Si è tenuto ieri 11 luglio l’atteso incontro tecnico tra Ministero del Lavoro e Sindacati per discutere il tema pensioni dei giovani. Vediamo cosa è stato deciso.
Ieri martedì 11 luglio si è svolto presso il Ministero del Lavoro un incontro tecnico con la partecipazione dell’Osservatorio sulla spesa previdenziale e delle parti sociali.
Al centro dell’incontro la pensione di garanzia per i giovani. Dopo il vertice, i sindacati hanno espresso punti di vista diversi.
CGIL e UIL hanno espresso la loro insoddisfazione, mentre la CISL è rimasta più ottimista e ha affermato: “È utile che si discuta sulla questione”.
L’analisi si è concentrata soprattutto sugli aspetti tecnici e non ha approfondito nello specifico le misure da recepire nella Legge di Bilancio 2024.
L’Osservatorio, una volta costituito, dovrebbe fornire un primo rapporto sul monitoraggio della spesa previdenziale entro 60 giorni.
L’obiettivo centrale ruotava attorno al raggiungimento di un fondo pensione sufficiente per la forza lavoro odierna.
“È imperativo affrontare tempestivamente la questione delle pensioni future. L’instabilità insita nelle situazioni occupazionali negli ultimi anni ha portato a significative lacune nei contributi previdenziali. Se non affrontate, queste lacune si tradurranno senza dubbio in pensioni deplorevolmente inadeguate per il futuro generazioni”, ha dichiarato la Uil prima del vertice.
La sfida dei 41 anni di contribuzione sarà risolta dal fatto che solo pochi eletti avranno il privilegio di rivendicare periodi contributivi così lunghi.
Nel frattempo, il punto focale per le persone che possiedono un importo pari ad almeno 2,8 volte il minimo e hanno adempiuto integralmente ai contributi è la possibilità di anticipare la pensione di vecchiaia.
Questo avanzamento è subordinato al calcolo dei loro contributi.
Andare in pensione prima: sarà possibile?
Considerando che le persone che hanno attualmente 30 anni avranno un periodo di pensionamento di 70 anni (a causa dell’aumento dell’aspettativa di vita), è necessario ridurre tale durata di 2,8 anni al fine di fornire un periodo più ampio affinché le persone possano andare in pensione prima.
Secondo il simulatore INPS Pensami, un individuo nato nel 1990 ha la possibilità di andare in pensione a 70 anni con 20 anni di contributi o andare in pensione anticipata con 45 anni di contributi, indipendentemente dall’età.
Lara Ghiglione, segretario confederale della Cgil, ha espresso il suo sgomento per l’incontro tenutosi al ministero, definendolo “scomodo“.
Precisa che non sono state fornite informazioni sullo stato della previdenza sociale e le richieste dei sindacati sono rimaste senza risposta.
“I membri dell’Osservatorio sulla spesa previdenziale hanno chiesto il nostro contributo, ma non hanno fornito alcun dato”, ha dichiarato la Ghiglione.
“Notevole, inoltre, l’assenza del ministro. Questo segna il quarto incontro che abbiamo avuto sul tema della sicurezza sociale e, purtroppo, non abbiamo fatto progressi. La nostra insoddisfazione è evidente e attendiamo con impazienza i piani e le intenzioni del ministro per affrontare questo problema”.
Il segretario confederale, Domenico Proietti, ha espresso il suo imbarazzo per l’incontro, affermando che “i rappresentanti del ministero non hanno l’autorità per affrontare le proposte precedentemente discusse dai segretari generali durante gli incontri tenutisi a gennaio e giugno con il ministro Calderone”.
Proietti ha sottolineato che la Uil è d’accordo con questo sentimento.
La Cisl, al contrario, ha espresso una valutazione favorevole all’incontro in quanto “riaccende il confronto sul tema” e ribadisce le questioni relative alla sufficienza delle prestazioni pensionistiche che incidono sia sui futuri pensionati sia sugli attuali.
Il sindacato sottolinea l’urgenza per il governo di affrontare la questione delle persone che riceveranno pensioni inadeguate.
Pensioni dei giovani, importo minimo da assicurare
Pertanto, la proposta suggerisce un piano pensionistico che assicuri un importo minimo basato sui contributi versati, tenendo conto dei periodi di assistenza, formazione e disoccupazione prolungata.
I prossimi incontri dell’Osservatorio sulla spesa previdenziale sono stati ufficialmente confermati dai suoi componenti.
Il primo incontro, che verterà sul tema della flessibilità, è previsto per il 18 luglio. A seguire, il 5 settembre un incontro dedicato specificamente alle donne e il 18 settembre un altro incontro sulla previdenza complementare.
Al momento si è in attesa di ulteriori chiarimenti in merito alla Quattordicesima, in quanto sembra esserci una certa confusione circa l’ammontare della mensilità aggiuntiva riflessa sul cedolino di luglio, in particolare in relazione all’aumento delle pensioni minime.
Attualmente, rappresenta una sfida per emanare modifiche significative alla legge Fornero. Si sforzerà di mantenere la disposizione Quota 103, che consente alle persone di andare in pensione prima del raggiungimento dell’età pensionabile standard soddisfacendo determinati criteri, tra cui un’età minima di 62 anni e un minimo di 41 anni di contributi.
Inoltre, il pensionamento anticipato sarà disponibile a 42 anni e 10 mesi per gli uomini ea 41 anni e 10 mesi per le donne, insieme a una finestra scorrevole di tre mesi.
Verrà mantenuto anche il programma Ape sociale, anche se potranno essere attuati alcuni adeguamenti.
Inoltre, sono allo studio modifiche per l’Opzione donna a seguito delle recenti misure restrittive imposte per quest’anno.
Viceversa, esiste la possibilità di rafforzare l’accordo di espansione, che, in ogni caso, potrebbe avere effetti negativi sui dipendenti.
Inoltre, va valutato l’intervento nella previdenza complementare all’inizio del nuovo semestre, garantendo così il tacito consenso all’iscrizione ai fondi.