Milano Cortina 2026 presenta ancora dei punti critici, uno è sicuramente la pista di bob, giudicata non sostenibile.
Sembra che la costruzione dell’impianto che dovrebbe ospitare la pista da bob, slittino e skeleton per la manifestazione sportiva Milano Cortina 2026 non sia fattibile. Non rispetterebbe, cioè, le norme della sostenibilità.
Nel 2020, durante il primo incontro tra la Commissione di coordinamento del Comitato Internazionale Olimpico, CIO, e Milano Cortina 2026, si era detto che:
“una componente fondamentale della strategia del Comitato organizzatore è la sostenibilità economica, ambientale e sociale”.
Da una parte ci sono forti sostenitori come Luca Zaia, governatore del Veneto, Giovanni Malagò, presidente del Coni e Andrea Abodi, ministro per lo sport e i giovani, esperto di gestione industriale dello sport e di marketing.
Dall’altra ci sono, però, molte organizzazioni e un notevole numero di cittadini di Cortina che non sono affatto d’accordo con le decisioni prese fino ad ora. Sabato 24 settembre, infatti, si è tenuta una manifestazione organizzata dal comitato “Cortina bene comune”.
Cittadini e cittadine, associazioni ed esponenti politici si sono ritrovati in piazza per esprimere il loro dissenso. Non approvano, infatti un intervento così costoso ed invasivo sul territorio.
Va anche sottolineato che, lo scorso 20 settembre sono scaduti i termini per presentare le offerte da parte degli imprenditori che avrebbero dovuto costruire la pista. Nessuno si era presentato.
E si trattava del secondo bando presentato. Il primo, infatti, presentato a luglio, era caduto, anche quello, nel vuoto. Un bando costruito ad hoc dalla Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026 S.p.A., Simico.
Il motivo principale per il quale nessuno ha partecipato al bando è soprattutto tecnico. I tempi per portare a termine il progetto, compreso il collaudo, erano troppo stretti. La prima prova era prevista per il 15 novembre 2024.
E a novembre del 2025 doveva essere consegnato il tutto, sia l’impianto della pista, le tribune, le strutture circostanti e le strade di accesso, pronto e funzionante. Un altro motivo è legato ai costi.
Per le aziende interessate, il budget messo a disposizione tempo fa non sarebbe più sufficiente, anche a causa dei costi notevolmente lievitati in questo ultimo periodo. Nel 2019 il costo previsto per la pista di bob era di 49 milioni di euro.
Sarebbero poi lievitati a 61, quindi a 85 e ad oggi avrebbero raggiunto la notevole cifra di 124 milioni di euro. Ai costi vanno aggiunti e non dimenticati i danni ambientali. Per la pista dovrebbero abbattere almeno 500 larici.
Questo per liberare 25mila metri quadrati che servirebbero per le nuove costruzioni. Costi e danni che si potrebbero evitare accettando la pista che le autorità austriache hanno già offerto all’Italia.
Sarebbe un risparmio non da poco visto che l’Austria intende, comunque, omologare la propria pista da poter utilizzare anche dopo il 2024.