Un titolo che nessuno vorrebbe mai avere, eppure secondo alcune ricerche sembra essere questa la regione meno acculturata in Italia.
Non è solo una regione meno acculturata in tutta Italia, ma è proprio il Paese ad aver vinto la maglia nera ed essere all’ultimo posto in Europa. Sono i dati Eurostat a definire questa triste classifica, evidenziando l’Italia come un paese che ignora e che è poco acculturato. Nonostante la storia e la tradizione, sembra che la cultura per gli italiani non sia importante. In realtà è per una mancanza di strumenti e un tasso di scolarizzazione molto basso. In pochi lo sanno ma solo il 62% ha conseguito un diploma, su una scala di età dai 25 e i 64 anni.
La regione meno acculturata in Italia: i fattori
I nuovi dati emersi mettono l’accento su come l’Italia non abbia superato ancora il livello di cultura che tutti si aspettano. Nonostante il Paese abbia una concentrazione di storia, tradizione, monumenti e musei sembra proprio che l’ignoranza la faccia da padrona. La regione meno acculturata – sempre secondo i dati emersi e sempre con una valutazione di vari fattori – è nel Sud Italia ed è la Sicilia. Questa è seguita dalla Campania, poi dalla Puglia per arrivare a Bolzano e il Lazio. Nella classifica con maglia nera non manca la Valle d’Aosta e la Sardegna.
Le regioni più acculturate secondo i dati sono le Marche, l’Abruzzo e il Molise al primo posto. Sono dati che si rinnovano e cambiano ogni anno, proprio perché i fattori determinanti sono molti da prendere il considerazione.
Scuola e cultura: divario e pochi strumenti
I dati Eurostat hanno disegnato uno scenario che non può non essere preso in considerazione. Non solo, infatti ha mostrato un divario inasprito nel tempo tra il Nord e il Sud a livello scolastico.
Il tasso di scolarizzazione è bassissimo, soprattutto in Sicilia – Calabria e Puglia con percentuali che non superano il 20%.
In Italia c’è il gap di genere così come nella maggior parte dei Paesi in Europa, in considerazione di una età che va tra i 30 e 34 anni con il 33,8% di donne laureate contro il 21,6% degli uomini.
L’abbandono scolastico ha registrato un dato diverso, con una media che sta rallentando. Infatti, sono sempre meno le persone inclini a lasciare prima la scuola. Ovviamente, in questi casi non si parla solo di quantità ma anche della qualità.
I fattori che determinano questi dati generali scoraggianti puntano anche alla scuola, metodo di studio e strumenti a disposizione. Si evince che in Italia, soprattutto, nella maggior parte dei casi non si hanno libri per studiare oppure i costi sono elevati.
Dati che nel 2023 possono fare la differenza, in un mondo che richiede un livello di preparazione molto alto. Nella speranza che il prossimo anno i dati cambino completamente.