GIUSEPPE CRUCIANI ## Milanese di Roma, 49 anni, conduttore e giornalista radiofonico

Romano, 49 anni, una figlia, Giuseppe Cruciani è uno dei giornalisti radiofonici più esposti d’Italia. Con il suo programma La Zanzara, in onda su Radio24 (dal lunedì al venerdì alle 18.30, la domenica alle 23.30), tiene banco da anni e ogni puntata è praticamente imperdibile. Può succedere di tutto, sempre. A Milano dal 1999, Giuseppe Cruciani in questa intervista si racconta senza filtri: il trasferimento traumatico da Roma a Milano, i primi tempi alla Barona, le feste, il successo, gli amici di sempre, il timbro di Roma, il mancato passaggio a Radio Deejay, i tanti soldi a cui ha rinunciato, le donne, l’amore, il trans nudo in studio…

Trascrizione videointervista a GIUSEPPE CRUCIANI

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UNA CITTÀ ESTRANEA
Sono arrivato in città nel novembre del 1999, sono ormai 16 anni che vivo qui. Sono venuto a fare un colloquio a Radio24, c’era molto freddo. Milano per me, fino ad allora, era semplicemente il posto dove, qualche volta, ero venuto per vedere la Lazio allo stadio. È una città che mi è subito sembrata estranea.

COME TOTÒ E PEPPINO
Il primo impatto è stato quello classico di Totò e Peppino che arrivano con il treno…

UN PO’ ALLERGICO
Andare a Milano, l’idea di iniziare un lavoro a Milano, all’inizio mi ha non dico sconvolto però… Diciamo che ero un po’ allergico all’idea.

DALLA BARONA AI NAVIGLI
Dopo sei mesi ho fatto pace con Milano, cioè quando ho preso una casa da solo. Prima vivevo in periferia da un mio parente perché all’inizio non sapevo se sarei rimasto. Ero in periferia, alla Barona.

E POI L’AMORE
Poi ho preso una casa sui Navigli, ho cominciato ad adattarmi a Milano, e poi me ne sono innamorato. Così, subito.

TORNARE A ROMA?
Credo di no. Una volta me l’hanno offerto, ho pensato… Anzi, per una settimana non ho dormito e ho capito che non me ne volevo più andare. Poi ho mia figlia che vive qui. Milano è diventata veramente la mia città, Roma adesso mi è un po’ estranea.

POCHI AMICI, IL SUCCESSO E LE FESTE
All’inizio frequentavo pochissima gente. I miei amici storici milanesi, gente che si era trasferita da Roma a Milano. Io ho sempre fatto radio, quindi non ho mai avuto bisogno di frequentare la Milano che conta, ho cominciato a frequentarla dopo con la Zanzara, con il programma che è diventato ascoltato e conosciuto. Un cult. Allora ho cominciato a frequentare un po’ di più, non dico i salotti, ma un po’ più di feste.

IL BELLO DI MILANO
L’aspetto straordinario di Milano secondo me, almeno per me, è sempre stato la totale assenza del timbro. Mentre a Roma si sente forte il timbro della romanità, a Milano è tutto anonimo, se vuoi, straordinariamente anonimo, cioè non c’è il milanese, c’è il pugliese o il siciliano che è diventato milanese, accenti di tutti i tipi. Adesso non è che Roma non sia così, però a Roma si sente molto la romanità in un bar, in un posto, in strada… La milanesità, invece, è sulfurea, è quasi inesistente. E questo mi piace.

CITTÀ A MISURA D’UOMO
È una città in cui, secondo me, si vive alla grande, si vive come non ho mai vissuto in nessun’altra città. E io ho vissuto in Sicilia, quando ero piccolo; ho vissuto in Francia, a Lione, quando lavoravo per Euronews; ho vissuto a Parigi un anno, e ho vissuto ovviamente a Roma. Ecco, posso dirlo: Milano è l’unica città a dimensione d’uomo in cui mi è capitato di vivere.

QUI MI SONO REALIZZATO
È il posto in cui ho fatto quello che ho voluto fare e in cui ho ottenuto, diciamo, piccoli successi, o comunque mi sono realizzato.

STRANO IL DESTINO
È strano il destino, perché arrivi e te ne vuoi andare subito… Se mi avessero detto nei primi mesi di tornare a Roma, sarei tornato immediatamente. Invece mi sono trovato a Milano nel posto in cui ho fatto qualcosa che rimarrà nella storia della radio, spero.

LA ZANZARA E LA LIBERTÀ
Qualcuno vede la Zanzara come un luogo di perdizione, di volgarità, di turpiloquio. Ma è ridicolo, non ha senso questa cosa qui. Non so nemmeno cosa significa turpiloquio, non so nemmeno cosa significa volgarità. Una parola in quel contesto ha un valore completamente diverso rispetto ad altri. Per cui credo che scatti l’invidia e anche il desiderio di fare la stessa cosa, di voler essere così liberi, e non poterlo fare… Perché poi il timbro fondamentale di quella trasmissione, la sua originalità e particolarità, se vuoi la sua irripetibilità anche in un altro contesto, è che alla fine è diventata un grande luogo di libertà, in cui ci permettiamo anche di prendere per il culo l’editore, di nominarlo in onda. Sai, nominare l’editore in onda, il tuo editore, nominarlo con nome e cognome, scherzandoci ogni tanto sopra, non è che sia una cosa facile da fare.

LINUS E RADIO DEEJAY?
Abbiamo parlato ci siamo trovati su alcune cose, poi ho deciso di non andare. Per il momento non era giusto chiudere un capitolo. Questo a Radio24 non si è ancora chiuso, magari si chiuderà tra poco, e poi vedremo. A un certo punto mentre parlavo con Linus a Deejay ho capito che non si è ancora chiuso quello che vivo adesso. E gliel’ho detto. Ma siamo in grandi relazioni, non bisogna mai guardarsi indietro nelle cose, ho preso una decisione e quella è. Per adesso.

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LAMENTELE ED ESTIMATORI
Ci sono stati tanti episodi in cui ci sono state lamentele, una parte della Confindustria non è contenta del linguaggio. Però, sai, la fortuna di avere un editore molto composito, cioè non c’è solo un editore, ci sono tanti editori. Per questo gli estimatori si trovano sempre, finché restano almeno il 51 per cento va bene così…

SOLO SESSO E PROVOCAZIONI?
Non è che abbiamo scelto di impostare la trasmissione in questo modo qui, anche perché due anni fa era diverso. Oggi è ancora diverso, sarà diverso anche fra qualche tempo. Adesso c’è, la trasmissione viene vista come un posto dove si parla di sesso liberamente, dove si usa un certo linguaggio. Però in realtà non è così. In due ore mezza c’è di tutto: l’alto e il basso. Cerchiamo di fare interviste più o meno serie, sempre col nostro tono. Magari parliamo con una pornostar dello squirting… Però l’obiettivo è proprio questo: passare a parlare della riforma del Senato e di squirting subito dopo. Non è una cosa semplice, capisco, però il tentativo è quello.

IL TRANS NUDO IN STUDIO
Ho anche rischiato la chiusura del programma in quell’occasione: l’editore non vide bene il fatto che insieme alle scritte Radio24 e ilSole24Ore ci fosse un transessuale nudo con il pisellino di fuori… Poi molti notarono più le dimensioni che l’evento in sé, cioè l’accostamento Radio 24 a un pisellino. Quello lo notano solo gli editori cui non faceva piacere quest’accostamento. Però non è che abbiamo costruito la cosa apposta, le poche volte in cui ho costruito qualcosa apposta non è mai riuscita. Per cui non bisogna mai costruire le cose. Lei, Efe Bal, venne per parlare delle solite cose, cioè la legalizzazione della prostituzione, poi cominciò a spogliarsi, a toccarmi. Io chiaramente… In quel momento devi essere un po’ lucido per farti coinvolgere nella cosa, oppure fare finta di essere distaccato, quasi schifato, cosa che ovviamente non ero. Però capivo che se avessi partecipato a questa cosa potevo passare un po’ di guai.

TV CAPITOLO CHIUSO?
In televisione è andata com’è andata, a Mediaset, ma il fatto stesso che tu ricordi… Che qualcuno ancora ricordi il nome di un programma chiuso dopo una puntata, Radio Belva, per me già vuol dire qualcosa.

UN MERAVIGLIOSO DISASTRO
Radio Belva fu un meraviglioso disastro, un meraviglioso disastro organizzativo, di scaletta, di tutto, anche di gestione se vogliamo. Però me lo ricordo come una serata in cui mi sono divertito moltissimo, in cui alla fine ci fu un consulto finale con i dirigenti di Mediaset… Io un po’ me la ridevo perché sapevo che il programma sarebbe stato sospeso. Non dico che ero contento, però ero sicuro che non si poteva ripetere una serata del genere. Alla fine, il giorno dopo, quando sospesero il programma ero quasi sollevato.

CRITICHE DA INCORNICIARE
Non ci sono molti programmi che hanno avuto il giorno dopo la chiusura una pagina intera sui giornali con commenti critici di qualsiasi tipo, anche sul linguaggio, sul perché il talk show del trash è fallito, perché non si può più riproporre, perché Cruciani e Parenzo non faranno mai più nulla nella vita… Me le sono attese al muro, ho fatto fare i quadretti con tutte le pagine di critica a quel programma.

LA TV NON LA RADIO
Ho capito che non bisogna fare la televisione per forza, ma bisogna fare solo le cose che piacciono, solo le cose di cui sei convinto al 100 per cento. E così spero di fare. Non è che demonizzo la televisione, anche se sono un uomo di radio, però bisogna trovare il progetto giusto, le cose giuste. In quel periodo, una delle cose che mi rimprovero, è che quasi tutti ci dicevano che era inevitabile fare un programma in Tv perché la radio aveva successo, faceva discutere perché facevamo gli scherzi. Ecco a quella roba lì bisognava opporsi, bisognava ragionarci sopra. Io non avevo persone intorno a me per farlo, mi ero fatto trascinare da questa cosa, dunque pensavo: sì vabbè, facciamo la televisione come facciamo la radio, facendo casino, invece le regole sono diverse.

TALK SHOW E NOIA
Non li vedo perché mi annoiano. Formigli mi piace perché ha un’idea dietro che è sempre diversa dagli altri, perché lui è uno diverso, ogni tanto fa qualcosa di originale, suo. Trovo anche incomprensibile questa cosa assurda del martedì sera in cui due talk si contendono un pubblico che prima era del 12-13 per cento, quando c’era solo Floris, e adesso se lo dividono in parti uguali. Trovo tutto questo veramente incomprensibile.

LO SCHERZO PIÙ RIUSCITO
Lo scherzo a Odifreddi perché un mangiapreti che si prostra di fronte al pontefice che lo chiama – il nostro finto papa che chiama – per una polemica che c’era stata che adesso non ricorda nessuno sull’Olocausto… E lui, addirittura, parla solo lui e non fa parlare il papa. È talmente pieno di sé che parla solo lui. A un certo punto chiede addirittura la prefazione del libro al papa, una cosa pazzesca.

PROCESSO ALLA RADIO?
LuI ci ha fatto causa per sostituzione di persona, diffamazione, qualsiasi cosa… Però per fortuna i giudici hanno archiviato due volte. È come fare un processo alla radio, a portare gli scherzi in tribunale. Come fare un processo alla storia della radio, sarebbe la cosa più ridicola del mondo.

LE NOTTI MILANESI
Le mie notti milanesi sono lo stesso ristorante da tanti anni, sempre le stesse persone, a casa bevo poco, non mi drogo e le macchine non mi piacciono. Mi piacciono le donne, però quello piacciono tutti.

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MOSCHEA QUI, CHIESA LÌ
In teoria fare una moschea è meglio di avere gente che non sai dove prega. Anche l’idea di avere 20 moschee a Milano e manco una chiesa in Arabia Saudita non è bellissima come idea. Un minimo di reciprocità andrebbe osservata. Salvini spero si candidi a Milano, così facciamo un bello scontro. Secondo me dovrebbe candidarsi a Milano.

SALVINI HA PAURA
Finora Salvini si è fatto eleggere al Parlamento europeo. Fa il leader nazionale della Lega, gira qua e giro là per sondaggi, ma la forza elettorale di una persona come leadership va provata sul campo. Milano poteva essere l’occasione giusta, ma secondo me lui ha paura di perdere. Se sei leghista e perdi Milano poi è finita,

OK ADOZIONI E NOZZE GAY
Sono per il matrimonio e per l’adozione. Per me bisognerebbe cambiare solo un articolo del codice civile, un articolo piccolissimo, e dire “tutte le disposizioni sono valide anche tra persone dello stesso sesso”. Io sono sposato e separato, sì. Sono favorevole ma con tutti i limiti delle adozioni che ci sono per le coppie eterosessuali.. Un bambino può crescere tranquillamente anche con due uomini o con due donne.

IL BRUTTO DI ROMA
Non sopporto il concentrato di romanità, cioè cinque romani insieme mi danno fastidio. Non so perché mi dà un’idea non di volgarità, perché la volgarità non c’entra, mi dà un’idea di rumore… Roma è una città in cui c’è rumore, e io non lo sopporto più, il rumore.

UN TIMBRO MOLTO FORTE
Roma è una città con accenti molto forti in cui il timbro delle persone e del loro essere romani è molto forte. O ci convivi oppure impazzisci.

UNA CITTÀ FACILE
Non puoi fare a meno di confrontarti con questa cosa, a Milano. È come vivere in un posto totalmente anonimo, in cui non c’è un carattere forte, non c’è una cosa che durante il giorno ti pesa. O ti esalta. Per uno come me, che vive di adrenalina, se devo avere pure a che fare con la città divento pazzo. Invece la città deve essere proprio una cosa portata di lavoro, a misura d’uomo, in cui non hai problemi.

L’UFFICIO ALLE TERME
Chi te l’ha detta ‘sta cosa? Sì, sono amico di quelli che l’hanno creato tanti anni prima che creassero le terme. Sì, per un periodo, adesso meno, facevo riunioni non dico di redazione ala Terme però lì decidevo cosa fare alla radio. È vero alle Terme di Milano, che di per sé può sembrare anche una cosa ridicola.

LA PAURA PIÙ GRANDE
Invecchiare male, ingrassare, non allenarmi più come prima correndo. Insomma, tutte quelle cose normali e borghesi.

IL FUTURO
Qualcuno mi deve riportare un po’ ad avere ambizioni, perché penso di avere fatto tante cose…

ONESTÀ E TRASPARENZA
Baso tutta la mia radio su una regola molto semplice; l’onestà intellettuale e la trasparenza, nel senso che non ho filtri di nessun tipo e non ho nessuno che mi dica fai questo, fai quello. Io faccio quello che mi viene in testa, punto e basta.

LA CAZZATA DELLA VITA
Rinunciare a tanti soldi… Ho rinunciato qualche anno fa a un’offerta con tanti soldi. Da un certo punto di vista una gran cazzata…

IL SESSO E LA NOIA
Tante cose potevo evitare, tante storie di sesso per esempio, però non le ho evitate. Tanti incontri che ho avuto con donne li ho avuti per noia, per coprire momenti di noia…

SONO FATTO COSÌ
Ho sempre detto sono fatto così. Sai lo sketch della patente di Verdone… Ecco, io ho sempre presentato la patente e anche la carta d’identità. Sono fatto così: tradisco, sono infedele.

AMORE? NO, GRAZIE
Non sono uno che racconta cazzate, non dico tu sei l’unica donna, mi sono innamorato di te perdutamente. Dico che è quasi impossibile che mi innamori e di solito tradisco. E non voglio relazioni fisse.

LE SQUILIBRATE
Da single qualche squilibrata la incontri, cioè squilibrate che non capisce questo aspetto… E che ha il senso del possesso, io odio il senso del possesso.

L’INCOSCIENZA
Alla radio faccio spesso cose incoscienti senza valutare le conseguenze, ma quella è la forza credo di questo programma e forse una delle cose mie più forti.

UN BEL POSTO A MILANO
Sono legato al Naviglio di 15 anni fa… al Naviglio nella parte che esce dalla città, il posto dove io vado sempre a correre, nella parte che va verso San Cristoforo. La parte che porta dal Naviglio al quartiere Barona, di cui ti parlavo, dove sono stato all’inizio a Milano. Quella parte là è la parte che mi è sempre piaciuta.

CREDITI
La videointervista e il servizio fotografico a Giuseppe Cruciani sono stati realizzati all’interno del Four Seasons Hotel Milan (via Gesù 6/8, 20121 Milano), che si ringrazia per la preziosa e cortese collaborazione.

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