Donne in pensione a 57 anni, l’INPS lo concede soltanto a questa categoria

Alcune donne potranno andare in pensione a 57 anni. L’INPS specifica qual è la categoria che può beneficiarne.

Donne in pensione a 57 anni
Donne in pensione a 57 anni – IMilanesi.it

Fino a qualche anno fa non era insolito che le donne scegliessero di occuparsi della famiglia rinunciando al lavoro. Al giorno d’oggi fare questa scelta è per la maggior parte delle famiglie impossibile, poiché per riuscire ad arrivare a fine mese sono appena sufficienti due stipendi.

La scelta di essere casalinghe rapportata a oggi

Complice uno stile di vita ed economico differente, le donne potevano scegliere tranquillamente di dedicarsi alla gestione della casa e alla cura dei figli. Un tempo era una vera e propria usanza che la donna non lavorasse. Le nostre nonne stavano a casa, badavano ai bambini, alla famiglia e alla casa, seguivano i figli nell’educazione e nella crescita.
Una realtà non troppo distante da noi, poichè in alcuni casi c’è chi ancora decide di dedicarsi alla casa a tempo pieno, finanze permettendo ovviamente.
Compiti e mansioni spesso sottovalutati, che invece richiedono un impegno non indifferente. Un vero e proprio lavoro non economicamente retribuito. Ma soprattutto, senza alcun versamento di contributi ai fini della pensione.

Calcolo contributi
Calcolo contributi – imilansei.nanopress.it

Ad oggi molte donne che hanno fatto questa scelta negli anni passati sono prossime alla pensione, alla quale però non avendo lavorato, non hanno diritto.

Il fondo istituito dall’INPS

In soccorso delle categorie che non hanno mai avuto l’occasione di lavorare fuori dalle proprie mura domestiche, è stato istituito un fondo da parte dell’INPS. Il cosiddetto “Fondo casalinghe” prevede la possibilità di effettuare dei versamenti volontari. È possibile aderirvi se si ha un’età compresa tra i 16 e i 65 anni e non è strettamente riservato alle donne.

Anche gli uomini, infatti, possono aderirvi, purché non si stia contemporaneamente svolgendo un lavoro retribuito ma ci si stia dedicando alla cura della casa e della propria famiglia. Ad alcune rare eccezioni elencate dall’INPS è però consentito il versamento contemporaneamente al lavoro retribuito. Il fondo casalinghe è quindi una soluzione per poter ottenere una pensione grazie al versamento di contributi volontari.

L’età pensionabile è fissata a partire dai 57 anni di età se si hanno versato almeno 5 anni di contributi. Un altro requisito da soddisfare è quello di avere una stima di pensione che sia pari o superiore all’assegno sociale INPS per un rapporto pari all’1,5%. In sostanza per andare in pensione a 57 anni si deve essere nelle condizioni di ricevere una pensione mensile di almeno 702 Euro. Qualora non si disponga dei requisiti economici, sarà necessario attendere il raggiungimento dei 65 anni di età, momento in cui, a prescindere dal valore dell’importo, la pensione sarà automaticamente erogata per il soddisfacimento del requisito di età.

I versamenti volontari: a quanto ammontano e quando vanno versati

Riguardo i versamenti da eseguire su scelta volontaria, non c’è nessuna normativa che ne regoli il pagamento. Questi infatti, essendo a base volontaria, possono essere versati nei tempi e nelle cifre che si preferiscono. Non vi è quindi un tetto minimo o massimo da versare, così come non ci sono scadenze mensili. Sarà compito della persona autoregolarsi e decidere come procedere ai pagamenti e in che misura. É possibile ad esempio effettuare un solo e unico versamento a cadenza annuale. Considerando che il minimo per la copertura di un mese di contributi è di circa 25,00 Euro, per un anno saranno necessari circa 300 Euro.

Calcolo della pensione
Calcolo della pensione – imilanesi.nanopress.it

Come e quando richiedere la pensione casalinghe all’INPS

Anche la pensione rivolta alle casalinghe, come le ordinarie pensioni, si basa sul calcolo dei contributi versati.
Come già detto, la cifra che si riceverà come contributo pensionistico dipenderà dagli importi versati nel corso degli anni, di conseguenza più si verserà, più sarà alto l’assegno mensile. A volte però la cifra minima di circa 300 Euro può non bastare per avere una pensione soddisfacente. Se si considerano versamenti di 300 Euro al mese per 30 anni, il contributo che si riceverà sarà di circa 450 Euro mensili. Il consiglio è quello di versare nel corso degli anni contributi che siano in linea con quelli dei lavoratori dipendenti.

 

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