Tre militari sono stati condannati a un mese di carcere dal giudice dopo l’accusa di catcalling ai danni di una ragazza 19enne. Pena sospesa e pagamento di 3.000 come risarcimento danni.
Tre giovani militari sono stati condannati a un mese di carcere, con pena sospesa e senza menzione, per aver molestato verbalmente una ragazza di 19 anni nel marzo 2021 mentre erano impegnati nell’operazione Strade Sicure.
L’indagine è stata avviata dopo che la ragazza ha presentato una denuncia per essere stata vittima di catcalling da parte dei tre militari il 21 marzo 2021 all’interno di un bar.
Cosa hanno fatto i tre militari
I tre giovani, che erano fuori servizio in quel momento, hanno molestato la giovane verbalmente, a difesa della quale è intervenuto il padre.
Nonostante il fatto che questa tipologia di reato non sia disciplinato dalla giurisprudenza italiana e rientra nella casistica di molestie o stalking, i tre ragazzi si sono ritrovati imputati in quello che è uno dei primi processi per catcalling in Italia.
Cosa ha deciso il giudice
Secondo la ricostruzione degli eventi, la giovane è stata oggetto di molestie verbali ripetute da parte dei tre militari, fino a quando i genitori della stessa sono intervenuti in sua difesa.
Tuttavia, l’avvocato Salvo Lo Greco, che rappresenta i ragazzi, sostiene che i tre hanno soltanto chiesto alla giovane e alla sua amica “se volevano bere qualcosa insieme a loro”. Inoltre, l’avvocato ha sottolineato che nessun testimone ha confermato la versione della vittima.
Lo Greco ha anche affermato che la ragazza avrebbe avuto interesse a coprire un’altra situazione, ovvero quella in cui suo padre era intervenuto in sua difesa, prendendo a schiaffi uno dei militari. Tuttavia, questa accusa non è stata presa in considerazione.
Luigi Fuda, giudice monocratico, ha condannato i tre militari a un mese di carcere, con pena sospesa e senza menzione, oltre alle spese processuali e a un risarcimento di tremila euro alla vittima.
Marisa Marchini, vice procuratore onorario, aveva invece avanzato la richiesta di una condanna a due mesi di carcere senza attenuanti generiche, poiché i tre imputati non si sono ufficialmente scusati e avrebbero dovuto tutelare la tranquillità pubblica invece di turbare una ragazza di 19 anni, supportandosi a vicenda.
L’avvocato dei militari ha annunciato un ricorso e ha chiesto l’assoluzione con la formula più ampia, sottolineando le conseguenze disastrose che una condanna avrebbe sulle loro carriere e il loro lavoro, considerando che uno dei tre ha già lasciato la divisa.