Fuggito dall’Iran, oggi sogna le Olimpiadi e di riabbracciare la madre

Arrivato in Italia dall’Iran, ha attraversato il confine a piedi perché perseguitato dal regime degli ayatollah.

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Lottatori-Imilanesi.it

Iman Madhavi, nell’ottobre del 2020, ha oltrepassato il confine turco a piedi per entrare in Italia . Il suo status era quello di un clandestino. Ma a Pioltello, dove si era fermato, ha trovato l’associazione sportiva Lotta Club Seggiano ed ha potuto iniziare una nuova vita sportiva.

Nato sulle sponde del Mar Caspio, in Iran, da un padre, anche lui, lottatore di alto livello, ad un certo punto della sua vita ha dovuto decidere di nadarsene. Iman è nato uomo libero e il regime aveva capito che non seguiva come avrebbe dovuto le canoniche regole islamiche.

L’arrivo in Italia

Solo un mese prima della sua fuga avevano condannato a morte, tra altri, un lottatore, Navid Afkhari, accusato di avere ucciso una persona durante una manifestazione di protesta. Da lì la decisione, sofferta, di fuggire. Lo fa a piedi. Raggiunge la Turchia ed oltrepassa il confine arrivando in Italia.

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Entra come clandestino, ma trova subito la sua strada, Una palestra dove poter ricominciare ad allenarsi. Trova anche un lavoro ed una stanza e ricomincia a vivere. Ottiene anche il passaporto blu, quello riservato ai rifugiati. La sua specialità è la lotta, e la sua categoria è la 74 kg, la stessa del nostro Frank Chamizo.

Trionfa negli ottavi di finale degli Europei a Zagabria, ed è a un passo dalla qualificazione. Qui, infatti, ha conquistato un pacchetto di punti molto importante per la qualificazione. Ha vinto, in questi pochi anni, anche diverse coppe nazionali. Ora, grazie anche al lavoro del Lotta Club Seggiano e della Fijkam, ha ottenuto una borsa di studio del CIO.

Simbolo di riscatto

E’ un sostegno per gli atleti rifugiati che gli permetterà di prepararsi a livello sportivo e che durerà per i prossimi anni. La sindaca di Pioltello, Ivonne Cosciotti, parla di Iman come “un simbolo di riscatto”. Lo aveva anche invitato alla giornata dedicata al rifugiato. Nel corso di questo incontro il lottatore iraniano ha espresso la sua gratitudine verso coloro che lo hanno accolto ed aiutato.

Ora si sente parte di una famiglia. E la dirigenza del Lotta Club conferma che con la buona volontà e un poco di fortuna, che non guasta mai, è possibile incontrare le persone giuste e costruirsi un futuro. Anche Pioltello come città ha fatto la sua parte. Questa è una storia a lieto fine fatta di inclusione e solidarietà.

E, intanto, anche il Comune di Milano sta facendo la sua parte. Il 6 febbraio scorso hanno votato all’unanimità la mozione per sostenere l’atleta nel suo percorso verso Parigi. Ora ad Iman non rimane che lavorare per esaudire i suoi due più grandi desideri: vincere le Olimpiadi e rivedere sua madre.

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