L’INPS annuncia una cattiva notizia che ha a che fare con i futuri pensionati che dovranno accontentarsi di andare in pensione tre anni più tardi rispetto a quello che pensavano e speravano.
Senza l’intervento del nuovo governo ci saranno tanti problemi legati alla legge Fornero che molti pensionati si ritroveranno a dover affrontare.
L’attuale legge prevede due misure che consentono di andare in pensione, ovvero la misura di vecchiaia e quella della pensione anticipata, mentre tutte le altre sono sperimentali oltre che limitate ad alcune categorie di lavoratori oppure a scadenza.
Di conseguenza, se nel breve tempo non si interverrà, alcuni pensionati rischieranno di poter richiedere la pensione ed ottenerla tre anni dopo rispetto al normale.
Cosa succederà a tutti coloro che vorranno andare in pensione nei prossimi anni
Questo è quanto accadrà a seguito della rigidità estrema della legge Fornero tanto criticata e odiata, che richiede un numero di contributi troppo elevato, ovvero 42 anni e 10 mesi per l’uomo e di 41 anni e 10 mesi per le donne. Chi ha iniziato a lavorare più tardi probabilmente non avrà mai diritto alla pensione dato che per raggiungere i requisiti bisogna avere 67 anni e avere iniziato a pagare i contributi e quindi a lavorare a 24.
Cosa impossibile per chi ha conseguito la laurea perché non è certamente rientrato nelle tempistiche studio lavoro. Nonostante sia previsto un riscatto degli anni universitari, che danno diritto ad un qualcosa in più in pensione, l’onere economico richiesto non è facilmente raggiungibile.
Pensione di vecchiaia a 67 anni: cosa dice l’INPS?
In alternativa si può accettare la pensione di vecchiaia a 67 anni, alla quale però non si può accedere comunque in modo semplice. Per esempio chi svolge un lavoro gravoso, usurante, pesante, non può pensare di compiere 67 anni per poi andare in pensione, così come non si può nemmeno pensare di non lavorare più e aspettare la pensione di vecchiaia, perché questo vorrebbe dire non avere alcun reddito durante il periodo di pausa.
Ecco perché in vista della scadenza di alcune misure volte ad aiutare i lavoratori, il nuovo governo dovrà rimboccarsi le maniche e pensare a cosa fare per risolvere il problema soprattutto di coloro che sono nati a partire dal 1959. Chi è nato nel 1958 infatti può ritenersi fortunato. L’INPS spiega che questa categoria di persone e quindi di lavoratori, può usufruire della quota 100 per uscire dal mondo del lavoro a 64 anni di età, con 38 anni di contributi versati entro la data stabilita e godersi la serenità degli anni spensierati.
Non si può dire purtroppo la stessa cosa di e per coloro che sono nati a partire dal 1959. In questo caso infatti si parla di rischio di raggiungere la pensione di vecchiaia almeno tre anni dopo il necessario. Qualcosa che è giudicato inaccettabile.
Richiesto un intervento normativo per sciogliere la legge Fornero
Per il momento si rimane in attesa di un intervento normativo del nuovo Governo che vada a sciogliere i nodi intorno alla legge Fornero e a semplificare le cose per tutti i lavoratori che soprattutto adesso si ritrovano in difficoltà. Gli ultimi anni per molti lavoratori sono stati parecchio difficili perché a causa della pandemia e del post pandemia, alcuni hanno perso il lavoro, altri si sono dovuti accontentare di stipendi base con i quali non si riesce ad arrivare in alcun modo alla fine del mese.
Non avendo un buon contratto lavorativo, la conseguenza inevitabile per molti è stata perdere anni di contributi che non fanno altro che allungare la strada verso la pensione e rendere tutto molto più difficile.