Il governo spenderà oltre 5 miliardi di euro per l’Assegno di inclusione

Nel 2024 il governo spenderà per l’assegno di inclusione oltre cinque miliardi di euro. A prevederlo è la bozza del decreto lavoro giunta in Cdm il primo maggio. Si prevedono aumenti di spesa negli anni successivi. 

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Come previsto nella bozza del decreto approdata in Cdm nella giornata del primo maggio, nel 2024 il governo spenderà oltre 5 miliardi di euro per garantire l’assegno di inclusione a coloro che ne hanno diritto. Per il 2025 e il 2026 le cifre sono destinate ad aumentare.  

Altre novità previste dalla bozza del decreto lavoro sono l’aumento di altri 4 punto del taglio del cuneo e un aumento fino a tremila euro dei fringe benefit.  

Spesa prevista per Rdc  

Approda in Consiglio dei ministri nella giornata del primo maggio la bozza del decreto lavoro, che comprende le spese da affrontare nei prossimi anni per mettere in atto alcune misure per contrastare la povertà.  

E’ prevista una spesa di 384 milioni nel 2023 per continuare ad erogare il Reddito di cittadinanza, mentre è prevista una spesa di 276 milioni nel 2023 per lo Strumento di attivazione del lavoro che entrerà in vigore il primo settembre. La spesa per l’attivazione di questo strumento nel 2024 sarà di 2,1 miliardi, che negli anni seguenti scenderà gradualmente.  

L’assegno di inclusione sostituirà il Rdc 

Come previsto nella bozza del decreto del lavoro, il nuovo strumento per combattere la povertà che verrà introdotto al posto del Reddito di Cittadinanza sarà l’Assegno di inclusione. 

A partire dal primo gennaio 2024 potranno richiederlo solamente quei nuclei familiari in cui sono presenti persone con disabilità, minori o over 60. L’importo massimo sarà di 500 euro mensili, da moltiplicare in base alla scala di equivalenza a seconda delle persone che fanno parte del nucleo familiare. 

Salirà di 4 punti il taglio del cuneo fiscale  

Un’altra novità contenuta nella bozza del decreto lavoro è l’aumento di altri 4 punti del taglio del cuneo fiscale e contributivo. Come stabilito dall’articolo 34, per i periodi di paga che vanno dal 1 luglio 2023 al 30 novembre 2023, l’esonero sale da due a sei punti percentuali, senza effetti ulteriori sul rateo di tredicesima.  

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Di conseguenza, per i redditi fino a 35mila euro il taglio del cuneo fiscale sarà pari a 6 punti, mentre per i redditi fino a 25mila euro sarà pari a 7 punti.  

Aumento fino a 3mila euro dei fringe benefit 

Verrà incrementato fino a tremila euro il tetto dei fringe benefit detassati per i lavoratori dipendenti con figli a carico per fronteggiare il caro vita e includeranno aiuti per il servizio idrico, luce e gas. I fringe benefit rappresentano un supporto economico erogato dai datori di lavoro ai lavoratori dipendenti e non fanno parte della retribuzione del lavoratore, per cui non sono soggetti a prelievi fiscali.  

La bozza del dl Lavoro, composta da 38 articoli, contiene anche l’istituzione di un fondo pari a 60 milioni di euro per il 2023, da destinare alle attività socio-educative in favore dei minorenni e si propone di supportare le famiglie nelle spese per conciliare lavoro e vita. Infatti, con questi fondi si potranno attivare servizi educativi, potenziare i centri estivi e dare vita ad azioni mirate a svolgere attività a favore dei minori.  

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