Dramma della solitudine nel pavese, clochard muore nell’incendio della sua baracca

Un dramma della solitudine si è verificato a Pavia dove un clochard è morto bruciato nella sua casotta abbandonata sul Ticino.

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Lui era Giovanni e purtroppo aveva dei problemi di salute. Non aveva una casa e per questo aveva ricavato una sorta di riparo in una casotta abbandonate vicino al Ticino.

Passanti e gente del luogo raccontano di averlo visto portare dentro la casotta un materasso. Qualcun altro racconta di averlo visto portare in giro il cane sul Ticino.

Chiunque lo conosceva, era un uomo buono, sempre solo

Il racconto ha un qualcosa di doloroso e tragico. C’è chi dice di averlo visto parlare da solo facendo rientro dentro il suo capanno. Probabilmente questa morte poteva essere evitata, se solo chi di dovere avesse fatto qualcosa per aiutarlo.

Durante il pomeriggio di ieri Giovanni, era dentro la sua casotta. Aveva portato dentro degli strumenti per potersi riscaldare viste le basse temperature di questi giorni.  Nonostante sia arrivata la primavera, solo secondo il calendario, in molte regioni d’Italia fa ancora parecchio freddo.

Colpo di coda dell’inverno uccide Giovanni clochard 60enne

È stato il colpo di coda dell’inverno ad ucciderlo, perché molto probabilmente qualcosa degli strumenti di cui usufruiva per riscaldarsi non ha funzionato. Il 60 enne infatti sarebbe morto a causa delle esalazioni. Secondo la ricostruzione dei fatti dapprima si sarebbe addormentato, poi sarebbe morto bruciato quando la casotta ha preso fuoco.

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Sul posto sono arrivati subito i vigili del fuoco, la polizia e la polizia locale, allertati da chi si era reso conto della gravità della situazione trovandosi nei paraggi. Purtroppo però al loro arrivo non c’era più nulla da fare.

Chi frequenta il fiume è rammaricato, nessuno ha fatto qualcosa per aiutarlo

Nel cuore delle persone che frequentano abitualmente il fiume è rimasto tanto rammarico. Tutti pensano a ciò che chiunque avrebbe potuto fare e non ha fatto. Giovanni, è stato lasciato da solo così come molti altri nelle sue stesse condizioni.

Sarebbe bastato offrirgli un’alternativa umile alla casotta abbandonata. Proprio un mese fa, si è verificato un caso analogo nel parco della Vernavola, considerato il polmone verde di Pavia. Qui Paolo Brambati che tutti conoscevano come “l’eremita” è morto a soli 60 anni, ma il suo cadavere è stato ritrovato soltanto diversi giorni dopo.

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