Nel nostro Paese ci sono 5 varianti Covid ancora attive. Secondo l’OMS, quella che maggiormente cresce di più è la variante Arturo.
I rapporti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e di altre fonti hanno suggerito che la pandemia potrebbe essere giunta al termine.
Tuttavia in Italia il virus continua a evolversi e i casi recenti sono stati attribuiti a cinque diverse varianti del ceppo Omicron. Insomma, l’incubo Covid non accenna a lasciare in pace i cittadini italiani.
Quali sono le 5 varianti Covid attive in Italia
La combinazione di cinque diverse varianti del virus viene definita “brodo“, che si osserva alla fine della pandemia.
Questa combinazione di varianti ha lo stesso effetto di un’influenza che aggredisce e contagia le persone.
Dal gennaio 2022, continuano gli studi delle varie forme di Omicron, un virus che è mutato acquisendo diverse caratteristiche genetiche.
Il ceppo più recente è noto come Arturo e negli ultimi mesi ha suscitato paura in India e in altri Paesi limitrofi.
Attualmente, la mutazione di Omicron ritenuta più virulenta e infettiva è Kraken, presente nel 47,9% delle sequenze mondiali che sono state accuratamente analizzate.
Tenendo conto della diffusione globale delle infezioni, che hanno un impatto sul nostro Paese, le varianti Cerberus sono aumentate, rappresentando il 9,7% delle sequenze rilevanti, e la variante Hyperion il 7,6%.
La percentuale di mutazioni Centaurus nei contagi Covid rimane stabile al 6,3%, mentre le mutazioni Arturo hanno registrato un notevole aumento fino al 4% nelle ultime settimane, quest’ultimo un dato che evidenzia come la variante inizia a diffondersi anche in Italia.
La variante Arturo cresce più delle altre
Secondo un recente studio dell’OMS, la variante Arturo ha dimostrato un tasso di crescita maggiore rispetto a Omicron e Kraken, come indicato dai dati, senza però diventare più abile nell’eludere il sistema immunitario.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha recentemente pubblicato un rapporto che rivela che tra il 13 marzo e il 9 aprile si sono verificati in tutto il mondo 3 milioni di casi di Covid-19 e 23.000 decessi.
L’Europa ha registrato una diminuzione delle infezioni del 22%, mentre il Sud-est asiatico ha visto un aumento del 481%.