Acqua potabile, quali zone ne consumano di più e perché?

Tra le città italiane che presentano un consumo molto levato di acqua potabile, svetta il capoluogo lombardo.

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Concentrandosi sull’Italia, tra le varie città, Milano pare avere  i valori maggiori di consumi di acqua con numeri elevatissimi. Circa 182 milioni di metri cubi di acqua erogata,  di cui oltre 136 usati a livello domestico.

Lorenzo Baio, responsabile acque di Legambiente Lombardia, ha sottolineato la necessità di un intervento mirato per migliorare la situazione. Vanno riqualificati gli edifici ed anche gli spazi urbani.

L’obiettivo è quello di separare le acque grigie da quelle bianche. Adottare i giusti sistemi di riutilizzo e risparmio idrico, con l’obbligo di recupero delle acque piovane. Da anni l’Agenzia europea dell’ambiente segnala che il nostro Paese è nettamente superiore agli altri per quanto concerne lo spreco dell’acqua potabile.

Questo è dovuto alla differenza tra ciò che passa per la rete idrica e ciò che arriva effettivamente agli utenti. Le statistiche indicano un tasso di perdita che va dal 38 al 50%. A differenza della Spagna dove il tasso di perdita è del 18,9%, il 7,2 in Germania ed il 21,3 in Francia.

Fiume Po

Il volume idrico prelevato dal nostro Paese negli ultimi anni per gli impieghi pubblici, agricoli, commerciali, domestici, industriali ed artigianali che rientrano nella rete comunale è di 9,19 miliardi di metri cubi.

In base agli studi statistici l’Italia, ormai da più di un ventennio, si conferma la maggiore utilizzatrice di acqua dolce. Prelevata da corpi idrici sia sotterranei che superficiali per uso potabile.

Tra questi vi è il distretto idrografico del Fiume Po, con 2,80 miliardi di metri cubi. Rispetto alle regioni, quella che preleva maggiore acqua è la Lombardia. Con il 15,6% del totale nazionale. Seguono il Lazio e la Campania.

L’ultimo dato del 2020 mostra che l’85% di prelievo avviene in parte da pozzi ed in parte da sorgenti. Solo il 16,1%, invece, da acque superficiali quali laghi e bacini artificiali, oltre che corsi d’acqua.

Acqua
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Infine, per una bassissima quota anche acque marine o salmastre. I vari distretti presenti sulle Alpi orientali e  gli Appennini centrali, infatti, utilizzano bacini nel sottosuolo per oltre il 95% dei prelievi del territorio.

Per quanto riguarda le medie di dispersione dell’acqua, secondo il Rapporto Ecosistema Urbano, la Lombardia ha una percentuale che si aggira sul 22%. La situazione attuale rispetto agli anni scorsi non è migliorata.

PNRR

La prima cosa da fare è sicuramente adeguare la rete degli acquedotti. I fondi necessari per permettere di fare questi lavori di riqualifica sono all’incirca 12 miliardi di euro. Una parte di questi, però, è stata trovata grazie al PNRR.

Questo ha messo a disposizione 900 milioni di euro. Infatti, a settembre del 2023 cè stata l’aggiudicazione degli appalti. Entro il 31 dicembre del 2024 verrà risistemata 9000 chilometri di rete idrica e se altri 16mila entro il 31 Marzo del 2026.

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