La Guardia di Finanza in questi giorni sta effettuando dei controlli e delle sanzioni importanti a causa delle partite IVA false aperte nel corso di questi anni.
La stretta sulle partite IVA apri e chiudi per sfuggire alla dichiarazione dei redditi ed evitare di versare i contributi è stata data e continuerà per il prossimo periodo nella speranza di trovare gli evasori.
Tutto questo, infatti va a creare un danno importante allo Stato. Secondo una prima stima, si parla di mezzo milione di partite IVA false che danno una stangata allo Stato e alla popolazione italiana, davvero grave.
L’Agenzia delle Entrate dà il via ai controlli effettuati dalla Guardia di Finanza
Per questo motivo l’Agenzia delle Entrate ha dato il via libera alla Finanza per effettuare dei controlli su alcune persone e aziende che nel corso degli ultimi tempi hanno effettuato dei movimenti particolari, alquanto strani. Chi viene sottoposto a controllo è chiamato a dimostrare la solidità imprenditoriale dell’attività di cui è in possesso.
Chi non supera l’esame deve cancellare la partita IVA e pagare una multa di €3000. Chi viene multato, per aprire la partita IVA in seguito, deve sottoscrivere una fideiussione bancaria di tre anni con un importo superiore a 50 mila euro. Nel provvedimento preso per risolvere la problematica, l’Agenzia delle Entrate definisce e stabilisce dei criteri e delle modalità di controllo delle partite IVA ben precise.
Dal 2022 ad oggi la situazione è cambiata ma è sempre più problematica e preoccupante, ecco il perché
Alla fine del 2022 le partite IVA in funzione erano quasi 5 milioni. Nel 2022 sono state aperte 500.000 partite IVA con la flessione dell’8,7% rispetto all’anno precedente. Giovanni Assisi, in queste settimane ha dichiarato che la crescita del fenomeno delle false partite IVA non rallenta, anzi aumenta di giorno in giorno e supera quota 500.000. Il che è ovviamente preoccupante.
A questo punto si arriva a parlare di una partita IVA falsa su 10. Queste portano la finanza ad effettuare dei controlli e delle ispezioni fisiche nelle aziende e nei negozi, anche nei piccoli.
I dati rilasciati dal Tesoro, ecco cosa si evidenzia
Secondo i dati del Tesoro il 20% delle partite IVA aperte nel 2022, sono state richieste da asiatici ma questo non vuol dire nulla. Nel primo trimestre del 2023 sono state aperte 177.725 partite IVA con un calo del 6,4% rispetto all’anno scorso. Il 71% di queste è riconducibile a persone fisiche, mentre il 19,1% a società di capitali e il 3% a società di persone.
Il 48,9% di queste si trovano a nord, il 21,1% al centro, mentre il 29,8% nelle isole o comunque a sud. Molte delle partite IVA sono state aperte dalle donne, la percentuale in questo caso è del 40,7%.