Circa 1.600 all’anno le aggressioni a danno di medici ed infermieri

L’Oms dichiara che sono moltissimi i sanitari che, nel corso della loro carriera, hanno subito almeno un’aggresione fisica o verbale

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Una situazione che rileva l’emergenza in ambito sanitario, un numero molto alto di vittime, che, tra l’altro è sottostimato. Il maggior numero di segnalazioni riguarda le RSA, quelle strutture assistenziali non ospedaliere, che ospitano pazienti per periodi variabili. Si tratta di persone non autosufficienti che necessitano di cure particolari.

Inoltre molti casi di violenze si svolgono in aree psichiatriche ed al pronto soccorso. Il questionario, dal quale emergono i dati, è stato compilato da molti istituti, dei quali solo il 10% è di tipo pubblico. Tra il 2019 ed i 2021 sono emersi almeno 60mila casi di crimini subìti dagli operatori nella regione lombarda.

Durante l’incontro con la commissione della sanità, avvenuta giovedì, l’Agenzia di controllo del sistema sociosanitario, ha illustrato la sua relazione. Questa viene stilata annualmente e deve essere approvata dalla Giunta, cosa che è avvenuta il mese scorso. Al suo interno l’Agenzia dichiara che il fenomeno è certamente allarmante.

Episodi di violenza verso il personale sanitario in aumento

Non considera il 2020 come dato rilevante, vista la pandemia, ma l’anno successivo c’è stato un nuovo aumento degli episodi. Dai dati del 2022 pare che l’unica diminuzione significativa riguardi i medici di famiglia, ma rispetto al 2021 sono anche arrivate la metà delle risposte. Le violenze subite dai medici e dagli infermieri potrebbero essere molte di più.

Questo perché tra le strutture che hanno dato risposta al questionario dell’Agenzia, solo il 10% sono classificate come pubbliche, tutte le altre sono invece private. Solo nella zona di Milano e della periferia, l’anno scorso, nel settore sanitario pubblico, il partito democratico aveva evidenziato l presenza di 2,5 aggressioni al giorno. Da gennaio a maggio erano arrivate ad un totale di 400.

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Nella relazione annuale sono indicati 17.296 casi, che riguardano soprattutto le aggressioni verbali, quindi quelle fisiche, seguite da minacce, intimidazioni ed, infine, molestie. Gli attacchi di tipo verbale sono quelli meno segnalati per cui sono già sfalsati. Veniamo ai numeri, il personale dell’Areu presente sui mezzi di soccorso, come le ambulanze, subiscono molti attacchi.

Dai 33 casi del 2019 sono arrivati ai 46 del 2021. In ambito ospedaliero, invece, appare una diminuzione da 2.721 a 2.163. Nelle residenze socio assistenziali, si passa da 11.648 a 11.034. Nel report è ben chiara la diminuzione delle violenze rispetto ai medici familiari, da 10.083 nel 2019 a 3.958 nel 2021.

Da un punto di vista generale è chiara la diffusione del fenomeno in tutti gli ambiti che riguardano il personale sanitario, ospedaliero e non. In particolare le vittime risultano essere le figure professionali come gli operatori socio sanitari, OSS, gli infermieri e gli educatori, quelli a diretto contatto con il pubblico per più tempo.

Pronta una proposta di legge

Il genere, per la maggior parte dei casi, chi subisce più aggressioni, pari, addirittura, al 75%, sono le donne. Gli atti di violenza possono essere attuati sia dai pazienti che dai loro familiari. Il consigliere del partito Patto Civico, Luca Paladini, ritiene che sia necessario estendere il più possibile il raggio delle indagini nel settore pubblico.

Carmela Rozza, rappresentante del Partito democratico, critica la situazione attuale ed evidenzia la necessità di regolarizzare l’ambito legale per la difesa e la tutela del personale sanitario. In Lombardia i consiglieri hanno già proposto una legge al riguardo, ma la commissione non ha poi definito le linee guida.

Il tavolo tecnico doveva stabilire infatti le azioni da attuare per prevenire le aggressioni. Come, ad esempio, la formazione dei personale anche per imparare a gestire i problemi. Ma nulla è stato fatto, quindi la legge non è stata applicata. Manca coordinazione e pianificazione che dovrebbe invece essere tra le priorità vista la risultanza dei dati relativi alla Lombardia.

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