Qatargate, anche la Procura di Milano apre un’indagine

La procura di Milano ha aperto un’indagine in merito al caso Qatargate. Intanto, Eva Kaili dovrà rimanere in carcere altri due mesi.

Qatargate Eva Kaili
Qatargate Eva Kaili-Imilanesi.Nanopress.it

Anche la Procura di Milano sta indagando sul caso Qatargate. I magistrati di Milano hanno aperto un fascicolo d’inchiesta “autonomo” rispetto all’indagine condotta da parte dei magistrati di Bruxelles.

L’accusa riguarda il riciclaggio di denaro. Secondo gli inquirenti, due soci di Opera, società di consulenza, sono accusati di aver utilizzato lo studio come “lavatrice” per riciclare fondi in Italia, che ammontano a circa 300.000 euro e derivanti da presunte tangenti scoperte dall’inchiesta belga.

Qatargate: chi sono gli indagati?

Manfred Forte e Dario Scola, presunti prestanome dell’ex deputato Antonio Panzeri e del suo ex collaboratore Francesco Giorgi, hanno subito l’iscrizione nel registro degli indagati.

Qatargate
Qatargate-Imilanesi.Nanopress.it

L’indagine è rivolta a circa 300.000 euro che erano arrivati alla Equality, una società in precedenza partecipata dal padre e dal fratello di Giorgi e dalla commercialista Monica Rossana Bellini. Le loro quote adesso appartengono a Scola e Forte.

La commercialista, come si legge nel documento del mandato di cattura belga (l’estradizione sarà decisa nell’udienza del 9 marzo a Milano), “ha avuto un ruolo importante nel rientro dei contanti provenienti dal Qatar creando, insieme alla figlia di Pier Antonio, Silvia Panzeri, una struttura societaria che ha dato forma legale al flusso di denaro”.

Di queste la Equality, costituita nel dicembre 2018 a Opera (Milano), dove si trova lo studio di Bellini e dove lo stesso commercialista, suo padre e il fratello Giorgi sono soci, come rilevato anche da quest’ultimo, arrestato a Bruxelles.

Poi, secondo la tesi degli inquirenti, Giorgi e i prestanome della sua famiglia, Forte e Scola, si sono uniti alle quote.

Prima della chiusura della società, nel giugno 2021, avevano raccolto circa 300.000 euro da tre società nel Regno Unito e una in Turchia.

Le presunte mazzette versate

Quello di Milano è un dossier a sé stante su presunte tangenti pagate da Qatar e Marocco per ottenere influenza sul Parlamento europeo e sui movimenti finanziari.

Nasce dalle attività svolte dall’unità di polizia giudiziaria della Gdf a seguito del mandato di perquisizione europeo emesso dalle autorità giudiziarie belghe, tra cui l’analisi dei conti e il sequestro di terminali e telefoni. Sono state svolte anche alcune perquisizioni.

Potrebbero esserci questioni legali da risolvere riguardo alla posizione dei professionisti e della famiglia Giorgi, che sono stati al centro dell’indagine belga.

Al momento, quindi, sono indagati solo i due prestanome presunti tali. Gli inquirenti milanesi sembrano essere in attesa di documenti dal Belgio, tra cui le trascrizioni verbali di Panzeri e Giorgi, per avanzare con le indagini.

A quasi tre mesi dal suo arresto per il sospetto di essere una figura centrale nello scandalo Qatargate, il destino dell’ex deputata Eva Kaili rimane incerto: un giudice ha ordinato la sua detenzione per almeno altri due mesi in un carcere di Haren, un sobborgo nord-orientale di Bruxelles.

Anche la Kaili è stata incarcerata grazie alle rivelazioni di Pier Antonio Panzeri e ha ricevuto una condanna più severa rispetto al suo collega ex deputato lombardo Francesco Giorgi, che è tornato a casa all’inizio di questa settimana, sotto sorveglianza elettronica, dopo due mesi e mezzo di carcere.

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