Alexia, nome d’arte di Alessia Aquilani – La Spezia, 19 maggio 1967 – è un’artista che con 6 milioni di dischi venduti in carriera è di diritto fra le cantanti e autrici più importanti del panorama musicale italiano. Con canzoni come Uh la la la, Gimme Love e Goodbye ha fatto ballare mezzo mondo, con un’altra come Per dire di no nel 2003 ha vinto il Festival di Sanremo, con l’album Tu puoi se vuoi l’anno scorso si è presentata in pubblico come un’artista più matura e consapevole, facendo vedere di essere capace di spaziare fra generi e stili diversi. La tecnica, del resto, non le manca. Nel 1993 Alexia ha preso da privatista il Diploma inferiore di Canto Lirico al Conservatorio di Parma. Sposata con due figlie di 9 e 4 anni, in questa intervista parla dei primi tempi a Milano, le difficoltà, le differenze fra liguri e milanesi, i cambiamenti, l’educazione civica, la musica in città, la Scala, le sofferenze, il bilancio, Johnny Cash, Trent Reznor, The Cure…
Trascrizione videointervista ad ALEXIA
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MILANESE DAL 2000
Milano ho cominciato a frequentarla nel 2000, forse anche qualche anno prima. La mia prima casa discografica era qui, quindi i primi contatti di lavoro di un certo tipo sono avvenuti proprio qui a Milano. Per l’anagrafe dal 2007, quando è nata la mia bambina.
GLI INIZI
Inizialmente mi faceva molta paura perché, si sa, quando vivi in una realtà più “umana”, con ritmi più blandi e un clima più favorevole, venire in una città come Milano non è facile… Io l’avevo sempre vissuta in primavera, perché in occasione dell’uscita dei singoli estivi si avvicinavano per me i momenti più intensi, e quindi mi piaceva quella Milano.
LE NOTE DOLENTI
Quando però ci avvicinavamo a novembre e dicembre, la nebbia, il freddo e l’umidità non è che mi piacessero molto… Infatti un anno rimasi bloccata con la schiena a causa dell’umidità.
IL MARE E L’ACCENTO
La mancanza del mare, non avere quella magia visiva che si ha quando sei in una cittadina ligure che ti dà la possibilità di vedere la collina, il mare, i monti… Qui no, purtroppo c’è solo la pianura e questa cosa mi angosciava parecchio. Poi mi sono dovuta abituare all’accento milanese che inizialmente mi infastidiva tantissimo, oggi lo adoro anche perché le mie bambine parlano milanese, e lo trovo anche molto carino.
IL CARATTERE DEI MILANESI
Sono molto più chiusi i liguri, che sono chiusissimi. Io sono stata ligure, ovviamente dalla nascita, e per un periodo piacentina, e trovo che i milanesi siano molto più aperti rispetto ai liguri e ai piacentini. È chiaro che i romani lo sono in modo molto più plateale.
IL BELLO DI MILANO
Mi consente di essere me stessa. Io poi vivo questa duplice realtà: ho la fortuna di avere una casa centrale infilata in un giardino, quindi quasi silenziosa per essere in centro.
MILANO A SORPRESA
Il mio piccolo quartier generale, invece, è in una zona più urbana, che ho voluto fortemente all’interno di una corte, quindi con i terrazzi a vista, con le lenzuola stese, come dalle mie parti, è tutto un pochino più provinciale. Quando lavoro desidero rivivere un po’ quell’atmosfera, così quando esco trovo gli artigiani che lavorano in questo cortile, ed è anche molto carino condividere due chiacchiere con le persone che abitano in questo palazzo.
I CAMBIAMENTI
Mi ha nevrotizzata, Milano. È una cosa che noto spesso quando mi confronto con la mia famiglia in Liguria. Di solito io riesco a mettere insieme a organizzare pranzo, cena, cena del giorno dopo, in quattro e quattr’otto. Sono molto organizzata, piazzo le bambine a fare determinate cose, e loro, quelli della mia famiglia, mi guardano come per dire: “Ma sei in vacanza…!!!”. Sì, però mi devo organizzare! Ho tre giorni li devo monetizzare… Così mi dicono: “Sei diventata una milanese, sei fuori di testa…”. Ma io sto benissimo!
IL BRUTTO DI MILANO
Con i problemi che ci sono a livello lavorativo c’è molta più preoccupazione per la sicurezza. I cittadini ci tengono… In particolare ci tengono ad avere una Milano pulita, una Milano dignitosa, anche perché negli ultimi mesi abbiamo notato che il degrado è aumentato. Vediamo che cosa succederà con la nuova amministrazione.
IL NUOVO SINDACO E L’EDUCAZIONE CIVICA
Quello che chiedo al prossimo sindaco è imporre l’Educazione Civica a tutti, a tutti quanti, perché è davvero quello che manca. Io alle medie avevo un librettino di Educazione Civica alto così, quindi tornate a insegnarla nelle scuole.
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I «MIEI» LUOGHI
Io amo molto Brera, anche perché mia madre dipinge per diletto, non ne ha mai fatto una professione, però è molto brava e quando viene qui spesso la porto a Brera a comprare i suoi pennelli, i colori, visto che non c’è posto migliore. La Pinacoteca l’ha vista già mille volte e l’adora, è un luogo dove si vive l’arte, dove si vive anche la Milano giovane, che sogna, la Milano che sta lavorando per il proprio futuro per il proprio destino.
FUGA DA MILANO
I primi anni ero molto affaticata dalla vita che facevo qui e scappavo spesso, andavo nella casetta che abbiamo in Liguria, con la bimba piccola. Poi la bimba piccola ha cominciato a crescere, ad andare a scuola, e allora lì la vita è cambiata veramente perché lei è milanese a tutti gli effetti. Ho due bambine che amano questa città, amano Milano, a volte quando siamo in vacanza mi chiedono: “Quando torniamo a Milano?”.
LA MUSICA IN CITTÀ
È difficile perché Milano non è più come un tempo. Una volta si respirava musica dal vivo a ogni angolo, oggi non è più così, quindi se voglio musica dal vivo non resta che andare ai concerti al Blunote, i Magazzini Generali, il Fabrique, l’Alcatraz… Purtroppo si sono veramente ridotte a zero le situazioni, le possibilità.
FAN DELLA SCALA
Sono stata una habitué della Scala fino alla nascita della mia prima figlia, dopo i ritmi sono diventati impossibili e non sono più andata. Io ho studiato canto lirico al Conservatorio di Parma per cui mi piaceva tantissimo.
LE PROSSIME MOSSE
Io spero nel 2017 di realizzare un album nuovo, canzoni nuove che mi appaghino, visto che devo essere io la prima a essere soddisfatta di quello che faccio. E poi spero che trovino riscontro nel pubblico, cosa non affatto scontata oggi. Devo veramente impegnarmi e cercare di fare un disco in cui le persone trovino qualcosa per cui dire: “Io me lo scarico, io me lo rubo, io me lo ascolto”… Insomma, che trovino interesse per quello che io ho dentro.
BASTA APPARIRE
Ho passato troppi anni, fortunatamente avendo grandi soddisfazioni, facendo cose che erano basate molto sull’apparenza e poca sulla sostanza, soffrendone tantissimo, anche se ero consapevole che dovevo seguire comunque quello che i miei capi volevano da me. Oggi che sono matura, che sono una donna e non ho più bisogno di mettere minigonne o fare canzoni con l’ombelico di fuori, posso dire quello che invece ho dentro. E vorrei fare questo…
IL BILANCIO
Io mi ritengo una donna che ha… Sono un toro e ho i piedi ben piantati per terra, una donna che ha saputo comunque gestire bene la vita, probabilmente non benissimo la carriera, perché a un certo punto ho scoperto di avere la fortuna di aspettare il primo figlio e mi sono detta: “Bene, adesso ho una scusa per fermarmi, sono giustificata”. Questa bambina è arrivata per me come una benedizione perché mi ha fatto capire di avere una vita: “Alexia, tu devi riprendere la tua vita nelle tue mani, non puoi pensare che il lavoro sia solo e unicamente l’unica priorità”. Poi mi è mancato molto, il lavoro, e piano piano ho cercato di recuperare l’attitude che avevo completamente perso.
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L’ALTRA ALEXIA
Alexia ha un’anima, Alexia ha sofferto, Alexia è stata malissimo. Alexia non è solo sorrisi ed energia. Infatti alla fine di novembre ho fatto un concerto al Blue Note dove ho anche presentato parte del mio nuovo disco. Sono venute persone, amici, ma anche persone dell’ambiente, anche personaggi illustri e molto facoltosi, una in particolare, quando ho finito il concerto mi è venuta ad abbracciare, mi ha stretto fortissimo e mi ha detto: “Ora ho capito perché hai voluto, e hai insistito fortemente, che io fossi qui questa sera”. Era Caterina Caselli.
MILLE ANIME
Perché ha scoperto mille anime che io ho dentro di me, è un gran casino perché effettivamente non basta una vita per raccontare tutte queste anime, e soprattutto alla gente non frega tantissimo di avere a disposizione mille anime, la gente ti deve identificare in qualcosa. Per questo lo sforzo che adesso sto facendo è molto grande, perché devo cercare di concentrare quello che io ho nella testa in un’unica modalità che alla gente possa piacere. Un’Alexia che apparentemente è quello che la gente vuole ma che probabilmente ascoltando bene le parole si capisce che si è evoluta anche grazie alle sofferenze.
LE MIE ULTIME PASSIONI
Io amo moltissimo le biografie degli artisti.
JIHNNY CASH
E di recente mi sono appassionata alla storia di Johnny Cash, che ha avuto una storia abbastanza particolare, piena… C’è una canzone che si chiama Burn che mi fa impazzire, non c’entra niente con me, non c’entra niente col mio mondo, ma aveva una malinconia, un’angoscia dentro e allo stesso tempo un ritmo, una voglia di reagire a questa tragedia, che dici: “Cristo, ragazzi! Questi hanno fatto la vera storia della musica.
VYNIL
E poi una cosa che mi ha mandato fuori di testa completamente è una serie Tv sempre legata alla musica. È Vynil, prodotta da Martin Scorsese e Mick Jagger, con il figlio di Mick Jagger che fa una parte… È bellissimo perché è ambientato nel mercato discografico, in un’etichetta discografica dove c’è il peggio del peggio, ma c’è anche una grande passione, una voglia di combattere, degli up and down incredibili che ti fanno capire che quando ami la musica non c’è niente da fare, fai qualsiasi cosa. Mi è piaciuta, ma adesso è finita purtroppo, sono disperata…
I CONCERTI DA VEDERE: THE CURE…
Ho comprato un biglietto per il novembre prossimo per andare a vedere i Cure con mia sorella.
NINE INCH NAILS
Spero di poter andare a vedere presto anche i Nine Inch Nails, appena faranno un altro live. So che adesso si metteranno a fare un disco, anche se ormai Trent Reznor è diventato un grande compositore di colonne sonore per cui bisogna dargli il suo tempo.
JACK GARRATT
E poi forse andrò a vedere Jack Garratt al Fabrique il 20 maggio, il giorno dopo il mio compleanno.
TORNARE A SANREMO
Speriamo… Visto che stanno tornando di moda i vecchietti, magari faccio in tempo a diventare un po’ più vecchia… No, non mi dispiacerebbe, perché in fondo Sanremo è in Liguria, quindi per me… Un pezzo di focaccia subito appena arrivo… E poi perché è un palcoscenico vero, lì non racconti storie, se sai fare le cose si vede, se non le sai fare si legge tutto. È come fare un’ecografia.