Arrivano ancora brutte notizie per quanto riguarda Diana Pifferi, la piccola di 18 mesi morta di stenti a Milano, delitto per il quale la mamma Alessia è in carcere. Ecco le novità dall’autopsia.
La storia della piccola Diana Pifferi ancora continua a sconvolgere l’opinione pubblica: a soli 18 mesi, la piccola è morta di stenti, lasciata sola in un’appartamento di Milano.
La mamma, Alessia, è stata arrestata con l’accusa di omicidio pluriaggravato, che dovrà essere confermato al processo definitivo, quando le indagini saranno chiuse. Ecco cosa è scaturito dall’autopsia sulla piccola vittima.
Diana Pifferi morta di stenti: brandelli di pannolino nello stomaco
Lo scorso luglio la piccola Diana Pifferi è morta, dopo essere stata lasciata sola dalla mamma Alessia che è stata accusata di omicidio.
La bimba, 18 mesi, ha perso la vita dopo aver sofferto di sete e di fame, come l’autopsia in questi mesi han decretato. Ora esce fuori un nuovo dettaglio, ovvero nello stomaco della bambina sono stati trovati brandelli di pannolino.
Quel pannolino Diana lo aveva strappato ed era stato trovato vicino al suo piccolo corpicino: la bimba non beveva e non mangiava da giorni, chiusa nell’appartamento nell’afa estiva.
La sua morte, infatti, è stata causata da disidratazione aggravata ancora di più dalle alte temperature, visto che si trovava anche chiusa dentro con finestre e tapparelle chiuse.
Una lunga e brutta agonia per la piccola Diana, che purtroppo ha perso la vita dopo una settimana di solitudine e abbandono.
La mamma Alessia è stata arrestata ma le indagini si chiuderanno ufficialmente il 30 gennaio, anche se tutte le piste portano alla condanna della donna di 37 anni.
Alessia ha chiuso la figlia in casa, secondo le indagini, andando in vacanza con il suo compagno, senza dire nulla a nessuno. Le aveva lasciato solo un biberon con il latte, con gocce di un calmante, probabilmente per sedarla.
Il processo e la richiesta della difesa
Alessia Pifferi è stata arrestata per il delitto che ha coinvolto purtroppo la piccola Diana Pifferi, un delitto assurdo e gravissimo.
Il prossimo 30 gennaio si svolgerà l’incidente probatorio, che per chi non lo sa è “un’udienza che dovrebbe anticipare l’acquisizione e la formazione di una prova durante le indagini preliminari”.
In quella data, il pm Francesco De Tommasi chiederà il giudizio immediato per l’indagata Alessia Pifferi. Respinta la richiesta della difesa di indagare su due tazzine trovate in cucina, che secondo gli avvocati potevano provare la presenza di altre persone in casa prima della morte.
La procura ha tutta l’intenzione di chiedere, quindi, il giudizio immediato, con l’accusa per Alessia Pifferi di omicidio pluriaggravato, che per legge prevede l’ergastolo.
Intanto, l’accusata ritiene di essere innocente, continuando a dire che le sue motivazioni di abbandono della figlia avevano un senso. La donna voleva stare con il compagno, stava cercando di capire se c’era una futuro con lui, queste le sue ragioni.
Inoltre, la Pifferi respinge le accuse secondo le quali avrebbe dato il calmante a sua figlia, anche se gli agenti della Squadra Mobile durante le indagini hanno trovato una boccettina del suddetto medicinale proprio nel bagno di casa.