Qualcuno potrebbe anche riuscire ad andare in pensione molto prima rispetto ai propri coetanei: ci sono due modi.
La crisi economica che ha colpito molte famiglie italiane nell’ultimo periodo ha portato il governo ad introdurre ancora più bonus e incentivi per consentire ai nuclei più in difficoltà di arrivare alla fine del mese. I rincari provocati prima dalle conseguenze della pandemia di Covid-19 e poi dallo scoppio del conflitto in Ucraina hanno riguardato soprattutto le bollette di luce e gas, ma anche i generi alimentari sono stati interessati da forti rialzi, come ha potuto notare chiunque si sia recato in supermercato (ma anche al bar o al ristorante) in questi ultimi mesi.
Andare a 50 anni in pensione è possibile? Come stanno le cose
Gli incrementi hanno messo in ginocchio anche i pensionati, specialmente coloro che percepiscono un trattamento pensionistico inferiore a 1.000 euro e magari si ritrovano a dover pagare anche l’affitto e provvedere ad altre spese. L’aumento delle pensioni del 7,3% previsto per questo 2023 in seguito alla perequazione – ovvero alla rivalutazione dell’importo pensionistico legato all’inflazione – rappresenta senza dubbio un aiuto, ma c’è bisogno di fare di più.
Nonostante queste difficoltà, in molti sperano di andare in pensione il prima possibile, magari anche prima dell’età prevista. Addirittura c’è anche chi auspica di ottenere lo status di pensionato a 50 anni. Ma è davvero possibile? In realtà qualche speranza c’è, ma si tratta di un’impresa a dir poco complicata.
Esistono effettivamente 2 opzioni pensionistiche che non tengono conto dei requisiti anagrafici del lavoratore, ma soltanto di quelli contributivi. La prima è piuttosto nota e prende il nome di Quota 41, anche se è spesso denominata pensione per lavoratori precoci; la seconda opzione è invece la pensione ordinaria anticipata. In entrambi i casi si tiene conto solo del requisito contributivo.
Quota 41 e pensione anticipata ordinaria: tutti i dettagli
Quota 41 è destinata ai cosiddetti lavoratori precoci, cioè coloro che hanno maturato minimo un anno di contributi prima di aver compiuto i 19 anni. Non è tutto, perché il lavoratore precoce deve far parte di uno di quei profili che vengono tutelati, vale a dire caregiver, invalido, disoccupato, lavoratore usurante o gravoso. Se sussistono questi requisiti, il lavoratore può andare in pensione dopo aver maturato 41 anni di contributi.
Ciò significa che in via del tutto teorica il lavoratore potrebbe a 50 anni andare in pensione, ma si tratta di una probabilità ridottissima: vorrebbe dire che il soggetto ha cominciato a lavorare a soli 9 anni. Tenendo conto che prima del 2006 la legge italiana impediva di lavorare prima dei 14 anni di età, è molto più facile per i lavoratori precoci ottenere lo status di pensionati dai 55 anni in poi.
Venendo invece alla pensione anticipata ordinaria, si tratta di un’altra interessante opzione che consente alle donne di poter uscire dal mondo del lavoro con 41 anni e 10 mesi di contributi, e agli uomini di andare in pensione con 42 anni e 10 mesi di contributi, senza tenere conto dell’età anagrafica. Ma anche in questo caso è sufficiente un rapido calcolo per rendersi conto che andare in pensione a 50 anni è quasi impossibile, mentre dai 55 anni in su l’ipotesi si fa molto più concreta.
Infine, per andare in pensione prima del tempo è anche possibile versare i contributi volontariamente (ma ovviamente ci sono dei costi non banali) o riscattare i periodi non coperti dalla contribuzione obbligatoria.