Secondo il perito, Alessandro Maja, che ha ucciso sua moglie e sua figlia, è capace di intendere e di volere. L’udienza è stata fissata il 19 maggio.
Dopo aver esaminato le capacità mentali ed emotive di Alessandro Maja, l’esperto Marco Lagazzi ha presentato una sintetica relazione di circa cinquanta pagine.
Il rapporto conclude che Maja ha la capacità di intendere e di volere, così come la capacità di essere processato in tribunale.
Tale relazione è stata commissionata dalla Corte d’Assise per fare chiarezza sulla posizione psicologica dell’imputato.
Alessandro Maja capace di intendere e di volere
Secondo la relazione del perito, il geometra, che ha 57 anni, era sano di mente quando ha commesso la strage durante la notte del 3 maggio 2022.
L’uomo ha ucciso la moglie, Stefania, e la figlia, Giulia, e ha causato gravi ferite a suo figlio, Nicolò, che fu l’unico fortunato sopravvissuto a questo bagno di sangue.
Secondo quanto riferito, Maja sarebbe stato lucido quando ha pianificato la strage avvenuta nella villa di via Torino dove risiedeva per un periodo con la sua famiglia.
Il soggetto in questione sarà quindi ascoltato durante l’udienza fissata per il 19 maggio.
È stato suggerito che il sospettato possa essere affetto da un disturbo della personalità, sebbene ciò non sembri aver influito sulla sua capacità di intendere e di volere al momento della strage. Attualmente Maja è detenuto nel carcere di Monza.
Ha rinunciato all’eredità
Lo scorso 8 maggio, durante l’udienza con il giudice tutelare per nominare un amministratore di sostegno per i suoi beni, Maja ha comunicato al suo avvocato di rinunciare all’eredità della moglie.
Inoltre, ha anche espresso il desiderio che 15.000 euro vengano destinati al figlio per curarsi.
Nicolò è l’unico sopravvissuto della strage e ha subito una serie di interventi chirurgici, con lunghi mesi passati in ospedale.
Poco prima che avvenisse la tragedia, l’allora 22enne era riuscito a ottenere il brevetto da pilota, il suo sogno più grande.