti, sarà necessario attendere i 71 anni di età per ritrovarsi con un assegno pensionistico che rischia di essere piuttosto basso.