La famiglia di Alex Zanardi continua a mantenere il massimo riserbo sulle sue condizioni, sempre estremamente delicate. Ecco la verità.
Da quel maledetto giugno 2020, il mondo dello sport continua ad essere in apprensione per le condizioni di Alex Zanardi. Dopo il tragico incidente in handbike, il secondo per l’atleta, le sue condizioni sono ancora più delicate. La famiglia, nel frattempo, fa trapelare solo poche informazioni sul suo stato di salute, mantenendo una linea di riservatezza simile a quella scelta dai parenti di Michael Schumacher, anche lui vittima di un incidente simile. E nonostante la complicata situazione, i tifosi più affezionati continuano a sperare.
2001: l’incidente in gara e i sogni sfumati
Pensando al caso di Alex Zanardi, a molti viene in mente il pilota Michael Schumacher, che da ormai 11 anni lotta con le conseguenze di un grave incidente in sci. Tuttavia, l’idea che possa trascorrere un periodo di tempo così lungo anche per l’atleta italiano, peraltro senza troppi progressi noti, è per molti angosciante. Così com’è angosciante riflettere sulla sfortunata sorte che ha tristemente caratterizzato la maggior parte della carriera di Zanardi.
Una carriera brillante sin dagli esordi in Formula Uno, nel 1991, quando correva per la scuderia Jordan. Negli anni d’oro, Zanardi corre in 44 GP, ma è nella Champ Car che ottiene i risultati più soddisfacenti: vince 2 Mondiali in due anni consecutivi, il 1997 e il 1998, e 15 Gran Premi. L’ascesa di una stella, spezzata improvvisamente il 15 settembre 2001, il giorno del primo tragico incidente in gara. La pioggia era caduta scrosciante nei 2 giorni precedenti la gara sul circuito Lausitzring, causando l’annullamento delle prove. Di conseguenza, per stabilire l’ordine della griglia di partenza ci si basò sulla Classifica Piloti, secondo il regolamento. Brutte notizie per Zanardi, allora 34enne: sarebbe partito dalla 23esima posizione.
Il giorno della gara, pioveva ancora. Per questo, si decise di concedere ai piloti un giro di prova per prendere dimestichezza con la pista bagnata. Ed è proprio quel giro che segnò la sorte del pilota italiano: che sia per una chiazza d’olio o carburante, o per un errore di valutazione, Zanardi anticipò lo stacco del Pit Limiter, perdendo il controllo del mezzo. Da lì, il testacoda e poi il fuori pista in diagonale. Inizialmente sembrava che fosse finita lì, perché il pilota che lo seguiva alla velocità di 320 km/h, Patrick Carpentier, riuscì a scansarlo. Tragicamente, il pilota successivo, Alex Tagliani, non ci riuscì, investendo violentemente l’auto di Zanardi e tranciandolo di netto. L’incidente, come ormai sappiamo, costò al pilota entrambe le gambe.
L’incidente nel 2020
Aiutato dalla tenacia e dal coraggio che sempre l’hanno contraddistinto, Zanardi non si arrese, e dopo un lungo periodo di ripresa si avvicinò al paraciclismo, correndo nelle categorie H4 e H5 dell’handbike. Anche in quel campo, ha dimostrato di avere la stoffa del campione: all’attivo ha 12 campionati mondiali e 4 medaglie d’oro alle Paraolimpiadi del 2012 e 2016.
Fino a quando, vent’anni dopo l’incontro con la morte, Zanardi non è coinvolto in un secondo gravissimo incidente. È il 19 giugno 2020, e l’atleta si sta allenando sulle colline toscane, quando perde il controllo della handbike e si scontra con un tir. L’impatto è devastante, Zanardi deve sottoporsi a diversi interventi di neurochirurgia e un mese di coma farmacologico, e poi finalmente la riabilitazione a casa.
Come sta Alex Zanardi oggi
Nonostante la moglie dell’atleta, Daniela Manni, abbia sempre reso chiaro di voler mantenere la massima privacy non lasciando trapelare indiscrezioni sulle condizioni del marito, è chiaro che la situazione non sia rosea. La riabilitazione, comunque, va avanti in modo costante, e così dovrà essere ancora per lungo tempo. Tra i trattamenti previsti, fanno sapere i medici, c’è quello con camera iperbarica, a cui lo sportivo è sottoposto a Ravenna, in un centro specializzato. L’obiettivo sarebbe quello di incrementare l’apporto di ossigeno al sistema nervoso centrale, e sembrerebbe che la terapia stia favorendo qualche progresso.
Il dott. Pasquale Longobardi, ad esempio, ha fatto sapere che Zanardi è arrivato al centro con una grande carica e voglia di lavorare, pronto a sottoporsi ad una procedura faticosa. Nell’équipe medica dell’atleta, inoltre, ci sono anche neurologi e logopedisti. La tenacia dello sportivo e le cure mediche mirate sembrano funzionare: secondo alcune indiscrezioni, Zanardi ha riacquisito conoscenza e la mobilità di occhi e pollici. Piccoli passi, certo, ma fanno ben sperare: il mondo dello sport attende con ansia di poter riaccogliere un campione di vita.