Chi è nato in questi anni non potrà avere una buona notizia sulla pensione: ci saranno dei soldi in meno, inaspettati.
Le pensioni sono sotto la lente di ingrandimento e nei prossimi mesi ci saranno delle novità interessanti. Nella maggior parte dei casi, il Governo Meloni presenterà la riforma pensionistica entro il 2024. Tuttavia ci sono delle notizie che non faranno piacere ad alcuni soggetti. Infatti chi lascerà il lavoro nel 2023 – 2024 potrebbe trovarsi dei soldi in meno sul cedolino di fine mese. Chi sono questi sfortunati e in quali casi ci saranno meno soldi? Facciamo chiarezza grazie agli esperti di economia e finanza.
Soldi in meno sulla pensione: chi sono i penalizzati?
Nelle ultime settimane le notizie in merito alle pensioni sono state tantissime. C’è chi ha ricevuto gli aumenti e le rivalutazioni, chi gli arretrati e chi desidera strumenti per uscire in anticipo dal lavoro. Coloro che invece hanno raggiunto l’età per richiedere quella di vecchiaia, sono pronti per lasciare la professione e godersi la vita da pensionato.
Le modalità di accesso per richiedere la quota mensile dopo il lavoro, sono differenti e cambiano continuamente. Si parla del sistema misto con la liquidazione della parte della pensione retributiva e poi contributiva. Questo metodo è in auge dal 1996, ricordando che lo strumento precedente consentiva ai lavoratori di prendere in considerazione gli ultimi anni della retribuzione percepita.
Tutto questo per evidenziare che ci saranno alcuni soggetti penalizzati, nel momento in cui vorranno richiedere la loro pensione di vecchiaia in questo anno o l’anno prossimo 2024.
Pensione 2023 – 2024: cosa succederà?
Il sistema contributivo permette di calcolare i contributi versati durante l’attività lavorativa, in maniera totale. Inoltre si aggiunge l’età del soggetto interessato e tutti i coefficienti di trasformazione. Non è da sottovalutare, inoltre, il sistema misto che evidenzia una buona parte delle pensioni che sono in una fase di transizione.
Il sistema misto in vigore ha determinate regole da osservare e conoscere. Chi ha un totale o più di 18 anni di contributi che sono stati versati antecedentemente a fine dicembre 1995, cosa succede? Il sistema retributivo prevede di osservare il calcolo prendendo in considerazione le quote sino a fine dicembre 2011. Uno strumento valido per chi possiede moltissimi anni di contributi, prima che entrasse in vigore la riforma Dini.
Per tutti coloro che hanno ancora meno di 18 anni di contributi versati, sempre entro il 1995, allora si calcola un tipo di pensione differente. Entra in scena il sistema retributivo sino a fine 1995 e poi si aggiunge il contributivo per gli anni successivi. Cosa vuol dire? Che i pensionati non hanno una quota vantaggiosa e devono tenerne conto.
Chi uscirà dal lavoro nel 2023 – 2024 avranno meno soldi sulla pensione anche in merito alle quote versate come contributi. È importante, in questo caso, chiedere subito un consiglio ad un professionista del settore.