Una lite tra fratelli ultrasessantenni finisce in tragedia, uno è ora in ospedale in gravi condizioni, l’altro in carcere.
L’uomo ferito dai colpi esplosi dall’arma da fuoco è grave. Tutto è iniziato con un litigio tra due fratelli, verso le tre del pomeriggio di sabato 5 agosto. Ad un certo punto, uno dei due, il maggiore di 69 anni, Giovanni Pesce, ha sparato all’altro.
La vittima, Francesco, di un anno più giovane, è finito in ospedale in condizioni gravi, a causa della ferita dovuta ad uno dei proiettili che lo ha colpito al petto. L’aggressore, invece, è stato arrestato dalle forze dell’ordine. Il fatto è accaduto a Buffalora, nell’hinterland bresciano.
I due si trovavano, nel cortile di un’azienda agricola adiacente alla cascina abitata anche da altre famiglie. Dopo gli spari sono arrivati i soccorsi ed i carabinieri. Mentre uno è andato con i militari, l’altro veniva trasportato dai sanitari al pronto soccorso degli Spedali Civili di Brescia.
L’aggressore ora è in carcere con l’accusa di tentato omicidio
Pare che la pallottola non abbia leso organi vitali, ma prima di dichiarare il paziente fuori pericolo i dottori aspetteranno almeno 24 ore. Per ora non vi sono altre informazioni al riguardo. L’aggressore, invece, ha trascorso la sua prima notte in carcere per avere esploso cinque colpi di pistola verso il fratello.
L’accusa è di tentato omicidio, visto che la sua vittima è sopravvissuta. Si tratta di un crimine inglobato nell’articolo 56 del codice penale, dove il legislatore ha trattato il concetto generico di tentativo di reato. Questo avviene quando l’azione delittuosa non ha raggiunto lo scopo del reo.
Quindi, secondo il suddetto articolo, chi compie atti volti in modo inequivocabile a commettere un delitto quando l’evento non si verifica o l’azione non si compie, risponde solo per il tentativo. La pena richiesta è quella del tipo di reato diminuita da un terzo a due terzi.
Se, però, è previsto l’ergastolo non potrà essere inferiore a 12 anni. Saranno poi valutate dalla corte, durante il giudizio, le aggravanti e le attenuanti proposte dalla pubblica accusa o dal difensore. Giovanni, di fronte al pubblico ministero Francesco Carlo, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
L’arma usata è stata sequestrata dagli agenti, ma risulta regolarmente denunciata e detenuta. Nei prossimi giorni si terrà l’interrogatorio di convalida d’arresto davanti al giudice per le indagini preliminari. Le motivazioni del disaccordo che prosegue da anni tra i fratelli Pesce, pare siano inerenti alla gestione dell’attività agricola.
Lite per l’attività di famiglia
Questa appartiene alla famiglia da generazioni. Quest’ultima volta, invece, sembra che i due abbiano litigato per la scelta della vittima di spostare dei copertoni da una parte all’altra della cascina. Sono ancora in corso accertamenti da parte degli uomini dell’Arma intervenuti.
I rilievi sul posto e le testimonianze serviranno a chiarire meglio la dinamica della vicenda. Durante le indagini preliminari il giudice deve agire in modo da garantire la legalità delle ricerche fatte dagli inquirenti.