Scarcerato il carabiniere che uccise il suo comandante

In carcere per l’omicidio del comandante Doriano Fulceri, il brigadiere Antonio Milia è stato scarcerato perché giudicato incapace di intendere al momento del fatto.

Il comandante Doriano Furceri
Il comandante Doriano Furceri – Imilanesi.nanopress.it

Accusato tempo fa dell’omicidio del comandante Doriano Furceri di Asso, in provincia di Como, il brigadiere dei carabinieri Antonio Milia è stato giudicato mentalmente incapace di intendere e di volere dopo una perizia psichiatrica.

Di conseguenza, non è imputabile. L’udienza si è svolta ieri, giovedì 9 marzo, presso il Tribunale militare di Verona e davanti al giudice per l’udienza preliminare.

Il carabiniere giudicato incapace di intendere e di volere

Lo psichiatra incaricato come perito, Giancarlo Boncompagni, ha dichiarato che Milia era completamente incapace di intendere e di volere al momento in cui ha commesso l’omicidio.

Pietro Pietrini, consulente della difesa nominato dal legale del brigadiere Roberto Melchiorre, si è detto assolutamente d’accordo.

Il 57enne, a quanto pare, soffre di disturbo psicotico con manie di persecuzione ad alto condizionamento.

Il brigadiere verrà trasferito in una casa di cura specializzata

Diversa è l’opinione di Giovanni Perini, legale della parte civile nominata da Paolo Camporini, l’avvocato che rappresenta la famiglia della vittima.

Antonio Milia uccise il suo comandante
Antonio Milia uccise il suo comandante – Imilanesi.nanopress.it

Pertanto, l’esito della perizia porterà al non luogo a procedere. Tuttavia, il perito Boncompagni ritiene che il rischio sociale sia di grado medio-alto.

Per questo motivo, il giudice che ieri ha revocato la misura preventiva ha stabilito che la vittima venga collocata in un’unità di cura e protezione che verrà stabilita dalla Procura.

Dentro la struttura, Milia riceverà valutazioni mediche ogni sei mesi e cure specialistiche. L’omicidio è avvenuto il 27 ottobre del 2022 nella caserma dei carabinieri di Asso.

Il brigadiere Antonio Milia era in congedo da diversi mesi per problemi di salute, ma era tornato in servizio il 18 ottobre, 10 giorni prima di commettere l’omicidio.

Dopo essere stato ricoverato nel reparto psichiatrico di un ospedale a gennaio e sottoposto a cure, la Commissione lo ritenne idoneo a tornare in servizio. Purtroppo si sbagliavano.

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