Muore Evaristo Fusar, un famoso fotogiornalista italiano

Muore Evaristo Fusar, Imperatore diventato famoso, non solo in Italia ma anche all’Estero, proprio grazie al suo lavoro di fotogiornalista. Aveva 89 anni e viveva, ormai da tempo, nel Pavese. Lascia un vuoto incolmabile in molti di noi.

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Qualche giorno fa è stata diffusa la notizia della morte di Evaristo Fusar Imperatore, il fotogiornalista che ha fatto la storia. La sua vita si è caratterizzata proprio per la sua più grande passione ossia la fotografia unita al giornalismo. Com’è morto? Scopriamolo insieme.

Muore Evaristo Fusar: i primi anni della sua carriera

Molti di noi conoscono già Evaristo Fusar Imperatore in quanto con il suo lavoro è diventato famoso non solo in Italia ma anche all’Estero.

Chi non lo conosceva, probabilmente, si sta chiedendo: chi era questo grande personaggio morto qualche giorno fa?

Egli era nato a Milano nel 1934 e sin dai primi anni della sua giovinezza, ossia subito dopo il diploma magistrale, ha inseguito la sua più grande passione ossia la fotografia unita al giornalismo. È proprio in questi anni, quindi, che inizia il suo lavoro di fotoreporter con grandissimi colpi di “fortuna” in quanto riesce sin da subito a seguire in prima fila eventi importanti non solo in Italia ma anche all’Estero.

Infatti la sua carriera inizia proprio nel lontano 1953 nell’azienda Interpix. Tramite questa azienda riesce a realizzare vari reportage in alcune città internazionali importantissime per l’epoca ossia Parigi, Madrid e Londra.

Tale carriera, quindi, sin dagli esordi è stata caratterizzata da un lavoro che si è riuscito a contraddistinguere anche fuori l’Italia. Ed infatti durante questi anni, oltre a lavorare ad Interpix, riesce ad avviare una proficua collaborazione con il giornale “Settimo Giorno”.

Questa collaborazione è durata fino a 1960 anno in cui Evaristo Fusar Imperatore trova una posizione nel giornale “Europeo”.

Muore Evaristo Fusar: la grande svolta e il successo

Sono sicuramente questi gli anni a lanciare la carriera di Fusar Imperatore. Infatti in questo periodo, oltre al suo lavoro di fotoreporter, era riuscito anche a prendere parte ad alcuni set cinematografici, ovviamente sempre nello stesso ruolo di giornalista.

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Alcuni dei film in cui è presente il suo lavoro sono “Il Gattopardo” e “Deserto Rosso” che hanno fatto la storia del cinema italiano e che ancora oggi sono super attuali e visti in tutto il Mondo.

Gli anni di lavoro presso l’Europeo, però, terminano nel 1967, anno in cui passa a lavorare alla “Domenica del Corriere”. È anche in questo periodo che Evaristo Fusar Imperatore proclama il suo lavoro all’estero infatti, durante questi anni, riesce a girare tutto il Mondo portando la sua arte e il suo lavoro ovunque.

Sono di questi anni i lavori svolti proprio ad Hollywood in cui riesce anche a ritrarre molti personaggi di spicco di quegli anni come John Ford, Bing Crosby, Rita Hayworth e Groucho Marx.

Sicuramente questi lavori, così come tutti quelli svolti in quegli anni, riescono a proclamare il successo del fotoreporter tanto che, proprio in questi anni, riesce ad ottenere circa 100 copertine del giornale “Domenica”.

Durante questi anni, inoltre, riuscì ad ottenere anche alcuni riconoscimenti in Italia. Infatti nel 1974 venne proclamato Cavaliere della Repubblica e nel 1978 la città di Milano gli conferì la Medaglia d’Oro di Benemerenza. Si tratta, indubbiamente, di due riconoscimenti importanti che hanno confermato la sua importanza dal punto di vista nazionale.

I riconoscimenti durante la sua vita

Il suo successo trova sicuramente il culmine nel 1986, anno in cui riesce ad ottenere il ruolo di caporedattore al giornale “Capital”. Questo è stato l’ultimo ruolo e l’ultimo lavoro svolto ufficialmente da Evaristo Fusar Imperatore e che ha segnato la fine della sua carriera.

Ovviamente a ciò si è aggiunta e poi è continuata, soprattutto negli ultimi anni di vita, la carriera da libero professionista che ha coltivato anche prima della sua morte.

Come già accennato, durante la sua carriera Evaristo Fusar Imperatore è riuscito ad ottenere vari riconoscimenti che hanno segnato la sua vita.

Sicuramente il ruolo di Cavaliere della Repubblica gli ha conferito un certo spicco all’interno del panorama nazionale tanto da farlo diventare un personaggio importante anche dal punto di vista politico.

A ciò, però, si sono aggiunti vari riconoscimenti dettati proprio dalla sua carriera e dalla sua bravura.

Egli, infatti, fu il primo italiano ad esporre i suoi lavori presso la Permanente nel lontano 1978. Altro riconoscimento importante si ebbe in quegli anni in quanto fu anche il primo fotoreporter italiano a cui venne dedicata una mostra personale.

Altra mostra personale gli venne dedicata nel 1994 nella Galleria Il Diaframma Kodak Cultura di Milano.

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Tale mostra andava a proclamare la sua attività lavorativa dedicata al cinema. Insomma una mostra personale che proclamava e ricordava il suo lavoro anche in questo ambito professionale.

Altro lavoro importante si ebbe nel 2006 in quanto partecipò alla mostra “I maestri della fotografia” al Guggenheim di Venezia. Possiamo affermare che questo è stato l’ultimo ruolo di spicco del fotoreporter.

Gli ultimi anni e la morte

Durante gli ultimi anni di vita Evaristo Fusar Imperatore ha deciso di “ritirarsi” in Lomellina, precisamente a Ottobiano nel Pavese.

In questi anni sicuramente ha deciso di riposarsi e di rilassarsi, dopo una carriera in giro per il Mondo, senza però abbandonare la sua grande passione. Anche nell’ultimo periodo, infatti, ha continuato ad avere interesse per il mondo della fotografia e per ciò che accadeva nel Mondo circostante. Ha continuato la sua attività di libero professionista riuscendo anche a realizzare qualche mostra.

Ed infatti, proprio durante questa primavera, era riuscito a realizzare la sua ultima mostra ossia “Phone Art”. Il nome della mostra richiama proprio il tema e la tipologia di fotografie esposte ossia tutte realizzate tramite lo smartphone e poi stampate su tela.

La mostra ci fa comprendere quanto l’artista sia sempre stato al passo con i tempi, informandosi e cercando di sperimentare ogni aspetto della realtà.

Ad 89 anni, quindi, ci lascia questo grande fotoreporter che ha fatto la storia e che ha portato in alto il nome dell’Italia.

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