Deceduto un ciclista travolto da un furgone

 E’ deceduto in seguito ad un incidente stradale un uomo a bordo della sua bicicletta, alla guida del furgone un detenuto ubriaco in permesso

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Nel pomeriggio di ieri, a San Giuliano Milanese, un altro incidente mortale. Un uomo di 78 anni, si trovava per strada con la sua bicicletta, quando è stato travolto da un furgone. Dalle prime ricostruzioni si tratterebbe di un Iveco Dayli guidato da un giovane ragazzo di 25 anni. L’anziano signore, Renato B., residente a San Giuliano, è deceduto sul colpo.

Sul posto, nella cava di via Lario, sono arrivati gli agenti delle forze dell’ordine e i soccorsi del 118. Purtroppo per l’anziano signore non c’era più nulla da fare. I sanitari, quando sono arrivati sul luogo dell’incidente, il 78enne era già deceduto. Gli agenti, invece, hanno avuto da fare per recuperare il responsabile dell’incidente.

Dalle ricostruzioni degli inquirenti, il conducente del furgone era un ragazzo di 25 anni. Risultava detenuto presso il carcere di Bollate. Si trovava all’esterno in permesso lavorativo. Era, infatti, il suo primo giorno. Si trovava presso la Cooperativa di Sesto Ulteriano. Insieme  alui anche un altro detenuto, sempre in permesso lavorativo.

Detenuto in permesso lavorativo

I due sarebbero dovuti rientrare in carcere in serata. Nel pomeriggio, il ragazzo, sembra abbia discusso con alcuni suoi colleghi della cooperativa. Arrabbiato, sarebbe salito sul furgone di proprietà della cooperativa e si sarebbe allontanato. Arrivato nella zona delle cave, si sarebbe impantanato.

Ed è proprio in quel momento che ha travolto in 78enne trascinandolo per una cinquantina di metri. Il 25enne, visto che oramai il furgone non si muoveva più, è sceso cercando di scappare tuffandosi nel laghetto della cava del Tecchione. Le forze dell’ordine della locale di San Giuliano, con a capo Fabio Allais, comandante, aiutati dai sommozzatori della squadra dei vigili del fuoco lo hanno seguito e ripescato.

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Il giovane, nonostante la giovane età, ha molti precedenti ed alcuni anche gravi. Lo avevano arrestato qualche anno fa, infatti, per tentato omicidio.Dopo altri accertamenti, la polizia ha scoperto che il ragazzo non poteva nemmeno guidare, a causa della sospensione della patente.

I soccorsi lo hanno trasportato all’ospedale San Paolo per verificare le sue condizioni sia fisiche che psichiche. Infatti, al momento dell’incidente sembra che il 25enne fosse in uno stato alterato, probabilmente ubriaco. Ora è di nuovo in manette accusato di omicidio stradale.

Un’altra vittima della strada da aggiungere al già elevato numero di quelli che l’ASAPS, l’Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale, con il suo Osservatorio Ciclisti, chiama invisibili. I primi mesi di quest’anno ne contano già troppi. Fino al 14 maggio i ciclisti deceduti su strada perchè travolti da un qualche mezzo, sono già 44.

Questi dati, purtroppo, andranno ad aumentare con la primavera. Solo in Lombardia, per questi primi mesi, se ne contano già 14, ed è la regione che ne detiene il primato. A quesi vanno aggiunte le vittime che rimangono ricoverate in ospedale magari per qualche giorno, ma che poi non ce la fanno.

L’ASAPS, nel tentativo di sensibilizzare il pubblico, ha attivato la geolocalizzazione dei sinistri stradali mortali in Italia, specifica per i ciclisti. Oltre, naturalmente, a richiedere ancora una volta con forza alle istituzioni di rendere obbligatori i sensori. Spesso, infatti, i ciclisti vengono travolti da camion o tir che, per le loro dimensioni, non si accorgono delle persone sulle strada che vanno in bicilcetta. Forse anche i comuni e le province dovrebbero rivedere le strade e dotarle di piste ciclabili degne di questo nome.

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