Novità in arrivo sul fronte pensioni. Sembrerebbe farsi largo la possibilità di un pensionamento anticipato all’età di 62 anni.
L’ipotesi è quella di un nuovo piano per le pensioni che potrebbe persino facilitare l’accesso dei giovani al mondo del lavoro. C’è già chi chiama il possibile provvedimento con l’appellativo “Quota 100 bis”.
“Quota 100 Bis”, di cosa stiamo parlando?
Nulla di tutto ciò è ancora certo. Eppure sono molte le voci che iniziano a susseguirsi riguardo il nuovo modello pensionistico che potrebbe entrare in vigore già a partire dal 2023. Il nuovo provvedimento vedrebbe il decadere della “Quota tutti” e della cosiddetta “Opzione uomini”.
Il governo mira dunque a salvare le pensioni degli italiani, che in questo periodo si trovano sempre più in difficoltà, con pensioni non adeguate ai costi dei servizi. L’ipotesi per sopperire alla questione sembrerebbe essere una Quota 100 rivisitata, la cosiddetta “Quota 100 Bis”. Le prospettive sono buone ma bisogna fare i conti con la situazione che si sta vivendo nel nostro paese, con la crisi economica, energetica e lavorativa.
Il provvedimento consentirebbe non solo di effettuare delle modifiche al precedente dal quale prende spunto, ma anche di anticipare l’età pensionabile, rendendo l’uscita dal mondo del lavoro maggiormente flessibile rispetto a oggi. Inoltre, se tutto andrà nel verso giusto, sarà possibile andare in pensione anticipatamente senza dover vedere un clamoroso taglio all’assegno pensionistico.
Alcuni cittadini sono ovviamente dubbiosi sul fatto che Quota 100 Bis possa realmente soddisfare l’enorme domanda in ambito pensionistico. Sono le moltissime richieste a cui far fronte e la maggior parte delle persone non vede di buon occhio il fattore tempo. Siamo a novembre e non si è ancora delineato il quadro finanziario che dovrebbe essere adottato tra pochissimi mesi. Il Governo delineerà a breve le nuove risorse finanziarie che saranno inserite nella Legge di Bilancio 2023, quindi non è detto che tutto possa essere stravolto e rivoluzionato.
Come andare in pensione a 62 anni
Rinominata “Quota 100 bis” in quanto nuova formulazione della vecchia e sperimentale Quota 100, la misura della quale si discute ultimamente dovrebbe ampliare ulteriormente i vantaggi della sua antenata. Nonostante la misura nota come Quota 100 sia stata in vigore per circa 3 anni, sono stati molti i lavoratori che ne hanno potuto approfittare, riuscendo ad andare in pensione all’età di 62 anni avendo maturato 38 anni di contributi.
Con la “nuova versione” della misura si potrebbe andare in pensione anche a 61 anni, purché si abbiano contributi versati per 39 anni. La somma tra l’età pensionabile e gli anni di contributi versati deve risultare pari a 100 per potersi ritirare dal lavoro.
Il pensionamento, quindi, si raggiungerebbe sempre e comunque soddisfacendo i requisiti di bilanciamento tra età anagrafica e contributi versati.
Perché Quota 100 Bis converrebbe per il pensionamento?
Dopo anni e anni di lavoro è comune per le persone desiderare di andare in pensione il prima possibile. Ad oggi la soglia per il pensionamento è fissata ai 67 anni di età. Complice il contesto economico nel quale viviamo, spesso rappresenta una difficile scelta più che un traguardo. Sempre più persone infatti necessitano per ragioni economiche di lavorare oltre l’età pensionabile per poter arrivare a fine mese, poiché la loro pensione non sarebbe sufficiente al loro sostentamento.
Il nuovo provvedimento, Quota 100 Bis, consentirebbe invece l’accesso a un pensionamento anticipato senza gravare troppo sull’assegno mensile. In dettaglio sarebbe possibile andare in pensione a 63 anni avendo 37 anni di contributi versati. Qualora si rendesse effettiva anche l’ipotesi di riduzione dei requisiti e i contributi necessari divenissero di 36 anni di versamenti, sarebbe possibile per molti altri lavoratori accedere a un pensionamento anticipato.
Al giorno d’oggi, complice l’allungamento e una migliore qualità della vita, 63 anni sarebbero una condizione perfettamente naturale per ritirarsi dal mondo del lavoro. Se si riuscisse ad accedervi anche con un assegno mensile in grado di assicurare il mantenimento della persona, sarebbe un provvedimento senza dubbio utile.
Inoltre, un pensionamento anticipato di sempre più lavoratori, consentirebbe un naturale ricambio generazionale rendendo disponibili sempre più posti di lavoro per i giovani.