Il funerale verrà celebrato in forma privata nella parrocchia di Santa Lucia, a Napoli proclamato lutto cittadino in loro ricordo
Una vicenda tragica che ha portato alla morte di Giulia e del suo bambino che era ormai vicino alla nascita. La giovane, di 29 anni, era al settimo mese di gravidanza. E’ stata accoltellata dal compagno Alessandro Impagnatiello di 30 anni, nella notte del 27 maggio. Sono passati tredici giorni da quel crimine efferato.
Ora la famiglia può celebrare il funerale della giovane e del figlio che portava in grembo. La cerimonia funebre si svolgerà domani a Sant’Antimo, in provincia di Napoli, nella parrocchia di Santa Lucia. Le esequie saranno in forma privata, e nel comune sarà lutto cittadino per ricordare le vittime.
Sul manifesto funebre spicca una foto sorridente della giovane con il nome di Thiago. I genitori Loredana e Franco con i fratelli Chiara e Mario. I parenti e gli amici si ritroveranno per la cerimonia alle 15 di domani, domenica 11 giugno. L’omicidio è avvenuto a Senago, in provincia di Milano, nella casa che Giulia condivideva con il fidanzato.
Alessandro aveva due relazioni contemporaneamente
Lui aveva un’amante, una giovane 23enne di origini inglesi che lavorava come cameriera nello stesso locale di Milano. Questa era all’oscuro del fatto che Alessandro avesse ancora una relazione con Giulia, pensava, infatti, fosse finita mesi prima. Anche lei era rimasta incinta, ma aveva deciso di abortire continuando, comunque, a frequentarlo.
A volte notava qualche particolare, come ad esempio la piastra per i capelli, ma lui aveva sempre la scusa pronta. La poca chiarezza però cominciò ad insospettirla tanto che iniziò a registrare le telefonate. Alessandro arrivò a dirle che non era il padre del figlio che Giulia portava in grembo.
Si procurò perfino un esame del DNA falso. Ma la ragazza non era tranquilla per cui decise di parlare direttamente con l’altra. Si incontrarono e discussero tranquillamente, decisero di avere un confronto diretto con Alessandro. Lui non accettò e poi avvenne la sparizione di Giulia, che allarmò molto la 23enne.
Cominciò ad avere paura di lui e non accettò mai di incontrarlo nonostante la sua insistenza. Quando, in seguito, scrisse un messaggio a Giulia fu certa che qualcosa non andava visto le sue risposte fredde e strane. Per questo si recò dalla polizia raccontando le sue inquietudini.
Era, infatti, Alessandro a messaggiare dopo aver assassinato la compagna. Aveva denunciato la sua scomparsa mentre in realtà stava occultando il cadavere. Dopo averla colpita con 37 accoltellate ha nascosto il corpo in macchina. Ha anche cercato di bruciarlo per due volte, cospargendolo di benzina, senza riuscirci.
Molte le tracce rilevate dal luminol
Dopo qualche giorno però è arrivata la sua confessione e l’indicazione su dove trovare la vittima. La casa era stata ben ripulita, quasi in modo maniacale, dall’assassino. Le numerose tracce sono state però individuate grazie al luminol. Il sangue era ovunque dalla cucina al salotto, alle scale e sulle pareti.
La scientifica ha evidenziato anche il danneggiamento del neon del garage che probabilmente era stato raggiunto dalle fiamme quando l’omicida ha cercato di bruciare il corpo. Da questi rilievi emerge che molto probabilmente Impagnatiello ha colpito la donna alle spalle, accoltellandola alla gola.
Le tracce hanno dato modo agli inquirenti di ricostruire la vicenda dal punto in cui è avvenuta al trascinamento fino al piano inferiore della palazzina di via Novella dove i due vivevano. Al momento dell’interrogatorio lui ha dichiarato di avere agito da solo e di essere lucido. L’avvocato ha dunque escluso l’incapacità di intendere e di volere.