Rubavano le auto e chiedevano riscatto per restituirle, arrestati

Arrestate diverse persone che rubavano le auto e, per la restituzione, chiedevano ai legittimi proprietari un riscatto.

Auto rubate
Auto rubate-iMilanesi.Nanopress.it

In soli 20 secondi, i malviventi sottraevano automobili parcheggiate sulla strada e, successivamente, individuavano il legittimo proprietario per chiedere ricompense economiche in cambio della restituzione del veicolo.

Grazie all’operazione “Carback“, i carabinieri hanno condotto un’imponente azione investigativa nei confronti di 68 individui accusati di reati quali mafia, traffico di droga ed estorsione mediante la pratica del “cavallo di ritorno“.

L’indagine è stata condotta dalla compagnia carabinieri di Catania Fontanarossa, grazie al coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia, e ha visto la partecipazione di 400 militari dell’Arma.

Rubavano le auto e chiedevano un riscatto

Auto dei carabinieri
Auto dei carabinieri-iMilanesi.Nanopress.it

Le operazioni di arresto sono state condotte in diverse città italiane, ovvero Catania, Siracusa, Agrigento, Pavia e Vibo Valentia.

In particolare, sono state individuate due organizzazioni criminali con sede nel quartiere San Giorgio a Catania: la prima è specializzata nel furto di autovetture, molte delle quali sono state oggetto di “estorsione con il metodo del cavallo di ritorno”, mentre la seconda è dedita al traffico di cocaina.

Tra gli individui arrestati ci sono membri dei clan mafiosi “Cursoti milanesi” e “Cappello“. Gli indagati sono accusati di ben 113 reati, tra cui figurano anche venti soggetti “a piede libero”, oltre alle 68 persone colpite dalle misure restrittive.

Indagini anche per traffico di droga

Le indagini investigative hanno dimostrato che gli imputati, suddivisi in tre “gruppi” con competenze territoriali specifiche, avevano perfezionato le loro abilità criminali fino a poter rubare un’auto parcheggiata in strada soltanto in 20 secondi.

Altri imputati agivano come intermediari con i proprietari dei veicoli rubati, negoziando la restituzione del mezzo in cambio di un “riscatto” che variava da 500 a 1500 euro.

Il filone di indagine che riguarda le sostanze stupefacenti ha portato alla luce un vasto commercio di cocaina sia all’ingrosso che al dettaglio.

Le forniture di droga venivano acquistate a un costo di 42mila euro per chilo e andavano ad alimentare fiorenti mercati della droga nei quartieri di Librino e San Giorgio a Catania, ma anche a Nicolosi, Siracusa, Trapani e Palermo.

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