Brescia: la polizia di stato ha attuato un’ordinanza interdittiva nei confronti di una insegnante di ginnastica ritmica, accusata di maltrattamenti aggravati.
Un’insegnante di ginnastica ritmica è stata interdetta, per un anno, dalla sua professione. Il reato contestato alla donna – che esercitava il suo lavoro a Brescia – è quello di maltrattamenti aggravati verso le sue giovani alunne. Tali comportamenti sarebbero iniziati nel 2017 e documentati con foto, video e chat. Ecco cosa è emerso dalle indagini.
Brescia, maltrattamenti aggravati: interdizione per insegnante di ginnastica ritmica
La polizia di stato ha messo in atto un’ordinanza restrittiva nei confronti di una insegnante di ginnastica ritmica per il reato di maltrattamenti aggravati nei confronti delle giovani allieve che con lei si allenavano per diventare ginnaste ritmiche professioniste.
La donna avrebbe attuato comportamenti non consoni alla sua professione, a partire dal 2017, verso le giovani alunne che, in alcuni casi, hanno deciso di abbandonare la scuola, pur di non subire più le vessazioni, anche se – in alcuni casi – per diverse studentesse potevano spalancarsi le porte di una carriera sportiva importante, anche di respiro internazionale.
Le indagini sono partite dalle confidenze di una madre alla squadra mobile, dalle quali sarebbe emerso che l’allenatrice in questione – che insegnava in un’accademia per atlete di Brescia – affiliata alla Federazione Ginnastica d’Italia – maltrattava continuamente le sue allieve che avevano un’età compresa tra i 10 e i 14 anni.
I materiali al vaglio degli inquirenti
Al fine di condurre le indagini sul caso, sono stati analizzati diversi materiali, come audizioni delle presunte allieve offese di minore età, videoregistrazioni, alcune effettuate dalla medesima indagata, chat, ma non solo.
Sono state interrogate più di 25 persone, tra testimoni, ginnaste, genitori, colleghi dell’allenatrice e psicologi consultati dalle atlete e i vertici della Federazione Nazionale.
Secondo quanto emerso da questi elementi, il quadro indiziato sarebbe stato confermato e, quindi, spiegato anche il motivo per il quale tante giovani ginnaste hanno lasciato l’accademia – dove studiavano, oltre che allenarsi – pur di non avere a che fare con l’insegnante, anche se ciò significava fermare la propria carriera sportiva.
I maltrattamenti aggravati verso le vittime minorenni ha spinto il Giudice a emettere, a carico dell’indagata, un divieto temporaneo di esercitare la sua professione, per un anno, su tutto il territorio italiano. Le indagini proseguono al fine di capire se, nella vicenda, sono coinvolti anche altri minori che frequentavano il centro semiresidenziale dove le atlete ricevevano an che istruzione scolastica, oltre che insegnamenti di stampo sportivo.