Raggiunta l’intesa riguardo al “regolamento Euro 7”, la vera transizione ecologica passa attraverso i bio-carburanti.
Dalla centralità dell’elettrico per la transizione energetica si sta pensando ad altre tecnologie come, per esempio, quelle dell’utilizzo dei biocarburanti. Questo è quanto emerso dall’incontro dei ministri sul “regolamento Euro 7”.
Il termine ultimo del 2035 per lasciare le macchine che usiamo oggi e passare all’elettrico è un evento improponibile. Da qui la necessità di aprire lo spiraglio ad altre soluzioni. Gli imprenditori bresciani che appartengono al settore automobilistico, sostengono questa tesi da molto tempo.
Paolo Streparava, vicepresidente di Confindustria Brescia, ha spiegato che:
“Noi stiamo investendo sull’elettrico quando, per caricare le batterie delle auto utilizzeremo l’80% dell’energia prodotta da fonti non rinnovabili. È un non senso, un processo del tutto non sostenibile”.
In Italia, al momento, le macchine elettriche sono ferme a quota 5%. Probabilmente i costi inavvicinabili in un momento storico come questo hanno fatto desistere molte famiglie italiane. L’unica strada da seguire sembra essere, per il vicepresidente, quella dei carburanti alternativi.
Questo permetterebbe di “mantenere in vita la filiera della distribuzione di carburante” e, cosa più importante, non inquinerebbe. La produzione di una batteria elettrica, al contrario, non ha una filiera nobile nè nella produzione nè nel fine vita.
Le forze che si sono unite sul versante del carburante sostenibile sono tante. Saverio Gaboardi, che guida il Cluster Lombardo della Mobilità, aveva già presentato il 20 luglio scorso il “Manifesto per una mobilità sostenibile sotto il profilo ambientale, economico e sociale”.
Manifesto sottoscritto anche da Cluster Aerospazio Lombardia, Anfia, Confindustria Lombardia, Confindustria Energia, Eni, Unem, Federchimica – Assogasliquidi, Ed anche da -Federmetano, Assogasmetano, Federmotorizzazione.
Insieme avevano messo in evidenza il basso impatto ambientale dato dai bio – combustibili. Gaboardi ha, inoltre, spiegato che i risultati ottenuti sono frutto di un lavoro di esperti e produttori che fanno parte di “diversi vettori energetici”.
La tabella preparata in collaborazione con regione Lombardia e contenuta nel “Quaderno sulle rinnovabili”, è anche sul tavolo della politica UE. La Lombardia, conta 1.000 aziende, 50 mila occupati e 20 miliardi di fatturato, da sola.
Va bene, quindi, per Gaboardi, l’elettrico, ma non va bene che il “legislatore debba imporre al mondo produttivo con quali tecnologie perseguire gli obiettivi a salvaguardia del clima”. Si tratterebbe, quindi, di permettere un 50% di macchine a bio – carburante accanto al 50% elettrico.
La richiesta da parte di Gaboardi e della Lombardia, è quella di ammattere vicino agli e – fuel, carburanti molto costosi, anche i bio – carburanti. Questo per non distruggere “un patrimonio industriale che ha 100 anni”.
Le filiere automotive e carburanti hanno tutte le carte in regola, sia per capacità innovative che tecnologiche e professionali per poter “adeguarsi e contribuire in modo vincente alle sfide dei cambiamenti climatici”.