Artista versatile e poliedrico, Eugenio Finardi da quarant’anni è uno dei grandi nomi del panorama cantautorale italiano. Dopo anni di sperimentazioni ed esplorazioni artistiche, è in tour in tutta Italia con il suo inconfondibile sound, reinterpretando dal vivo i classici del suo repertorio e gli inediti dell’ultimo album Fibrillante (prodotto da Max Casacci dei Subsonica). Energico interprete e finissimo intrattenitore, Finardi è considerato un outsider per il suo atteggiamento indipendente, conservato nonostante la grande popolarità raggiunta in quarant’anni di attività musicale. Sul palco è accompagnato dalla band con cui ha scritto e registrato “Fibrillante”. Dopo aver dedicato gli ultimi quindici anni all’esplorazione di diversi generi musicali, spaziando dal blues al folk, fino al fado portoghese e alla classica contemporanea, Finardi riporta in scena le sonorità rock di forte impatto e i contenuti di grande impegno che hanno contraddistinto i suoi primi album Cramps come Sugo e Diesel, senza dimenticare la sensibilità umana e l’impegno solidale che hanno sempre accompagnato la sua vita artistica. A Milano il 24 ottobre Eugenio Finardi si esibirà al Blue Note di via Pietro Borsieri 37 (info: 0269016888). In questa intervista si conferma sempre generoso, lucido, interessante. Parla di Milano e solidarietà, moschee e grattacieli, borghesia irresponsabile ed emiri poco democratici, anarchia e musica ribelle… Di tutto, insomma. Per ora, la videointervista più lunga – più di 18 minuti – pubblicata all’interno di questo progetto. “Tagliare” Finardi? Più di tanto, non ce l’abbiamo fatta. Un grande.
Trascrizione videointervista a EUGENIO FINARDI
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BORN IN SAN VITTORE
Io sono nato a Milano, qui dietro in via San Vittore, che non è dove c’è il carcere, ma nella clinica San Giuseppe… e quindi l’ho vista crescere, cambiare, evolversi, attraversare varie epoche. Purtroppo sono vecchio abbastanza per aver visto ere intere arrivare e cambiare!
DOPO L’EXPO?
E’ un’era di mezzo, c’era questo obiettivo Expo, con tutte le costruzioni, tutti i lavori, anche tutta la corruzione che si sentiva comunque nell’aria e adesso bisogna vedere se tutto questo lavoro, questo investimento arriverà a buon fine.
DA BERE E DA MANGIARE
È diventata la città in cui troppo era possibile, la Milano da bere è diventata anche una Milano da mangiare.
LE PERDITE
Ha perso molti teatri, ha guadagnato molti negozi di moda, forse troppi… Ha un po’ perso quella sua caratteristica di città “popolare”… In questo senso è anche una città molto moderna.
SOLO PER RICCHI
Sta diventando una città per ricchi, dove la classe media lavoratrice deve andare fuori perché la città è troppo cara, il centro è diventato puramente finanziario, industriale e commerciale..bisogna essere ultra miliardari per poter vivere all’interno della cerchia dei navigli.
CITTÀ SOLIDALE
È una città dove i servizi, grazie a Dio, funzionano. Gli ospedali funzionano e anche l’aria è migliorata perché con questi cambiamenti climatici per la prima volta nella Pianura Padana si vede un po’ di vento. Tornando al discorso della solidarietà, che è un mondo che mi tocca da vicino e che sento molto vicino, nonostante l’apparente asprezza Milano sia una delle città che quando si hanno problemi ti viene più incontro.
MOSCHEA? ANCHE PIÙ DI UNA
Trovo che sia abbastanza normale che ci sia, anzi che sia meglio avere una moschea, magari più moschee dove ritrovarsi. Milano è sempre stata una città cosmopolita in cui ogni tipo di persona veniva accolta.
EXTRACOMUNITARIO A METÀ
Non bisogna dimenticare che io sono per metà extracomunitario, mia madre è americana, quindi ho questo retaggio… so che cosa vuol dire sentirsi diversi a Milano. Mia madre era albina sembrava una tedesca, aveva proprio i capelli biondi-bianchi…
IMBARAZZI IN TRAM
Io mi ricordo quando andavamo in tram..mia mamma si lamentava..aveva un forte accento..si lamentava perché non cedevano il posto o perché erano scortesi..e c’erano “torna a casa tua tedesca” e io mi vergognavo come un pazzo..
POLITICA E FINANZA
La politica la fanno i grandi poteri finanziari… basta dire che una gran fetta della destra lombarda combatte la moschea e poi hanno venduto tutto il quartiere Porta Nuova agli Emirati e nessuno dice niente… Sono più indignato per quello. Credo che ci dovrebbero essere due o tre moschee sparse dove non danno fastidio, dove ci si può riunire. Non so, una vicina a viale Padova, una a Milano Nord, una a Milano Sud e darebbero molto meno fastidio.
NO AL BUSINESS DEGLI EMIRI
A me darebbero molto meno fastidio (le moschee) che non l’idea che tutti i grattacieli di quella parte di Milano siano stati comprati da stranieri, in particolare da emiri, a cui di noi non frega assolutamente niente (di Milano e dei milanesi). Non sono compratori democratici, sono monarchi assoluti che possono fare quello che vogliono.
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CERCASI SOCIETA CIVILE
Io credo che quello che manca a Milano, ma in generale all’Italia di oggi, a parte alcune sacche, è proprio la responsabilità della società civile, quella che dovrebbe essere la società civile, quella che dovrebbe essere la borghesia illuminata e che invece è irresponsabile per non dire di peggio.
BORGHESIA IRRESPONSABILE
… se non addirittura cattiva, perversamente corrotta…
CONTRO OGNI POTERE
Io ho sviluppato una sana e fortissima diffidenza verso qualunque forma di potere autoritario. Nasco pompiere finisco incendiario. Negli anni’70, gli anni dell’utopia e della speranza, mi davano del revisionista moderato perché ero del Pci, ero iscritto al Pci.
ANARCHICO ANTAGONISTA
Adesso invece sono un anarchico, direi abbastanza antagonista. Cioè sono veramente contro questo sistema finanziario, questo sistema economico. Il liberismo, tutta la logica economica mondiale per me è perniciosamente colpevole del decadimento ambientale, della corruzione, del tipo di vita che si sta facendo. È incredibile la quantità di gente che fa fatica a vivere, i problemi che generano l’arrivo di tanti disperati sulle nostre coste. Io credo che si debba andare a monte.
DISEGUAGLIANZA SPAVENTOSA
Perchè ci sono questi immigrati, perché c’è una diseguaglianza, un’ingiustizia nel mondo spaventosa..perchè il mondo arabo non è industrializzato, non ha economie realistiche e capaci di nutrire i suoi popoli, quando invece l’Arabia Saudita che del mondo arabo è in un certo senso il Vaticano..il centro economico, gli stati del Golfo hanno una ricchezza spaventosa, detengono un terzo della ricchezza mondiale…
STERILE RICCHEZZA ARABA
Non hanno investito una lira per industrializzare i vari paesi del Golfo e dietro c’è anche l’America. Lo dico con tristezza. l’America non è più una vera democrazia.
TURARSI IL NASO
Voto tappandomi il naso per evitare che il peggiore arrivi al potere.
ILLUSIONI GIOVANILI
Credevamo veramente che saremmo riusciti a cambiare il mondo, che il futuro sarebbe stato un continuo progresso, che tutti sarebbero stati meglio…
LA GRANDE SVENDITA
L’errore generazionale è stato quello di vendersi proprio perché avevamo tanto sognato. Molti hanno deciso “vabbè adesso sono cresciuto, vendo il culo al primo che passa”, e l’hanno fatto. Io non ho raccolto il giusto economicamente.
TRISTEZZA E CREDIBILITÀ
Un po’ mi mette malinconia che tante radio, diciamo “nazionalpopolari” non mettano i miei pezzi. È triste sentire radio che mettono tanta musica italiana e quarant’anni di musica magari non la trasmettono. Però d’altra parte ho raggiunto una nicchia di credibilità abbastanza invidiabile e anche la libertà artistica.
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MUSICA RIBELLE, UN’OPERA ROCK
Una compagnia di Livorno sta scrivendo e allestendo un’opera rock più che un musical, perché ha più le caratteristiche di un’opera rock… È intitolata Musica ribelle e si basa sulla mia musica, ma non è la mia storia. Io sarò uno dei personaggi.
IL BRAND FINARDI
Eugenio Finardi ma anche Vasco Rossi o Nino d’Angelo, sono da una parte esseri umani che si chiamino appunto Nino D’Angelo, Eugenio Finardi, Gianni Morandi e dall’altra parte però sono anche un brand. Cioè quando vado a fare un concerto mio dico: “Vado a fare Finardi”. È chiaro che mi assomiglia molto quel Finardi lì, però non è tutto.
L’ULTIMO STUPORE
Uno dei grandi tabù della nostra epoca è la vecchiaia. Io non sono circondato da gente della mia età e quindi vedo accadermi delle cose…
IL BELLO DELLA VECCHIAIA
… Che un giovane potrebbe considerare spiacevoli. Invece alla mia età si trova interessante assistere alla propria vecchiaia e anche a quanto, per esempio, certe cose diventino meno importanti. Il giudizio degli altri, per esempio. A sedici anni è un incubo per chiunque. A vent’anni, a ventitré anni, c’è tutta la competizione sessuale, l’essere maschi… ‘ste cose qui. A sessantatré anni te ne freghi..
ADESSO È TUTTO PIÙ DIFFICILE
Io a vent’anni avevo già firmato il mio primo contratto discografic e mica da ridere, un contratto con la scuderia di Battisti e Mogol. A ventitré anni avevo già conosciuto Fabrizio De Andrè, a ventuno anni avevo conosciuto Demetrio Stratos, Mauro Pagani, cioè tutti quelli che ancora sono… Battiato. Adesso è difficilissimo: da una parte è molto più facile fare un disco perché con il computer te lo puoi fare anche da solo, d’altra parte riuscire a distinguersi a diventare qualcosa di originale è sempre più difficile..
DIGITALE TUTTA LA VITA
Sono anche della generazione che può più apprezzare il digitale, per esempio vedo mio figlio che è molto analogico in questo senso. Io, il vinile mi piace però che palle. Si graffiava. I che mi ricordo com’era avere le cose analogiche… fare le foto per esempio: facevi trentacinque foto poi dovevi aspettare una settimana per vederle. Che palle, ragazzi! W la fotografia digitale, senza i telefonini… Arrivavi alla coda all’autogrill per telefonare. Mi ricordo una volta avevo un fonico che lo stava piantando la fidanzata e abbiamo fatto un viaggio Milano-Roma con lui che si fermava a ogni autogrill per litigare con questa: “Dove sei? Cosa fai?”. Pazzesco. Ci abbiamo messo diciannove ore per arrivare a Roma… Adesso io trovo che il digitale sia una cosa meravigliosa, anzi! Devo dire e qui dirò una cosa pazzesca, sempre a proposito della politica e del futuro. Parte del mio essere diventato, appunto anarchico, è una perdita di speranza in generale sugli esseri umani e invece ho molta fiducia nell’intelligenza artificiale…
W L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Potrebbe essere che l’evoluzione dell’uomo..che l’ultimo passo dell’evoluzione sia: l’essere biologico crea l’intelligenza artificiale che non ha ormoni, non ha competizione sessuale, non ha genere..e che l’intelligenza artificiale salvi il pianeta dalla nostra distruzione.
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Il rap mi piace..cioè non ci capisco niente, non so capire se uno è Old School New School, East Coast, West Coast..
RAP, LA MUSICA RIBELLE
La vera musica ribelle ormai la fanno i rapper, fanno nomi e cognomi tra l’altro cosa che noi non avevamo il coraggio di fare. Mi piace Salmo, ascolto anche Fedez, Fabri Fibra, anche quelli che mi dicono “No, ma Fabri non va più. Va quell’altro, Clementino”.
PERCHÉ? PERCHÉ NO?
Una volta ho chiesto a uno psichiatra canadese di origini ungheresi scappato nel’ 56 dall’Ungheria, quale fosse la differenza fra gli europei e gli americani. Lui mi ha detto: “Gli europei ti chiederanno sempre perché? Gli americani perché no?”. Ecco è questa la grande differenza. Io sono uno che chiede “Why Not? Perché no?”, però sono decisamente milanese. Ho sempre avuto questa ambivalenza.
LA MILANESITÀ
La milanesità è data dal fatto che nessuno è milanese. L’ha espresso molto bene Luca Bernini dicendo che è una città in cui tutti finalmente sono costretti a trovare se stessi al di là delle proprie radici. Questa è secondo me l’essenza, la caratteristica principale dell’essere milanese. Una città che permette di lasciare indietro tanti provincialismi, è una città costretta dal suo presente a contenere tanti passati diversi, tante storie diverse che si fondono in una creazione, in una immaginazione del futuro.
LA SFORTUNA DEL CANTAUTORE
Il difetto di questo è che è terribile essere cantautori milanesi. Voglio dire, il legame che ha Baglioni, che ha Venditti con Roma, che ha Fabrizio con Genova, che ha Guccini con Bologna, ma anche Carboni con Bologna, io Vecchioni e Ruggeri che siamo milanesi… Noi possiamo amare la nostra città ma nessuno nella nostra Milano è abbastanza milanese da… cioè non gliene frega niente se siamo cantautori milanesi, anzi. Milano è una delle città dove vengo meno accolto. In effetti ho meno opportunità di lavoro, perchè arriva il più famoso cantante filippino a suonare a Milano e fa trentamila persone. Noi non lo sappiamo però poi se vai al Forum di Assago dici: “Cazzo! Da dove viene tutta ‘sta gente?”.
SÌ, VIAGGIARE
Finalmente viaggiare. Io in vita mia ho percorso una quantità di chilomtri pazzesca, ho conosciuto l’Italia in ogni remoto angolo, ti giuro: è veramente difficile che ci sia una parte di Milano… una parte d’Italia , lapsus freudiano, dove non sia stato, però non sono mai stato in Giappone, non sono mai stato in Sud America, non sono mai stato in Svezia, la Germania l’ho solo attraversata… Adesso ho voglia magari di fare un po’ meno concerti, anche se poi sono sempre in giro, e di viaggiare un po’ di più. Aanche se poi ti viene questa strana perversione che per te viaggiare vuol dire tornare con dei soldi non spenderne, no?
LA MIA MILANO
Per me il centro di Milano è La Scala. Questo è un angolino di Milano a me molto caro: siamo in via Cesare Correnti, appena dopo il trambusto e il casino di via Torino. E poi uno dei miei luoghi segreti è la montagnetta di San Siro.