Pensioni INPS: sono in arrivo brutte notizie per milioni di italiani che speravano in un miglioramento: cosa aspettarsi.
I rincari dell’ultimo periodo, che hanno riguardato soprattutto le bollette di luce e gas e i prezzi dei generi alimentari, hanno creato grossi problemi anche ai pensionati, specialmente ai percettori di pensione minima che già facevano grossa fatica ad arrivare alla fine del mese. Per consentire ai pensionati di reggere l’urto dell’inflazione galoppante in questo 2023 le somme mensili hanno goduto di un aumento del 7,3% grazie alla perequazione. Tuttavia si tratta di un incremento non ancora sufficiente per garantire a coloro che hanno la pensione minima di poter sopportare il peso degli aumenti.
Pensioni INPS, non ci sono buone notizie: cosa aspettarsi
Anche per questo il governo Meloni ha più volte esplicitato la volontà di arrivare a una riforma delle pensioni entro la fine della legislatura. Uno dei temi chiave di questa riforma consisterebbe proprio nell’aumento delle pensioni minime, che verrebbero così portare a 1.000 euro.
Si tratta di una storica battaglia di Forza Italia, in particolare di Silvio Berlusconi, venuto a mancare il 12 giugno 2023 all’età di 86 anni. L’impressione è che il governo voglia arrivare a questa riforma proprio per onorare la memoria dell’ex premier, dato che era un suo pallino.
Tuttavia, stando alle ultime indiscrezioni, sembra che i pensionati dovranno attendere ancora un bel po’ prima di poter festeggiare il varo di questa riforma. Le ultime notizie, infatti, rivelano che il governo Meloni deve valutare attentamente le risorse disponibili per il prossimo anno.
I prossimi incontri con i sindacati si terranno a ottobre 2023, pertanto prima di quel periodo non ci saranno novità sul fronte riforma. Una notizia che ovviamente non fa piacere a tantissimi pensionati che speravano in un’accelerata da parte dell’esecutivo su questo tema.
Nel frattempo sono emerse anche altre possibilità novità da parte del governo. Ad esempio l’esecutivo potrebbe riesaminare Opzione Donna. al fine di allargare il numero di beneficiari dopo il significativo taglio introdotto dalla Legge di Bilancio precedente.
La proroga, infatti, prevede che a beneficiare di questa misura siano solo lavoratrici in condizioni di svantaggio.
Opzione Donna, al momento, viene quindi garantita alle disabili con una percentuale pari o superiore al 74%, alle donne licenziate o dipendenti in aziende dove è stato aperto un tavolo di crisi con il Governo e alle donne che prestano assistenza a persone disabili conviventi da almeno sei mesi.
Quota 103 e Ape Sociale: tutte le novità
Ci sono novità anche per quanto riguarda Quota 103. Il governo Meloni ha infatti confermato la misura che consente di andare in pensione con 41 anni di contributi e 62 anni di età anagrafica.
Allo stesso modo ci si aspetta un potenziamento dell’Ape Sociale, ovvero lo strumento che permette di andare in pensione a 63 anni ottenendo un’indennità mensile pari a 1.500 euro (se la pensione è superiore a questa soglia) oppure pari alla rete mensile di pensione calcolata nel momento in cui si accede alla prestazione nel caso sia inferiore a 1.500 euro.
Quello che però preoccupa milioni di italiani è che nel Documento Economia e Finanze dello scorso aprile non compare nulla alla voce pensioni, pertanto al momento il governo non sembra in grado di garantire eventuali fondi alle pensioni stesse.
La speranza è che l’aggiornamento al DEF di settembre in previsione della Legge di Bilancio porti novità importanti per i pensionati.