L’Italia ha compiuto progressi significativi nella promozione dei diritti delle famiglie arcobaleno, ma ci sono ancora passi importanti da compiere. Lo dimostrano i reclami dei pm di Milano alla Corte d’Appello contro la validità dei riconoscimenti dei bambini di tre coppie di donne
Alla luce degli sviluppi recenti e proprio nel finale del Pride Month, è emersa una dichiarazione preoccupante da parte di alcuni procuratori di Milano. Secondo alcuni, infatti, “persone dello stesso sesso non possono essere genitori”. Questa affermazione è stata formulata nei reclami presentati alla Corte d’Appello contro la validità delle trascrizioni dei riconoscimenti dei bambini di tre coppie di donne. La decisione era stata precedentemente approvata dal Tribunale civile di Milano sei giorni prima.
Pm di Milano reclamano contro la validità delle trascrizioni dei riconoscimenti dei bambini di tre coppie LGBTQ+
La Procura di Milano, rappresentata dal pm Rossana Guareschi e con il coordinamento del procuratore Marcello Viola, ha depositato i reclami contro i decreti del Tribunale civile. In essi di dichiara “inammissibile” la richiesta di annullamento delle trascrizioni dei riconoscimenti dei bambini nati da procreazione assistita all’estero.
La motivazione dei procuratori di Milano si basa sulla sentenza numero 237 del 2019 della Corte Costituzionale. Essa “ha riaffermato il principio secondo cui ‘allo stato’ nel nostro ordinamento è ‘escluso che genitori di un figlio possano essere due persone dello stesso sesso'”. I procuratori citano anche “i principi univoci dettati, a partire dal 2019, dalla giurisprudenza costituzionale e di legittimità”, facendo riferimento alla Cassazione.
Tuttavia, questa posizione della Procura di Milano va contro i progressi che sono stati fatti in Italia per garantire i diritti delle famiglie arcobaleno. Nel corso degli anni, il dibattito sui diritti LGBTQ+ ha guadagnato terreno nel paese. Si è giunti a importanti cambiamenti legislativi e alla crescita di una maggiore consapevolezza sociale.
Ad oggi, in Italia non esiste una legge specifica sulla stepchild adoption. Consentirebbe a un partner dello stesso sesso di adottare legalmente il figlio del proprio compagno o compagna. Questa lacuna legislativa crea incertezze e disparità per le famiglie arcobaleno, che spesso devono fare affidamento su trascrizioni e riconoscimenti di nascita ottenuti all’estero per garantire i diritti legali dei propri figli.
Lacune legislative in Italia in merito alla stepchild adoption
Per garantire una piena parità di diritti alle famiglie arcobaleno, l’Italia deve affrontare diverse questioni cruciali. In primo luogo, è necessario introdurre una legge che riconosca e protegga le famiglie formate da coppie dello stesso sesso. Questa legge dovrebbe includere disposizioni che consentano la stepchild adoption, assicurando che entrambi i genitori abbiano gli stessi diritti e responsabilità legali per i loro figli.
In secondo luogo, è fondamentale contrastare l’omofobia e la discriminazione in tutti i settori della società. È necessario promuovere una cultura di inclusione e rispetto per le famiglie arcobaleno, educando la popolazione e contrastando gli atteggiamenti discriminatori attraverso campagne di sensibilizzazione e formazione.
Infine, è cruciale garantire che le decisioni della Corte Costituzionale e della Corte di Cassazione riflettano i principi di uguaglianza e non discriminazione sanciti nella Costituzione italiana. Mentre la Corte Costituzionale ha affermato che al momento “allo stato” è escluso che due persone dello stesso sesso possano essere genitori di un figlio, è importante che la legge e l’interpretazione della legge evolvano per rispecchiare i cambiamenti sociali e proteggere i diritti di tutte le famiglie.