Truffa milionaria all’ereditiera, presi i quattro componenti della banda

Truffa milionaria all’ereditiera: per fortuna la banda di questa truffa è in manette. Ecco quali sono gli indizi che hanno aiutato gli investigatori ad arrivare a loro. I dettagli.

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Sembra che siano stati arrestati due uomini e due donne con l’accusa di truffa milionaria effettuata nel mese di Gennaio nei pressi dell’abitazione di una donna appartenente alla famiglia Caproni. Quello che c’è da sapere sull’arresto.

Truffa milionaria all’ereditiera: cos’è successo

Come abbiamo accennato poco fa, due uomini e due donne sono finiti in manette, poiché accusati per la truffa milionaria messa in atto nei confronti di un’ereditiera.

Ecco che finalmente la banda è stata presa.

Al fine di riuscire nella loro truffa, avevano escogitato un piano, ovvero convincere la vittima che il figlio fosse in procinto di essere arrestato.

Per fare questo si sono spacciati per un avvocato in un primo momento e successivamente per un carabiniere e hanno convinto la donna che se non avesse dato i soldi richiesti, il figlio sarebbe finito in manette.

In realtà sono stati loro i primi a essere arrestati per questa truffa.

Truffa milionaria all’ereditiera: altri dettagli sulla vicenda

Insomma la truffa messa in atto aveva sicuramente lo scopo di manipolare la donna da un punto di vista emotivo, al fine di farle pagare una bella somma di denaro.

Come detto, si tratta di due donne, di 56 e 22 anni e di due uomini, di 42 e 25 anni.

I truffatori risiedono nella città di Napoli e sono stati posti in arresto dalla polizia con l’accusa di truffa nei confronti di una donna di 87 anni, nonché ereditiera della famiglia a cui appartiene, la famiglia Caproni.

Polizia
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Si parla di una famiglia molto nota, nonché una famiglia di imprenditori per quanto riguarda uno specifico campo, quello dell’aviazione.

La truffa messa in atto è stata possibile proprio grazie ad un’azione manipolativa agita nei confronti di questa donna che il 10 Gennaio ha ricevuto una chiamata telefonica proprio dai truffatori.

Al telefono gli stessi hanno finto di essere chi poi in realtà non erano: un legale e un maresciallo dei carabinieri e questo con l’intento di spiegare alla donna che il figlio fosse stato vittima di un incidente e che correva un grosso rischio.

Quello di poter essere arrestato, se non avesse pagato una grande somma di denaro.

A quel punto hanno raggiunto la donna nei pressi della sua abitazione, tra San Babila e Duomo. La donna non ha esitato e ha consegnato ai truffatori non solo un milione e mezzo di euro in contanti ma anche gioielli e lingotti in oro.

Eppure i truffatori avevano chiesto molto meno, una somma che si aggirava sulle 10mila euro circa.

L’arresto della banda: ecco com’è avvenuta

Presi tutti i soldi e i gioielli i truffatori sono andati via dall’abitazione per dirigersi verso Napoli. Senza rendersi conto, però, di aver lasciato varie prove che hanno consentito alla Squadra mobile di prenderli.

Squadra mobile
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Chi si è occupato della vicenda infatti è riuscito a ricomporre i vari pezzi di quello che era successo fino ad arrivare all’identificazione dei 4 truffatori.

Sotto la guida di Marco Calì gli investigatori sono riusciti a individuare i 4 e tutto grazie al treno che li ha riportati a casa.

Non solo.

Sembra che sia stato fondamentale il passaggio in Centrale avvenuto dopo la truffa. Come mai? Lo stesso è stato ripreso dalla telecamera che aveva anche ripreso il trolley blu dei truffatori.

Ultimi dettagli circa l’arresto

Grazie a tutto questo,  gli investigatori sono riusciti a capire chi fosse il vero responsabile della truffa. Lo stesso, poco dopo, non ha perso tempo per ricongiungersi agli altri componenti della banda sul treno.

Tra di loro c’era appunto anche la donna che portava il bottino preso.

Ecco che dopo averli presi si è anche arrivati alla conclusione che si tratta di persone che vivono in zone criminali. Nello specifico due di loro sembra abbiano anche dei precedenti.

Questo fa capire che sicuramente sono dei truffatori esperti, che sapevano cosa stavano facendo e come.

Eppure non sono stati così bravi, dal momento che gli indizi lasciati hanno portato direttamente a loro.

Nel mese di Febbraio è anche avvenuta una perquisizione nella loro abitazione, grazie all’intervento della polizia di Milano. Sembra che si siano trovati circa 2 mila euro che si trovavano nei pannolini, ben nascosti, documenti falsi d’identità e vari cellulari, gli stessi che utilizzavano per chiamare le loro prede e truffarle.

Per fortuna sono stati catturati e non potranno più mettere in atto truffe di questo tipo, prendendosi gioco di persone anziane, che come quella della famiglia Caproni, avrebbe dato tutto pur di salvare il figlio.

Professionisti in truffe che quindi sanno molto bene a chi rivolgersi e quali tasti toccare, ma spesso non mettono in conto che anche un minimo indizio può farli uscire allo scoperto.

Proprio com’è successo in questo caso.

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