Fabio Mazzitello è un professore che lavora a Milano ma viene dalla Calabria. La sua condizione di precarietà è segnata da molte rinunce.
Lui stesso ha raccontato la sua storia parlando di spesa al discount, affitto condiviso e spostamenti in mezzi pubblici per risparmiare il più possibile.
In queste ore è stata diffusa sul web la storia di Fabio, giovane insegnante precario calabrese che lavora a Milano. Il 29enne è originario di Filandari, piccolissimo comune di Vibo Valentia e da qualche tempo lavora come maestro di sostegno a Milano.
Come la stragrande maggioranza dei giovani insegnanti e un precario che vive con uno stipendio di 1.500 euro su cui purtroppo gravano molte spese. Prima fra tutte quella dell’affitto, che nonostante sia smezzato con un altro ragazzo, porta via al prof la metà dei suoi soldi.
Vanno poi aggiunte le spese condominiali e le bollette. Fabio ha precisato parlando a chi lo ha intervistato, che per risparmiare il più possibile si muove esclusivamente con i mezzi pubblici, il cui abbonamento però ha un costo.
Anche per quanto riguarda la spesa, si reca sempre e solo ai discount e alla domanda se ogni tanto si concedesse una cena al ristorante, risponde sorridendo con una certa amarezza, che purtroppo deve farne a meno e si concede una sola uscita settimanale il sabato sera per bere qualcosa con gli amici.
Fabio riesce ad andare avanti in questo modo e anche a mettere qualcosa da parte. La sua storia sottolinea le condizioni di vita proibitive dei fuorisede a causa degli alti costi di una vita lontano da casa, specialmente al Nord.
Fabio ha parlato a cuore aperto raccontando che dopo il diploma ha lasciato la sua Calabria per cercare fortuna al Nord, dove studiava e intanto lavorava come insegnante di laboratorio.
Dopo aver vissuto inizialmente a Gallarate da alcuni parenti, ha saputo che un ragazzo di nome Giovanni, fra l’altro suo compaesano, cercava un coinquilino per un bilocale a Pero, ai confini di Milano in una posizione molto buona perché vicino alla stazione della metropolitana.
Così si è trasferito e insieme a Giovanni condivide cene in casa senza sforare troppo con il budget. Corre all’aperto invece che in palestra e ama visitare i musei sfruttando l’ingresso gratuito della prima domenica del mese.
L’unico sfizio è andare a vedere ogni tanto una partita dell’Inter.
Il tema dei lavoratori fuorisede è tornato alla ribalta dopo la storia di Giuseppina, la bidella che da Napoli ogni giorno prende il treno per andare a lavorare a Milano, piuttosto che pagare un affitto molto alto.
La ragazza ha raccontato pochi giorni fa, di trascorrere 10 ore in treno ogni giorno perché è impossibile vivere con uno stipendio di 1000 euro a Milano, dove lavora da diversi anno.
Così facendo, è rimasta a vivere con i suoi genitori a Napoli e ogni giorno per lei la sveglia suona alle 4 di mattina e il rientro a casa è previsto intorno alle 23.30.
Se la cava in questo modo con 400 euro di trasporto pubblico, che giustifica dicendo che è sempre meglio degli affitti proibitivi nel Milanese, molto alti come ha testimoniato anche Fabio.
“Se avessi deciso di trasferirmi al nord avrei consumato tutto il mio stipendio e probabilmente avrei dovuto chiedere alla mia famiglia di aiutarmi. Così invece spendo di meno, approfittando anche di vari sconti grazie alle prenotazioni anticipate. Sembra una follia ma economicamente mi conviene”.
Non potendo perdere l’opportunità lavorativa, Giuseppina ha escogitato questo escamotage, proprio come Fabio ha ridimensionato le spese, ma quanti altri ci sono nella loro situazione? Possibile che un buon lavoro sia contornato da queste problematiche?