Il Pil dell’Italia ancora in calo: i dati Istat

Il Pil dell’Italia è ancora in calo, diffusi i dati dell’Istat. Qualcuno ha definito lento l’andamento della nostra economi. Ecco il motivo.

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Il Pin risulta essere ancora in calo, tuttavia l’Istat ha fatto una precisazione riguardo l’andamento del secondo trimestre. In Italia cala purtroppo la crescita e nel secondo trimestre del 2023 il PIN è diminuito esattamente dello 0,3%, rispetto al trimestre precedente. E però aumentato dello 0,6% sulla base dei termini tendenziali.

Questa è una stima effettuata proprio dall’istat e pubblicata in queste ore. Questi dati in qualche modo vanno a confermare una discontinuità nell’andamento nel secondo trimestre.

Rallenta anche l’inflazione che è tornata ai livelli del +6% che poi era lo stesso livello dello scorso anno.

Il Pin dell’Italia è ancora in calo

Registrato quindi un calo dello 0,3% della crescita . Ad ogni modo, va considerato il fatto che questo periodo ha avuto tre giornate lavorative in meno rispetto al precedente trimestre ed una giornata in meno rispetto anche al secondo trimestre dello scorso anno.

Ad ogni modo, le previsioni dell’Istat pare fossero differenti e nello specifico era stata prevista una crescita acquisita del PIL per il 2003 pari allo 0,8%.

Stando a quanto riferito ancora dall’Istat, sembra che questo calo in qualche modo sia addebitabile ad una flessione registrata nel settore primario e quello industriale per via anche della crescita del comparto dei servizi.

In queste ore l’Istat ha comunicato che questo rallentamento dell’inflazione prosegue attestandosi al +6% rispetto al 6,4% dello scorso mese di luglio. Si è tornati così al valore registrato nel mese di aprile 2022.

L’inflazione registrata nel 2023 è pari al 5,7% per l’indice generale è 5,1 per la componente di fondo. C’è stato quindi un leggero rallentamento a luglio per quanto riguarda i prezzi dei beni primari.

I dati dell’Istat

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Si passa dal 10,5% al 10,4% per quanto riguarda i beni alimentari e per la cura della casa e della persona. Purtroppo l’inflazione risulta ancora influenzata dall’evoluzione che hanno avuto i prezzi dei beni energetici e di conseguenza l’aumento del dei prezzi dell’energia elettrica e del gas.

Sono anche in qualche modo rallentati i prezzi dei servizi riguardanti trasporti e i beni energetici non regolamentati e degli alimentari lavorati.

Andando più nel dettaglio, per quanto riguarda i servizi relativi ai trasporti si è passati da un +4,7 % ad un +2,4%. Ed ancora per i beni energetici non regolamentati si è passati da più 8,4% ad un +7,0%. Gli alimentari lavorati passano da + 11,5% a + 10,9% e altri beni da più 4,8% a + 4,6%. In rallentamento anche i prezzi dei tabacchi che passano da 2,5% a +1,9%.

Questo calo è dovuto perlopiù alle tensioni che si sono registrate in questi mesi in riferimento agli aumenti dei prezzi degli alimentari non lavorati.

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