Pensioni INPS, pessime notizie per i nati dal 1959 in poi: ecco cosa accadrà

Con alcune misure in scadenza, si rischia che i lavoratori nati dal 1959 possano andare in pensione fino a 3 anni più tardi. Qual è lo scenario per il 2023.

Cattive notizie dall’INPS
Cattive notizie dall’INPS – Imilanesi.Nanopress.it

Sono in scadenza le varie iniziative e misure che prevedono, per alcune categorie di lavoratori, la possibilità di andare in pensione qualche anno prima rispetto ai 67 anni. Se il Governo non dovesse intervenire per confermare tali misure, quindi, il sistema delle pensioni tornerà a fare riferimento alla sola Legge Fornero.

Tale legge regola i trattamenti pensionistici prevedendo solo due possibilità, cioè la pensione anticipata e la pensione ordinaria di vecchiaia. Venendo a mancare quindi le ulteriori possibilità emerse negli ultimi tempi, la maggior parte sperimentali o limitate nel tempo, si rischia che l’età per la pensione si allontani sempre più per alcuni lavoratori

Come funziona la Legge Fornero

Secondo la normativa base che regola i trattamenti previdenziali, si può andare in pensione anticipata solo se durante la propria carriera lavorativa si è accumulato un montante contributivo davvero alto. In particolare, le donne devono aver maturato 41 anni e 10 mesi di contributi per poter andare in pensione anticipata. Agli uomini, invece, servono 42 anni e 10 mesi.

Per soddisfare questo requisito, un lavoratore o una lavoratrice dovrebbero aver iniziato a lavorare prima di compiere 24 anni, condizione che esclude tutti coloro che hanno completato un percorso universitario conseguendo la laurea. Per molti quindi, il requisito dei contributi per la pensione anticipata è praticamente impossibile da raggiungere.

Pensioni nati dal 1959
Pensioni, brutte notizie per i nati dal 1959 in poi – Imilanesi.it

Esiste tuttavia la possibilità di riscattare gli anni impiegati per lo studio utilizzandoli ai fini pensionistici. Questa possibilità, però, si può realizzare solo versando volontariamente delle cifre troppo impegnative per la maggior parte dei lavoratori. L’unica alternativa praticabile rimasta, dunque, è la semplice pensione di vecchiaia, a 67 anni

Pensione di vecchiaia a 67 anni: un problema 

Seppure alcuni lavoratori siano purtroppo costretti a rassegnarsi ad aspettare i 67 anni per andare in pensione, per molti portare pazienza può risultare davvero complicato. I lavoratori che svolgono mansioni pesanti o usuranti non riconosciute, infatti, avranno non poche difficoltà a raggiungere i 67 anni prima di andare in pensione.

E lasciare il lavoro per qualche anno fino alla pensione è un’opzione impraticabile, perché lascerebbe il lavoratore in questione senza alcuna forma di sostentamento. Ci sarebbe bisogno quindi della riconferma di alcune misure agevolate fin’ora vigenti, o quantomeno di introdurne di nuove.

Pensione nati dal 1959
Pensione di vecchiaia, 67 anni sono per molti un’età irraggiungibile – Imilanesi.it

Ecco perché la sempre più prossima scadenza di alcune agevolazioni per la pensione causa non poca preoccupazione, specialmente per alcune categorie di lavoratori

Chi rischia di andare in pensione fino a 3 anni più tardi

I soggetti maggiormente interessati dal rischio di ripercussioni sulla pensione sono i nati a partire dal 1959. Se si è nati fino al 1958 infatti, si può usufruire della Quota 102, che prevede la possibilità di andare in pensione con 38 anni di contributi versati per chi abbia compiuto 64 anni entro dicembre 2022. 

Chi è nato dal 1959 in poi, invece, al momento non può usufruire di alcuna agevolazione e rischia di arrivare alla pensione di vecchiaia 3 anni dopo, una volta compiuti i canonici 67 anni inquadrati dalla Legge Fornero

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