Condominio, come comportarsi quando il vicino fa rumore

Quando si vive in condominio ci sono regole da seguire, in particolare vige quella di non fare rumore in determinate ore della giornata.

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Cominciamo col dire che esistono fasce orarie diverse che vanno rispettate da coloro che vivono in un determinato contesto, come ad esempio un condominio. Posto che vi possono essere differenze decise dall’amministrazione del palazzo, vi sono comunque delle linee generali.

Le fasce libere in genere vanno dalle 8.00 alle 13.00 del mattino e dalle 16.00 alle 21.00 di sera. Il resto del tempo è destinato al riposo, per cui i rumori in quei frangenti sono considerati molesti.

Devono, però, superare una soglia di tollerabilità, ossia circa 3,5 decibel. Chi non rispetta tali orari può incorrere in azioni di tipo civile o penale da parte degli altri condòmini. Eventuali deroghe temporanee devono essere decise dall’amministratore condominiale con il consenso dei condòmini.

La definizione di rumori molesti è variabile, dipende dalla situazione. Queste sono le principali: la televisione o la radio a volume eccessivo o feste frequenti durante la notte, camminare con i tacchi.

Perizia fonometrica

Oppure i bambini che urlano, litigi e l’uso di attrezzi quali trapano o simili. Inizialmente coloro che sono disturbati si possono rivolgere all’amministrazione o chi di competenza. Questo richiede poi la cessazione del fatto disturbante.

Se, però, la questione non si risolve, la persona interessata può rivolgersi al giudice con una perizia fonometrica di un tecnico oppure con un testimone. Il magistrato  stabilisce così con esattezza se il rumore supera la soglia di tollerabilità.

Prima della sentenza valuterà tre aspetti: il luogo, la persistenza e l’orario. Nel caso in cui un rumore disturbi soltanto un condòmino, si configura un illecito civile. La causa mirerà ad ottenere il risarcimento del danno.

Il giudice potrà così disporre, con la condanna per rumori molesti, la cessazione immediata. Eventualmente anche l’obbligo del disturbatore di insonorizzare l’appartamento e l’ammontare del risarcimento.

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Questo ai sensi dell’articolo 2043 del Codice Civile. Se i rumori provocano danni comprovati, ad esempio, di salute psico-fisica, si invia una lettera di diffida. Questa deve contenere informazioni dettagliate sulle generalità del diffidante, il condominio dove vive il disturbatore, gli eventuali testimoni e tutti i dettagli dei fatti lesivi della quiete.

Reato

Infine, la richiesta di interrompere i rumori, pena il ricorso alle autorità giudiziarie. Tale lettera può essere inviata tramite raccomandata A/R oppure consegnata a mano. Diversamente, se la questione coinvolge la maggior parte dei condòmini, siamo di fronte ad un reato di disturbo della quiete pubblica.

E questo rientra nell’articolo 844 del Codice Civile e nell’articolo 659 comma 1 del Codice Penale. In questa situazione specifica, si potrà sporgere denuncia chiamando i carabinieri o i vigili urbani. Anche qui è possibile ottenere il risarcimento del danno, costituendosi parte civile all’interno del processo penale.

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