Novità in arrivo per le pensioni, è possibile ritirarsi dal lavoro a 62 anni. I dettagli.
Un nuovo modello pensionistico è atteso per il 2023. La combinazione prevede un’età anagrafica pari a 62 anni, da sommare a 41 anni di versamenti di contributi. Il provvedimento avrà la durata di un anno e riguarderà circa 50.000 lavoratori, in attesa di una vera e propria riforma nel corso del 2023.
Tutte le novità della Legge di bilancio
Approdata in Consiglio dei Ministri il 21 Novembre 2022, la Legge di bilancio prevede diverse misure previdenziali. Si prevede la proroga dell’opzione donna, dell’ape sociale e, per l’appunto, di “quota 103”, che prevede il pensionamento raggiunti i 62 anni di età con 41 anni di contributi. Nel testo è riportata anche la stretta prevista per il reddito di cittadinanza, che spetterà solo a coloro che non sono realmente in grado di mantenersi lavorando. Si aggiungono inoltre la flat tax estesa e altri incentivi a sostegno delle famiglie per sopperire al caro bollette e all’inflazione.
L’opzione donna vede una proroga di un anno. Sarà quindi possibile per le donne lavoratrici di 58 o 59 anni che abbiano 35 anni di contributi, ritirarsi dal mondo del lavoro per mezzo di un calcolo contributivo dell’assegno pensionistico. Rientrano nella misura le lavoratrici nate nel 1964 e le autonome nate nel 1963 che entro la data del 31 dicembre 2022 raggiungono un totale di 35 anni di contributi.
Sarà previsto il rinnovo anche per l’ape sociale, ovvero l’assegno pre pensionistico per alcune categorie di lavoratori, per i disoccupati, i badanti, gli invalidi civili. Resta valida l’opzione dell’ape sociale anche per coloro che rispettino le condizioni anagrafiche e contributive per il pensionamento anticipato, ovvero 63 anni compiuti con 30 o 36 anni di contributi versati e maturati nel corso del 2023.
Le revisioni al Reddito di cittadinanza
Come era stato largamente discusso nei mesi passati, è previsto anche un inasprimento del Reddito di cittadinanza. Al momento sono solo ipotesi, ma si pensa di fissare un limite temporale alla durata massima del sussidio. Ad oggi si può usufruire del Reddito di Cittadinanza per un periodo pari a 18 mesi rinnovabili a seguito di una sospensione di 30 giorni.
La revisione del Reddito di Cittadinanza prevede un scaduto il termine di 18 mesi. Scaduto questo periodo, coloro che risultino abili a svolgere un’attività lavorativa non potranno più percepire il sussidio. Si considera però di fornire loro un sostentamento economico. Un sussidio della durata di 6 mesi al fine di formare gli individui cosicché possano essere inseriti in un contesto lavorativo.
In pensione a 62 anni: i dettagli
Nel periodo che va dal 1 gennaio 2023 al 31 dicembre 2023 sarà possibile andare in pensione a 62 anni qualora si disponga di 41 anni di contributi versati. Questa nuova misura si può applicare a tutti i lavoratori dipendenti (anche quelli del settore pubblico) e ai lavoratori autonomi. Si tratta appunto della nuova riforma, che sostituisce l’attuale Quota 102 per la quale sono previsti un’età di 64 anni e un totale di 38 anni di contributi.
Questo nuovo modello pensionistico andrà ad aggiungersi e non sostituirà gli altri modelli previsti dalla precedente Legge Fornero. Sarà quindi sempre possibile andare in pensione all’età di 67 anni con 20 anni di contributi, usufruendo della classica pensione di vecchiaia, o usufruire del pensionamento anticipato con 42 anni e 10 mesi di contributi versati (41 anni e 10 mesi di contributi per le donne) senza alcuna evidenza sull’età anagrafica.
In aggiunta, nel biennio compreso tra il 2023 e il 2024 non sono previsti adeguamenti e modifiche da parte dell’ISTAT.
Per il Governo questo provvedimento funge da “ponte”. Lo scopo è quello di agevolare circa 50 mila lavoratori che attendono una riforma per la previdenza pubblica. Resta da vedere se il provvedimento sarà finanziato nuovamente tagliando l’indicizzazione delle pensioni oltre 4 volte il trattamento minimo previsto dall’Inps (circa 2100 euro lordi al mese).