Ripreso il processo per l’omicidio dell’ex vigilessa Laura Ziliani

Nel processo ripreso per l’omicidio di Laura Ziliani, la mamma dell’omicida ha affidato i suoi pensieri ad una lettera letta in aula.

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Nel maggio del 2021 Mirto Milani, insieme alle reo confesse Silvia e Paola Zani, uccidevano una ex vigilessa, Laura Ziliani, di 55 anni di Temù, un comune in provincia di Brescia. Mirto era il fidanzato della sorella maggiore, una delle due figlie che ha ucciso la mamma. In realtà si era, poi, scoperto, che il ragazzo aveva una storia sentimentale anche con la sorella più piccola.

Ai tempi era stato definito il trio criminale ed erano finiti in carcere con l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere. L’omicidio era avvenuto nella notte tra il 7 e l’8 maggio del 2021. I tre uccisero Laura strangolandola a mani nude. Presero il corpo, lo caricarono sulla macchina e lo nascosero nel bosco.

Venne ritrovato tre mesi più tardi portato alla luce a Temù nel letto del fiume Oglio. Il 24 settembre i tre venivano arrestati. Inizialmente avevano deciso di non parlare, ma, nel corso di un interrogatorio, ammisero le loro responsabilità raccontando i fatti così come erano avvenuti. Il movente sarebbe stato quello vecchio come il mondo e che la Procura aveva già ipotizzato: i soldi.

Il difficile rapporto tra mamma e figlia

L’ex vigilessa, infatti, gestiva un patrimonio immobiliare piuttosto considerevole. Secondo le confessioni sembrava che la mente di tutto fosse la primogenita. La causa scatenante: il difficile rapporto tra le due donne. La madre rimproverava sempre Silvia per il fatto di non essersi costruita una professione.

Mirto, da parte sua, avrebbe dichiarato di avere agito per amore verso la fidanzata. Ma l’obiettivo del trio, secondo gli inquirenti, è sempre stato soltannto quello di impadronirsi delle rendite della madre per gestirle da soli. Questo è quello che emerse, anche, da un telefonata intercorsa tra i due in cui Silvia esultava per 900 euro incassati da un affitto e utili per l’acquisto di una macchina.

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Se, inizialmente, il trio si era mostrato piuttosto compatto, nell’udienza dell’aprile scorso le dichiarazioni cominciavano ad essere diverse, tanto che le due sorelle avevano dichiarato che la mente di tutto era proprio quella di Mirto che le aveva sapute manipolare fino a portarle ad uccidere la madre.

Mirto, nel corso del procedimento ha respinto l’accusa di essere l’organizzatore. Ha anche aggiunto che è giusto se alla fine gli daranno l’ergastolo:

“Io sono reo confesso. Ho fatto una cosa orrenda. Mi rifiuto di avere la presunzione di innocenza“.

La lettera della mamma di Mirto Milani

Stamattina, nel tribunale di Brescia, è stata la volta di sua mamma e del suo papà. I genitori di Mirto si sono presentati in aula, ma non hanno voluto parlare. La mamma ha affidato i suoi sentimenti ad una lettera che è stata letta dal presidente della Corte Roberto Spanò. Mirna Donadoni ha scritto:

«L’orrore commesso da mio figlio ha completamente devastato la mia vita e quella della mia famiglia. La sofferenza causata da Mirto è arrivata in un momento delicato della mia vita perché stavo combattendo un tumore ed una grave depressione. Quando, a marzo, in psichiatria, Mirto ci ha confessato quello che ha fatto ci è crollato il mondo addosso. E da mamma, da quel giorno, ho deciso di non andare più a trovarlo”.

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