Tre persone, tutte italiane, sono state arrestate dai carabinieri di Bergamo, Milano e Lodi per una rapina in una sala slot.
Tre cittadini italiani, due uomini e una donna, sono stati oggetto di un provvedimento cautelare eseguito all’alba dai carabinieri di Bergamo, Milano e Lodi.
Tale provvedimento, emesso dal gip di Bergamo su richiesta della Procura della Repubblica, rispondeva alla presunta responsabilità del trio per tre rapine in sale slot situate tra Martinengo e Brembate in provincia di Bergamo.
Inoltre, sono accusati di lesioni aggravate e porto illegale di arma da fuoco in luogo pubblico.
Tre le persone arrestate
Tra le persone in questione vi sono un 35enne di Casirate d’Adda e una coppia di 57 e 55 anni residenti nel Lodigiano ma domiciliati a Milano, tutti con precedenti per reati contro il patrimonio e contro la persona.
Secondo quanto riferito, due delle tre rapine a mano armata avvenute il 14 e il 19 dicembre 2022 nelle sale slot sarebbero state commesse dai tre imputati.
La terza rapina, avvenuta il 12 marzo, sarebbe stata compiuta dal 35enne sospettato in collaborazione con un complice non identificato.
Il complice è attualmente latitante, mentre una donna italiana di 27 anni è indagata per il suo coinvolgimento nella rapina.
Sale slot prese spesso di mira
Nel mese di marzo, tre persone di 35, 28 e 25 anni, responsabili di sei distinti furti ai danni di sale slot, centri scommesse e gioiellerie nelle zone di Rho, Lainate e Caronno Pertusella, vennero posti in custodia cautelare dai Carabinieri dopo che il Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Milano emise l’ordinanza.
La refurtiva aveva un valore complessivo di 353.000 euro, secondo quanto riferito. Le tre persone accusate del furto vennero accusate di furto aggravato, ricettazione, detenzione illegale di un’arma e lesioni fisiche.
Le origini delle indagini furono indirizzate ad un furto avvenuto presso un centro scommesse di Lainate.
I tre soggetti avevano un modus operandi particolarmente violento, commettendo rapine indossando maschere in lattice che deformavano il volto, e brandendo fucile e pistola che spesso puntavano al volto dei dipendenti in cambio di denaro.
Si trattava di azioni rapide di due minuti svolte in luoghi familiari o luoghi che avevano precedentemente individuato.